Roma, 2 marzo 2015 - Per alcuni comparti che avevano finora subito gli effetti di una situazione congiunturale fortemente sfavorevole sembra profilarsi un quadro di lento ma graduale miglioramento. Il riferimento è ad alcuni prodotti del lattiero-caseario, il burro in particolare, a talune produzioni ortofrutticole, patate in primis, e al mercato dei suini.
Le prospettive per questa settimana sembrano confermare l’andamento positivo dei prezzi del burro anche sui mercati italiani, oltre che su diverse piazze europee, di riflesso ad una minore pressione dell’offerta internazionale attesa soprattutto nell’area oceanica, dove i problemi di siccità stanno condizionando la produzione degli allevamenti. La situazione tuttavia sembra ancora fluida sul lato della domanda, con la Cina che nel 2014 ha incrementato le importazioni di burro di un eloquente +54%. Avanti tutta anche per l’export europeo, con progressi soprattutto in Medio Oriente, Marocco ed Egitto e un più 17% complessivo nell’ultima annata. Al contrario del burro, le esportazioni Ue di formaggi chiudono con un pesante meno 8% e con un crollo del 48% in Russia.
Sui mercati italiani, Parmigiano reggiano e Grana padano mantengono nel frattempo un andamento stazionario che dovrebbe proseguire anche in occasione delle prossime sessioni di mercato. Dalle prime contrattazioni sul circuito del latte ovi-caprino emerge invece un prezzo decisamente più elevato rispetto all’esordio della scorsa campagna, con valori prossimi ad 1 euro/litro. Una situazione determinata da una generale carenza di offerta che continua a riflettersi anche sul Pecorino romano, quotato ormai vicino alla soglia dei 9 euro/chilogrammo.
Gli elementi desunti da Ismea lasciano prevedere una situazione di sostanziale stazionarietà per le carni avicole; dovrebbe invece proseguire la tendenza al rialzo delle uova, in una fase particolarmente favorevole sul fronte della domanda, grazie soprattutto alla ripresa delle lavorazioni industriali in vista delle festività pasquali. Piuttosto debole il mercato bovino, con cedimenti per i tagli di vitello associati ad un’offerta polacca in ulteriore espansione. Tale situazione dovrebbe contribuire a ridurre il livello dei prezzi anche questa settimana, mentre per i capi da ristallo il buon andamento degli ordinativi da parte di alcuni paesi del Nord Africa e della Turchia avranno presumibilmente un impatto al rialzo sui prezzi dei vitelli francesi, che si rifletterà anche sui costi degli allevamenti italiani.
Clima complessivamente migliore sul mercato dei suini, grazie alla notizia dell’imminente introduzione degli aiuti Ue all’ammasso privato. Per i tagli freschi, i prezzi dovrebbero comunque mantenersi stabili, mentre i capi da macello potrebbero beneficiare di qualche aumento seppure marginale. (da Ismea)