Uso della leonardite nella nutrizione dei suini

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La crescita della popolazione mondiale sta portando a un aumento della domanda di alimenti di origine animale. Per il futuro del pianeta si rende necessario affrontare alcune problematiche, tra cui la resistenza agli antibiotici

La resistenza agli antimicrobici è una delle preoccupazioni globali più importanti, causa di migliaia di morti ogni anno e l’attività zootecnica può giocare un ruolo importante nella diffusione di geni di resistenza. Nell’allevamento suinicolo lo svezzamento rappresenta una fase critica in cui gli animali devono far fronte a diversi fattori stressanti che possono esporli maggiormente all’insorgenza di patologie multifattoriali. In questo periodo, la diarrea post-svezzamento è una delle principali cause di morbilità responsabile di importanti perdite economiche nonché di ricorso agli antibiotici.

La nutrizione non è più considerata solo una scienza che soddisfa i requisiti nutrizionali, ma è considerata fondamentale per la sua funzionalità attraverso l’integrazione di ingredienti e additivi che contengono molecole bioattive, come la leonardite, che hanno un impatto positivo sulla salute. Le proprietà bioattive, come l’attività antibatterica e antiossidante, capaci di contrastare lo sviluppo di patologie e migliorare la salute animale o una particolare funzione organica. Preservare la salute intestinale riduce l’incidenza delle patologie, ottimizza i processi digestivi e promuove le performance degli animali, risultando quindi in una maggiore redditività per gli allevatori. Lo scopo del seguente progetto, oggetto di tesi di dottorato di ricerca, ha avuto come obiettivo quello di valutare diversi composti funzionali innovativi come alternative agli antibiotici, valutando il loro impatto sulla salute e crescita dei suinetti svezzati attraverso approcci in vitro, in vivo ed ex vivo.

La leonardite in nutrizione

La leonardite è un prodotto di derivazione microbica principalmente composto da acidi umici (HAs), che originano dalla decomposizione della materia organica, generalmente utilizzato per la fertilizzazione del suolo. Il suo impiego in nutrizione ha mostrato attività protettive nei confronti della mucosa intestinale, con proprietà antinfiammatorie, antiflogistiche e antitossiche. Le sostanze umiche naturali possono apportare benefici alla salute dei suinetti durante il post-svezzamento. Gli acidi umici hanno mostrato proprietà antiossidanti che potrebbero supportare gli animali durante il periodo stressante dello svezzamento. Hanno inoltre dimostrato attività antimicrobica contro patogeni, riducendo l’incidenza di diarrea e migliorando la crescita dei suinetti. Gli acidi umici e i loro sali di sodio sono autorizzati per l’uso orale (livello di inclusione: 500-2000 mg/kg di peso corporeo) in cavalli, ruminanti, suini e avicoli per il trattamento di diarrea, dispepsia e intossicazioni acute (Egtop/1/,2011). Sebbene siano stati riportati risultati incoraggianti riguardanti l’uso di HAs come strumento preventivo per i disturbi intestinali, l’inclusione di leonardite come additivo per mangimi per promuovere la crescita non è stata ampiamente indagata.

Lo scopo di questo studio è quindi stato valutare l’effetto dell’integrazione nella
dieta dei suini di leonardite allo 0,25%, come materiale naturale ricco di HAs, sui principali parametri metabolici e sulle performance di crescita nei suinetti svezzati.

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Lo studio dell’Università di Milano

Lo studio è stato approvato dall’Organismo Preposto al Benessere Animale (Opba) dell’Università degli Studi di Milano (autorizzazione n. 31_2019). Un totale di 120
suinetti ibridi (Large White × Landrace), svezzati a 28 ± 2 giorni (50% femmine e
50% maschi), sono stati alloggiati in 12 box in condizioni ambientali omogenee (27 °C
e 60% di umidità relativa) per 40 giorni. Al fine di garantire un peso omogeneo, i suinetti
(10 animali/box) sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo (CTRL:
6 box, 10 suinetti/box) alimentato con dieta commerciale e al gruppo di trattamento
alimentato con la stessa dieta commerciale integrata con il 0,25% di leonardite (HAG: 6 box, 10 suinetti/box).

Dopo 40 giorni, sono stati selezionati casualmente 4 animali/box per il prelievo di sangue dalla vena giugulare con provette sottovuoto senza anticoagulanti. Campioni di sangue individuali sono stati ottenuti per determinare la concentrazione di: proteine totali, albumina, globulina, rapporto albumina/globulina (A/G), urea, alanina aminotransferasi (ALT-GPT), aspartato aminotransferasi (AST-GOT), fosfatasi alcalina (ALP), bilirubina totale, glucosio, colesterolo totale, calcio (Ca), fosforo (P), magnesio (Mg), trigliceridi totali, lipoproteine ad alta densità (HDL), lipoproteine a bassa densità (LDL) e creatinina.

Effetti della leonardite nella dieta dei suini

Il gruppo HAG ha mostrato un peso corporeo più elevato al giorno 40 e un incremento ponderale medio giornaliero (IPG) superiore dal giorno 14 al giorno 40 rispetto al CTRL (p < 0,001). I risultati dei parametri metabolici sierici hanno mostrato che il gruppo HAG aveva livelli più elevati di proteine totali, albumina, rapporto A/G, colesterolo, calcio, fosforo, magnesio, HDL, creatinina e trigliceridi totali a fine prova rispetto al CTRL (p < 0,05).

Sebbene non sia ancora esattamente chiaro come la leonardite eserciti la sua azione, i miglioramenti nelle performance zootecniche sembrano essere correlati alla capacità delle sostanze umiche di supportare il trasporto ionico attraverso le membrane, una protezione della mucosa intestinale, l’incremento delle attività enzimatiche e una migliore digestione e adsorbimento dei nutrienti (in particolare proteine e minerali).

Un additivo sicuro per il futuro

Tutti i valori sierici rilevati erano nell’intervallo fisiologico, confermando che la leonardite non ha influenzato negativamente lo stato di salute degli animali e dovrebbe essere considerata come un additivo sicuro. Un aumento del contenuto di albumina e proteine totali potrebbe essere dovuto all’età dei suinetti e alla loro rapida crescita mostrata durante la prova. L’aumento del rapporto A/G è stato una conseguenza del tenore più elevato di albumina; tuttavia, non è stata osservata alcuna differenza significativa per il contenuto di globulina, il cui aumento potrebbe essere correlato a un processo infiammatorio. La maggiore quantità di magnesio sierico (p < 0,05) nel gruppo HAG suggerisce una risposta potenziata agli stress per via del suo ruolo di cofattore enzimatico. Quando l’animale è sottoposto a livelli elevati di stress, vengono rilasciate catecolamine e ormoni associati allo stress che portano a uno spostamento del Mg dallo spazio intracellulare a quello extracellulare. Questo meccanismo aumenta l’escrezione urinaria di magnesio e la conseguente diminuzione delle concentrazioni di Mg sierico. Pertanto, basse concentrazioni di Mg sierico aumentano il rilascio di ormoni correlati allo stress, stabilendo così un meccanismo di regolazione a feedback.

Anche se il profilo degli acidi grassi della dieta sperimentale non è stato influenzato dall’inclusione della leonardite, il gruppo HAG ha mostrato una concentrazione aumentata di colesterolo totale e livelli ridotti di trigliceridi rispetto al gruppo CTRL.

L’aumento dei livelli di colesterolo potrebbe essere correlato a un aumento di HDL senza alcuna variazione nel livello di LDL. L’aumento di HDL potrebbe essere correlato a una maggiore concentrazione di Mg, la cui presenza o assenza è strettamente correlata all’incidenza di malattie cardiovascolari e metaboliche. Questi risultati potrebbero anche essere dovuti alla presenza di composti fenolici nella leonardite che sono riconosciuti dall’Efsa come importanti nutrienti nella protezione dei lipidi ematici dai danni ossidativi e nel mantenimento delle concentrazioni normali di HDL senza influenzare la concentrazione di LDL. HDL protegge i vasi sanguigni diminuendo i livelli di colesterolo nel flusso sanguigno e garantendone la stabilizzazione. Questi risultati suggeriscono che la leonardite abbia un effetto positivo sul metabolismo lipidico, oltre a proteggere i vasi sanguigni. L’inclusione di leonardite nella dieta allo 0,25% ha mostrato un effetto positivo sul profilo lipidico sierico e sulla crescita degli animali. Ciò suggerisce che la leonardite possa essere considerata come un innovativo additivo per mangimi, che migliora la salute e le performance dei suinetti svezzati.

Conclusioni

In conclusione, la leonardite, così come altri composti funzionali non è in grado di sostituire il trattamento terapeutico con antibiotici. Tuttavia, l’impiego di alimenti e additivi funzionali può contribuire significativamente a ridurre l’insorgenza di patologie, migliorando la salute e le performance degli animali, di conseguenza, riducendo la necessità di trattamenti con farmaci.

Inoltre, è importante considerare la possibilità di combinare composti diversi, caratterizzati da differenti meccanismi d’azione, poiché ciò può produrre effetti sinergici promuovendo l’eubiosi intestinale e la resilienza degli animali.

In linea con i principi della One Health, l’integrazione dei mangimi con composti funzionali può costituire una strategia molto interessante al fine di preservare le ultime molecole terapeutiche efficaci nei confronti delle infezioni batteriche, promuovere uno sviluppo sostenibile e contribuire alla riduzione dell’utilizzo di antibiotici in zootecnia.


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Uso della leonardite nella nutrizione dei suini - Ultima modifica: 2024-06-17T17:40:56+02:00 da Annalisa Scollo

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