L’allevamento al chiuso del suino prevede, nella stragrande maggioranza dei casi, una stabulazione in box di forma regolare (rettangolare o quadrata), senza arricchimenti ambientali (per esempio, senza paglia che sarebbe invece desiderata dagli animali) o con il minimo indispensabile (per esempio, giocattoli in plastica che spesso non sono sufficientemente apprezzati dagli animali). Inoltre, i box sono spesso sovraffollati, situazione che diventa intollerabile al crescere degli animali: la dimensione di un box può essere accettabile per i suinetti appena svezzati, ma non lo è per gli stessi animali quando questi pesano più di 100 kg.
Relazione tra spazio e benessere
L’elevata densità e la mancanza di stimoli sono la perfetta combinazione per favorire l’insorgenza di patologie e infezioni, di fenomeni di cannibalismo, di aggressività, solo per citare alcuni esempi. La normativa (Direttiva 2008/120/Ce del Consiglio che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini) indica gli spazi minimi per suini dallo svezzamento in poi, ma queste tabelle di riferimento non prendono in considerazione alcuni aspetti complessi quali, ad esempio,
- i cambiamenti di necessità di spazio in funzione delle condizioni atmosferiche (i suini con il caldo si sdraiano lateralmente e quindi occupano più superficie),
- la specifica progettazione e suddivisione delle aree funzionali (non tutti gli spazi sono uguali e devono essere organizzati correttamente)
- o ancora il fatto che al superamento dei 110 kg di peso si parli genericamente di 1 m2 di spazio per animale, sottostimando lo spazio necessario per il suino pesante.
Spazio minimo a disposizione secondo la Direttiva 2008/120/Ce | |
Peso vivo (kg) | m2 |
Fino a 10 | 0,15 |
Oltre 10, fino a 20 | 0,2 |
Oltre 20, fino a 30 | 0,3 |
Oltre 30, fino a 50 | 0,4 |
Oltre 50, fino a 85 | 0,55 |
Oltre 85, fino a 110 | 0,65 |
Oltre 110 | 1 |
Come aumentare lo spazio a disposizione?
Allo stato attuale lo spazio a disposizione per animale si può aumentare solo costruendo recinti più ampi o riducendo il numero di animali presenti. Entrambe le soluzioni hanno un impatto economico sull’allevatore, anche se ci dimentichiamo sempre che migliorare lo stato di benessere degli animali si traduce in un miglioramento delle performance produttive anche quando questo “benessere” è difficilmente quantificabile. Invece, è indubbiamente più semplice stimare il costo effettivo di una nuova costruzione o di una riduzione di animali.
A parte queste considerazioni, una soluzione che potrebbe da un lato avere un impatto minore in termini costruttivi rispetto a quanto non lo abbia realizzare un recinto nuovo e dall’altro permettere agli allevatori di non diminuire il numero di suini, consiste nelle piattaforme sopraelevate. Le piattaforme sono una soluzione adottata nell’allevamento della capra (anche se in Italia non sono ancora molto comuni) per favorire alcuni bisogni comportamentali (ovvero scalare e nascondersi) e contemporaneamente per aumentare la superficie calpestabile a disposizione. Non rientrano nel calcolo dei m2 stabiliti per legge, ma sono un modo per arricchire i recinti spesso senza stimoli, migliorando quindi il benessere degli animali.
Una superficie sopraelevata può andare bene per i suini?
Immagino che la prima domanda che il lettore si sta ponendo arrivati a questo punto riguardi la diversa struttura fisica e agilità tra le capre e i suini. Non chiederemo certo ai suini di saltare, eppure in alcune regioni alpine e subalpine i cinghiali si muovono senza alcuna difficoltà (…).
Leggi l’articolo completo sulla Rivista di Suinicoltura 3/2024
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