Le soluzioni di stabulazione oggi adottate nelle porcilaie non sono in grado, generalmente, di soddisfare le esigenze comportamentali dei suini e, in particolare, non permettono la manifestazione del comportamento esplorativo. Tale attività, che l’animale effettua sia per la ricerca di cibo o di un luogo di riposo idoneo sia per conoscere l’ambiente circostante, mantiene una forte motivazione anche in allevamento.
La mancanza di materiale idoneo da esplorare rappresenta uno dei maggiori problemi di benessere animale e l’impossibilità di esprimere il comportamento esplorativo è indicata come la principale causa della comparsa di comportamenti anomali e potenzialmente pericolosi, come il cannibalismo e l’aggressività eccessiva, nel suino da ingrasso.
Per ridurre l’incidenza o la gravità dei comportamenti anomali vengono utilizzati, all’interno dei box, degli arricchimenti ambientali; quale sia però il sistema più efficace per migliorare il livello di benessere e quale il più sostenibile dal punto di vista economico nella realtà italiana, sono ancora argomenti assai dibattuti.
Per contribuire alla ricerca in questo ambito il progetto Ager “Filiera verde del suino” (vedi box “Il progetto Ager, Filiera verde del suino) si è occupato di studiare l’impiego degli arricchimenti ambientali nella realtà suinicola italiana.
Diffusione degli arricchimenti negli allevamenti
La prima attività è stata la realizzazione di un’inchiesta negli allevamenti suinicoli italiani relativa alla diffusione degli arricchimenti ambientali nei settori di post-svezzamento e ingrasso in relazione, in particolare, ai sistemi di stabulazione. Le risposte ottenute hanno permesso di raccogliere informazioni circa l’attuale situazione, evidenziando numerose non conformità rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. L’inchiesta ha inoltre evidenziato un’ampia diffusione di sistemi di stabulazione con metodi di gestione degli effluenti zootecnici che non permettono l’impiego della lettiera in paglia quale arricchimento ambientale.
Materiali alternativi alla paglia
Si è proceduto quindi alla valutazione di materiali alternativi, quali il legno, studiando le caratteristiche fisico-chimiche di essenze idonee per essere utilizzate dai suini come materiale manipolabile. Le tipologie di legno studiate durante la ricerca sono state pali di castagno, paleria di faggio, tondelli da sfoglia di pioppo e bricchetti di segatura di legno compressa, in quanto non dannosi per gli animali, facilmente reperibili e inseribili (in termini di utilizzo e manutenzione) nella routine di allevamento.
Dalle ricerche effettuate è emerso che l’idoneità delle tipologie di legno da utilizzare come materiale manipolabile è correlata all’età degli animali (la durezza e il diametro) e alla modalità con cui il materiale manipolabile viene proposto (sospeso a catena o inserito in appositi supporti). Altri materiali distruttibili, quali corde in fibra naturale, sono risultati adatti alla fase di post-svezzamento.
Prove in “campo”
I legni, le corde e i dispositivi di supporto sono stati testati, dapprima in situazione sperimentale, per valutarne gli effetti sulle prestazioni produttive e il benessere degli animali, controllando i diversi fattori di rischio correlati. Gli arricchimenti sono stati poi valutati in 8 allevamenti, verificando la possibilità di utilizzo in situazione di campo, valutandone l’effetto sugli animali, tramite rilievi sanitari e comportamentali, e l’impatto economico.
Le ricerche condotte nel corso del progetto hanno evidenziato che, in situazione sperimentale controllata, gli arricchimenti ambientali testati non si sono differenziati per performance produttive e grado di benessere. In situazione di campo, l’incidenza di lesioni da aggressioni e cannibalismo non è parsa influenzata dal tipo di materiale distruggibile fornito, ma da fattori ambientali, gestionali o infettivi.
Tutti i materiali hanno riportato tempi di utilizzo da parte degli animali paragonabili tra loro, mentre la catena (non prevista dalla normativa come unico materiale utilizzabile, ma comunque spesso impiegata), non sembra soddisfare la motivazione a esplorare degli animali, ma piuttosto stimola il comportamento di gioco e la curiosità dei suini. Tale inadeguatezza del materiale è stato confermato in allevamento da una maggior incidenza di lesioni alla coda.
Implicazioni economiche degli arricchimenti ambientali
Per calcolare la sostenibilità economica dei diversi arricchimenti, si sono considerati i costi di acquisto dei materiali manipolabili (corde, tronchetti e “bricchetti” di legno), di ammortamento delle attrezzature metalliche di supporto (catene, supporti porta tronchetto, rastrelliere) e di manodopera per le diverse operazioni (installazione a inizio ciclo, eventuale abbassamento e/o sostituzione).
Di seguito i materiali utilizzati durante la fase di post-svezzamento e la fase di ingrasso.
Fase di post-svezzamento
È stata considerata una durata del ciclo di 60 giorni (da 8 a 30 kg), in gabbia flat deck per 9 suinetti (GFD9) e in box multiplo per 20 e 30 suinetti (rispettivamente BM20 e BM30). In GFD9 e BM20 si è considerato un arricchimento per gabbia o box, mentre in BM30 due arricchimenti per box.
- Corda in fibra naturale (sisal o canapa) sospesa verticalmente. È distruggibile, stimola fortemente l’interesse dei suinetti e può essere utilizzata in ogni tipologia di box (anche con pavimento fessurato). Come svantaggio, necessita di tempi di lavoro elevati per le operazioni di abbassamento e sostituzione periodica. Per la stima dei costi si sono considerate corde della lunghezza di 1 m e del diametro di 10÷12 mm abbassate ogni 7 giorni e sostituite a metà ciclo (30 giorni). La corda in sisal (fibra estratta dalle foglie dell’agave sisalana) risulta più economica: il costo per GFD9, BM20 e BM30 è pari rispettivamente a 0,566, 0,255 e 0,262 €/suinetto per la corda in sisal e a 0,744, 0,335 e 0,369 €/suinetto per quella in canapa.
- Tronchetto di pioppo o castagno sospeso orizzontalmente al muro con supporto metallico. È un materiale distruggibile che stimola l’interesse dei suinetti (il pioppo meglio del castagno per la sua scarsa durezza). Resiste per l’intera durata del ciclo, può essere utilizzato in ogni tipologia di box (anche con pavimento fessurato) ed è facilmente reperibile. Per la stima dei costi si sono considerati tronchetti della lunghezza di 30 cm e del diametro di 9÷10 cm per il pioppo (tondelli da sfoglia) e 4÷6 cm per il castagno. Il pioppo risulta più economico: il costo per GFD9, BM20 e BM30 è pari rispettivamente a 0,126, 0,057 e 0,072 €/suinetto per il pioppo e a 0,172, 0,077 e 0,099 €/suinetto per il castagno.
- Bricchetto di segatura di faggio compressa sospeso orizzontalmente al muro con supporto metallico. È un materiale distruggibile che stimola l’interesse dei suini. Resiste per l’intero ciclo di post-svezzamento, può essere utilizzato in ogni tipologia di box (anche con pavimento fessurato). Per la stima dei costi si sono considerati bricchetti della lunghezza di 30 cm e del diametro di 5-6 cm. Il costo per GFD9, BM20 e BM30 è pari rispettivamente a 0,142, 0,064 e 0,082 €/suinetto.
Fase di ingrasso
È stata considerata una durata del ciclo di 175 giorni (da 30 a 160 kg), in box multiplo per 20 suini con un arricchimento (BM20) e in box multiplo per 30 suini con due arricchimenti (BM30).
- Tronchetto di pioppo o castagno sospeso a catena metallica. Il materiale è lo stesso che viene utilizzato nel post-svezzamento, ma in questo caso è stato considerata una sostituzione ogni 21 giorni nel caso del pioppo e ogni 42 giorni nel caso del castagno. Può essere inserito in ogni tipologia di box (anche con pavimento fessurato) ed è facilmente reperibile. Per la stima dei costi si sono considerati tronchetti della lunghezza di 30 cm e del diametro di 9÷10 cm per il pioppo e 4÷6 cm per il castagno. Il costo per BM20 e BM30 è pari rispettivamente a 0,282 e 0,248 €/suino per il pioppo e a 0,243 e 0,260 €/suino per il castagno.
- Tronchetto di pioppo libero di muoversi in rastrelliera metallica fissata a muro. Il materiale è lo stesso che viene utilizzato nel post-svezzamento, ma in questo caso è stato considerata una sostituzione a fine ciclo. Per la stima dei costi si sono considerati tronchetti della lunghezza di 100 cm e del diametro di 9-10 cm. Il costo per BM20 e BM30 è pari rispettivamente a 0,107 e 0,136 €/suino.
Riassumendo
Dai risultati del progetto si può mettere in evidenza che:
la maggior parte degli allevamenti presenta sistemi di stabulazione su pavimento grigliato o fessurato che richiedono l’utilizzo materiali manipolabili diversi dalla paglia distribuita a terra;
le corde in fibra naturale sono un materiale interessante per la fase di post-svezzamento;
le tipologie di legno da utilizzare come materiale manipolabile andrebbero scelte in relazione all’età degli animali;
alcune caratteristiche dell’ambiente di allevamento (es. umidità relativa) e la modalità con cui il materiale viene proposto (ad esempio il legno sospeso a catena risulta più utilizzato nel tempo) influenzano il consumo da parte dei suini.
Per ulteriori informazioni:
http://sites.unimi.it/animalwelfare
(1) Università degli studi di Milano, dipartimento di Medicina veterinaria, laboratorio di Benessere animale, etologia applicata e produzioni sostenibili.
(2) Fondazione Crpa studi e ricerche, Reggio Emilia.
Leggi l’articolo completo sulla Rivista di Suinicoltura n. 9/2016
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