Le enteropatie proliferative del suino (Ppe o conosciute anche come Ileiti), sono un gruppo di malattie enteriche del suino caratterizzate dalla proliferazione incontrollata delle cellule delle cripte intestinali del piccolo e grosso intestino del suino.
L’agente causale è Lawsonia intracellularis (LI), un batterio intracellulare obbligato gram-negativo, che tramite la sua azione riesce a inibire la maturazione e la differenziazione delle cellule caliciformi secretorie e delle cellule assorbenti dell’intestino; l’inevitabile conseguenza è la riduzione dell’assorbimento dei nutrienti e la perdita di aminoacidi e proteine nel lume intestinale, condizioni favorente allo sviluppo di diarrea.
Come si manifesta
La malattia è diffusa in tutto il mondo indipendentemente dal sistema di allevamento e causa ingenti danni economici.
La forma acuta si ha principalmente nei giovani adulti di 4-12 mesi di età, in particolare scrofette per il loro stato sanitario, ed è caratterizzata da emorragie nella parte distale dell’ileo che si evidenziano con diarrea con sangue o morte improvvisa.
La forma cronica si manifesta principalmente in suini tra le 6 e le 20 settimane di età ed è caratterizzata da un ispessimento della mucosa distale dell’ileo spesso accompagnato da necrosi. I soggetti colpiti possono manifestare diarrea e avere ripercussioni di vario grado nelle performance di crescita.
In campo e sperimentalmente è inoltre stata riscontrata una forma subclinica, cioè una infezione senza particolari segni clinici evidenti ma che mostra istologicamente una iperplasia delle cellule dell’intestino. Questa forma “nascosta” di Ileite risulta ancora trascurata.
L’obiettivo del lavoro di Marie-Ann Paradis e degli altri autori è stato quello di analizzare l’impatto zootecnico, clinico e istopatologico che differenti dosi di LI producevano sui suini infettati, in particolare per definire l’Ileite subclinica.
Lo studio
Nello studio è stato preso un totale di 144 suinetti di due settimane diviso casualmente in 6 gruppi di trattamento (da A ad F), omogenei per peso. Tutti i suinetti provenivano dalla stessa azienda e sono risultati negativi a LI sia sierologicamente che con Pcr; sono stati alimentati con un mangime commerciale non medicato (da 14 a 49/50 giorni di vita).
Ai 24 giorni di vita sono stati infettati con dosi decrescenti di LI, da 1:10 a 1: 100.000 (da B a F), eccetto i suinetti del gruppo A tenuti come gruppo di controllo, quindi non infetti. Sono state registrate la consistenza delle feci, il peso e l’assunzione di mangime durante tutta la durata dello studio e al termine di quest’ultimo, tra il 49esimo e il 50esimo giorno di vita dei suinetti, sono state effettuate analisi diagnostiche anatomopatologiche e istologiche, quindi, condotte da esperti rispettivamente ad occhio nudo e al microscopio, per verificare le lesioni del tratto gastro-intestinale.
I risultati
I risultati dell’analisi istopatologica mostrano che i gruppi dalla D alla F sono considerabili con sintomatologia subclinica mentre da C a B sono da considerarsi clinica. Mentre non ci sono state grosse differenze a livello di lesioni anatomopatologiche tra i suini infettati e non infettati; a livello istologico, invece, le differenze sono risultate statisticamente significative (P < 0.05), sia a livello di lesioni che di presenza di Lawsonia.
Nel punteggio di consistenza fecale non ci sono state grandi variazioni tra i gruppi, tranne che per i gruppi C e B che hanno ricevuto una dose maggiore di LI; dai risultati clinici e zootecnici è stato notato che ad ogni dose di Lawsonia somministrata è corrisposto un significativo peggioramento (P< 0.05) dell’Incremento ponderale medio giornaliero (Ipmg) e dell’Indice di conversione alimentare (giorni da 28 a 49/50) rispetto ai suini non infettati.
In conclusione, lo studio condotto da Marie-Ann Paradis e colleghi ha evidenziato l’impatto significativo che la Lawsonia intracellularis può avere sui suini, anche in assenza di sintomi clinici evidenti. I risultati mostrano che anche una piccola dose di LI corrispondente a infezioni subcliniche possa causare danni zootecnici rilevanti, come il peggioramento dell’incremento ponderale giornaliero medio e dell’indice di conversione alimentare. Questi risultati sottolineano l’importanza di considerare e gestire le infezioni subcliniche di Lawsonia intracellularis per minimizzare le perdite economiche e migliorare le performance di crescita nei suini.
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sulla Rivista di Suinicoltura n. 2/2025
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