Uno scoraggiante primato europeo per la suinicoltura italiana: è la terza (dopo Spagna e Cipro) nelle vendite di antibiotici in proporzione ai capi allevati; e addirittura la prima (seguita da Spagna e Portogallo) nell’uso di colestina.
Il dato, ricavato dalle statistiche di Esvac - la struttura che per conto dell’Agenzia sanitaria europea controlla il consumo di medicine veterinarie –, è stato presentato in occasione di Agromek 2016, la Fiera agricola del Nord Europa che si tiene ogni due anni a Herning (Danimarca).
A parlarne è Poul Baekbo - veterinario danese impegnato da quasi 30 anni nella ricerca sulle malattie suine e responsabile del progetto Seges, che ha portato la Danimarca a ridurre drasticamente l’impiego di antibiotici negli allevamenti, fino a diventare il “numero uno” della sostenibilità – nella sua relazione dal titolo: “Antibiotic use in Danish pig production – can we do without it?”.
Dalla parte dei virtuosi, apre la classifica proprio la Danimarca, seconda l’Olanda, terza la Svezia. È evidente la differenza geo-meteorologica dei diversi Paesi, ma il clima, freddo o caldo, non basta a giustificare lo scarto nell’impiego. «Il problema è che gli antibiotici sono efficienti e poco costosi» scherza amaro Poul Baekbo -. La sfida globale è stata ridurre l’uso di tali medicinali per evitare lo sviluppo di resistenze, con il rischio di trasferirle poi agli esseri umani consumatori. Il percorso è iniziato esattamente 20 anni fa, con la pubblicazione della cosiddetta “Danmap”, le linee guida nazionali nell’individuazione degli antibiotici di uso suino. Ancor oggi (dati 2015), con 32 milioni di capi allevati annualmente, il settore suinicolo assorbe il 75% degli antibiotici veterinari impiegati nel Paese».
Nel 2000 l’industria suinicola danese mise volontariamente al bando la totalità degli antibiotici promotori di crescita; nello stesso anno venne varato il “Vetstat”, il documento, condiviso con i veterinari, che detta analiticamente le norme per la sorveglianza sanitaria degli allevamenti, con la rigorosa registrazione di ogni farmaco somministrato. Da allora, mensilmente, tutti i dati confluiscono e sono soggetti a controllo.
Due anni dopo fu vietato l’uso dei …
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