L’interesse sul tema controlli del nuovo disciplinare del prosciutto di Parma e San Daniele Dop è alto tra gli allevatori suinicoli, tanto che l’incontro tenutosi online il 24 agosto ed organizzato da Confagricoltura in collaborazione con l’Associazione Veneta Allevatori ha raggiunto una partecipazione di un centinaio di persone. Capacità massima dei collegamenti, tanto che alcuni utenti sono dovuti rimanere esclusi.
A parlare è Rudy Milani, presidente nazionale dei suinicoltori di Confagricoltura, che condivide come prima informazione la lista delle genetiche ammesse dal Disciplinare, così come è stata anche condivisa con gli istituti di controllo.
Genetiche ammesse e non ammesse nei nuovi Disciplinari del prosciutto Dop
Innanzitutto, sono ammesse le razze tradizionali del Libro Genealogico Italiano, che ne posseggono i certificati zootecnici. Seguono poi i tipi genetici ibridi ammessi, che hanno certificato zootecnico del Registro degli Ibridi Italiano. Esiste poi una lista di tipi genetici considerati ibridi oggi non ammessi, ma che hanno ricevuto una proroga di 36 mesi per permettere agli allevatori che oggi li utilizzano di avere il tempo di cambiare il proprio parco scrofe.
Ad oggi, le date di scadenza delle proroghe ricevute dai diversi tipi genetici sono diverse tra loro, in quanto diversa è stata la tempistica di ciascuna casa genetica di richiederla per il proprio tipo genetico. Tuttavia, il rischio che tale proroga non sia comunque sufficiente per completare la conversione del parco scrofe ad un parco scrofe autorizzato è stato preso in considerazione, e non è da escludere che in futuro si possa parlare di un’ulteriore concessione di tempo per il completamento del cambio mandria.
Per la lista completa dei tipi genetici fin qui descritti, si rimanda al sito del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Scrofe meticce
Esiste poi un’ultima classe di tipi genetici da considerare: quella delle scrofe meticce. Si tratta della categoria delle scrofe senza documentazione, ovvero composta da animali non ascrivibili ad una linea genetica e non iscritte al libro genealogico. Per continuare ad utilizzarle fino al loro esaurimento, le si possono fecondare solo con verri del Libro Genealogico Italiano. Questa categoria sembra marginale e potrebbe essere valida temporaneamente soltanto per facilitare la transizione: il consiglio – dice Rudy Milani – è quello di organizzarsi per disporre di scrofe iscritte e certificabili appartenenti a razze/tipi genetici ammessi.
Le meticce vanno registrate? Sì. Tutti gli animali devono essere registrati perché gli organi di controllo devono avere a disposizione un registro per il controllo documentale della scrofa. Quindi va dichiarata per poter fornire accesso al controllo documentale.
E le scrofe che appartengono ad un tipo genetico la cui casa produttrice non ha fatto richiesta di valutazione? Ebbene, queste scrofe non possono in alcun modo aver ricevuto una proroga, e non possono nemmeno rientrare nella definizione di scrofe meticce perché regolarmente iscritte ad un Registro ibridi. Sono dunque non ammesse.
Durante i nuovi controlli, i certificati zootecnici degli animali devono essere presenti in allevamento? Si, ma non sarà necessario averli pronti già dal 4 settembre, data di inizio dei controlli. Questo perché potrebbe verosimilmente volerci del tempo per produrre i certificati e recapitarli a ciascun allevamento. Sarà indispensabile averli in allevamento entro la data di tatuatura dei suinetti nati da scrofe fecondate dal 4 settembre in poi. Ovvero, considerando la gestazione e la lattazione della scrofa, i certificati fisicamente in azienda diventano obbligatori da fine gennaio 2024, pena la mancata possibilità di tatuare i suinetti.
Cosa deve fare chi si produce le scrofette in casa? Chi si produce le scrofe in casa, deve essere necessariamente collegato ad uno dei Registri Ibridi Italiani con tipi genetici ammessi, per iscrivere le femmine ottenute e poterle certificare.
Tutte le scrofe che sono attualmente in uso, fecondate entro il 3 settembre 23, generano una progenie che può essere tatuata.
Controlli sui riproduttori
Per tutti i riproduttori presenti oggi in azienda, si deve provvedere alla registrazione presso l’apposita sezione del Rift, della matricola identificativa del singolo animale entro il 7 ottobre 2023. Dopo questa data, dunque, che rappresenta il giorno 7 successivo alla chiusura del primo trimestre utile a far data dai nuovi controlli, nel Rift dovrà essere presente non soltanto il parco verri, come richiesto già da oggi, ma anche l’intero parco scrofe.
L’aggiornamento successivo nell’apposita sezione del Rift (oggi in fase di definizione) si dovrà fare a cadenza trimestrale per tutte le scrofe presenti, includendo ovviamente anche la data di riforma della scrofa. Questo vale per le aziende grandi ma anche per quelle piccole, che oggi non necessariamente hanno animali identificati singolarmente.
Ci sarà probabilmente la possibilità di importare le scrofe attive tramite un file excel ottenuto tramite i softwares gestionali in azienda, che oggi quasi tutte le aziende grosse hanno già a disposizione. Sarà così più facile gestire l’importazione nel sistema delle scrofe produttive, mentre si dovranno gestire manualmente soltanto le riforme e le nuove scrofette che entrano in produzione ogni 3 mesi. Naturalmente si resta in attesa di ulteriori chiarimenti che certamente seguiranno a mano a mano che vengono apportati gli opportuni aggiornamenti sul portale del Rift.
Qual è la matricola della scrofa da inserire nel Rift? Si tratta del numero di otto cifre che riporta le prime tre cifre del Registro ibridi o del Libro Genealogico, seguito dalle cinque cifre identificative della scrofa in azienda. In via del tutto transitoria, chi oggi possiede il numero aziendale ma non quello singolo della scrofa, va inserito in numero aziendale: andrà però fornita la certificazione sopra descritta in caso di controllo. Per le scrofe estere vale la marca auricolare, che deve corrispondere al certificato zootecnico o documento equivalente.
Inserimenti mensili nel Rift
Alcuni dati aziendali andranno invece inseriti nel Rift con cadenza mensile e non trimestrale, ovvero entro il giorno 7 di ogni mese successivo:
- tutti i nati vivi (anche quelli non destinati al circuito Dop) e tutti i parti (anche in questo caso sono da includere anche quelli non destinati al circuito Dop, per poter fornire un resoconto dettagliato della situazione
- il numero di suinetti tatuati e la relativa lettera del mese
- i suini distolti dalla produzione perché non ammessi al circuito.
Un controllo fisico ed uno documentale
Gli ispettori controlleranno la marca auricolare e corrispondente documentazione zootecnica del numero di scrofe secondo la Tabella 1, quindi con numerosità che varia da almeno 10 ad almeno 65 scrofe a seconda della dimensione dell’allevamento. Oltre il controllo fisico secondo detta tabella, ovvero il controllo che richiede l’ingresso dell’ispettore in scrofaia, gli ispettori controlleranno anche i certificati di un ulteriore 5% delle scrofe presenti in azienda. Esempio per un allevamento di 600 scrofe: almeno 35 scrofe verranno selezionate per effettuare un controllo fisico dei tatuaggi o delle marche auricolari e dei documenti, mentre altre 30 scrofe saranno controllate soltanto a livello di certificati.
E i verri? I ruffiani di genetica non ammessa devono essere identificati e avere la dichiarazione di avvenuta vasectomia. Non vale l’utilizzo della castrazione immunologica. Se i ruffiani sono di genetica ammessa, devono avere il certificato zootecnico che attesta la loro regolarità.
I controlli sui tatuaggi
I disciplinari che stanno andando in pensione prevedevano che il tatuaggio potesse essere fatto entro 30 gg dalla data di nascita, ora 28 giorni. Attenzione però, perché in questo i Disciplinari del San Daniele e del Parma differiscono un po’: quest’ultimo chiede in realtà non i 28 giorni bensì chiede che il tatuaggio sia fatto prima che i suinetti vengano allontanati dalla scrofa.
Attenzione dunque a questo aspetto, soprattutto per chi ha le allattatrici automatiche o le nursery! In questo caso, potrebbe essere necessario tatuare i suinetti che vengono allontanati dalle madri (anche se per motivi sanitari o gestionali) anche prima dei 28 giorni di vita. Certamente ed in ogni caso, non è più permesso il tatuaggio in svezzamento a nessuna età.
Va effettuata la comunicazione preventiva del giorno di tatuatura agli organi di controllo? No. La comunicazione può avvenire il giorno prima della tatuatura soltanto nel caso in cui venga espressamente richiesto (via pec) dagli organismi di controllo. Negli altri casi non c’è alcun obbligo di comunicazione.
Nel caso in cui non tutto il parco scrofe sia ammesso. E chi ha in casa i suinetti figli delle inseminazioni che non possono essere tatuate? La comunicazione all’ente di controllo di questo tipo di situazione riguarda soltanto la scrofaia. I siti di svezzamento e di ingrasso non devono comunicare all’istituto nulla, ma devono garantire il confinamento fisico e l’identificazione degli animali non tatuati.
Cosa vuol dire identificare i suini non tatuati fino all’ingrasso? Fermo restando che la migliore identificazione è quella dell’orecchino negli animali già confinati in specifici settori dell’allevamento, lo stesso orecchino non si rende obbligatorio. Tuttavia, è indispensabile poter garantire che il box (e quindi tutti i suoi ospiti!) sia identificato in maniera univoca ed evidente, per esempio con un cartello. Attenzione però agli incidenti che possono accadere nella pratica quotidiana: la porte di due box aperta durante la notte, tramezze tra box basse che consentono talvolta il passaggio di un suino da un box all’altro… Se capita una situazione di questo tipo, con commistione di animali tatuati e non tatuati, in sede di macello o di ispezione la conformità riscontrata è grave, con sanzioni di 4mila euro da parte della repressione frodi.
Se si perde l’auricolare aziendale della scrofa cosa succede? Basta leggere sull’orecchio il tatuaggio. Se invece capita ora, ovvero in una fase di deroga dove il tatuaggio sulle scrofette f1 non è presente, allora l’allevatore deve poter dimostrare con la tracciabilità che quell’animale avrà uno specifico orecchino. Si tratta di una responsabilità dell’allevatore.
L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 8/2023
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