La sopravvivenza del suinetto al momento della nascita e durante l’allattamento rimane una sfida per l’industria suinicola, e il peso alla nascita è un fattore chiave per la sopravvivenza del neonato. Dalla fecondazione fino allo svezzamento lo sviluppo è completamente dipendente dalla madre; si tratta di una finestra di tempo di ben cinque mesi comprendente i quattro mesi di gestazione e un mese di allattamento. Quindi la scrofa durante la gestazione ha un ruolo cruciale, perché per circa 114 giorni è l’unica responsabile dello sviluppo del feto.
Numerosi studi hanno evidenziato come l’aumento di prolificità della scrofa, derivante dalle ultime selezioni genetiche, porti alla diminuzione del peso medio alla nascita e, allo stesso tempo, ad una maggior variabilità del peso alla nascita fra soggetti della stessa nidiata. Entrambi gli aspetti contribuiscono ad un aumento della percentuale di suinetti in una cucciolata che rientrano in classi di basso peso alla nascita, e il peso è un fattore determinante sulla mortalità perinatale.
Il peso e la mortalità perinatale
La mortalità perinatale aumenta se il peso è inferiore al kg, ed aumenta molto se è inferiore ai 750 grammi. Al contrario, se il peso alla nascita è maggiore di un kg, il tasso di sopravvivenza è del 95%. La mortalità è influenzata non solo dal peso alla nascita assoluto, ma dipende anche dal peso alla nascita dei fratelli e delle sorelle. Perciò, con l’aumento del peso medio alla nascita di una nidiata da un lato si riduce la percentuale di suinetti con un peso alla nascita inferiore a 1 kg e dall’altro cala anche la mortalità prematura.
Da uno studio è emerso che nidiate con 13 suinetti nati vivi avevano solo circa il 7% di suinetti con peso alla nascita <1 kg e il 25% di suinetti con peso alla nascita >1,8 kg. Le nidiate con più di 17 suinetti nati vivi, invece, avevano circa il 22% di suinetti con peso alla nascita <1 kg, e solo circa il 3% di suinetti con peso alla nascita >1,8 kg.
Placenta e peso sono collegati?
Molti dei tentativi di migliorare lo sviluppo fetale, e in particolare il peso alla nascita, con misure nutrizionali si sono concentrati sull’ultimo trimestre di gestazione, dal momento che due terzi del peso fetale si sviluppa in questo periodo. In realtà, però, la dimensione della placenta in questo periodo è già stabilita e non cambia di molto: lo sviluppo della placenta precede la rapida crescita fetale e si verifica principalmente nel primo terzo della gestazione, ed è quindi il momento in cui si verifica la maggior parte della vascolarizzazione e la formazione di nuovi vasi.
La formazione della placenta, che avviene durante il primo terzo della gravidanza, è direttamente correlata allo sviluppo fetale, poiché la quantità di nutrienti trasportati attraverso la placenta dipende dalle dimensioni e dall’efficienza di questo tessuto. Data la forte relazione tra dimensione della placenta e peso fetale alla nascita, può quindi avere più senso cercare vie nutrizionali per manipolare lo sviluppo della placenta e la vascolarizzazione proprio in questa fase della gestazione.
L’arginina:un promettente alleato
L’arginina è un aminoacido funzionale il cui supplemento nella razione della gestazione è stato dimostrato avere diversi effetti positivi sullo sviluppo del feto. L’arginina è una molecola che partecipa alla sintesi proteica del tessuto muscolare, ed è anche un precursore di molecole biologicamente attive che favoriscono la crescita e lo sviluppo embrionale e fetale, poiché stimolano lo sviluppo de nuovi vasi, la formazione dell’embrione e della placenta.
Da diversi studi, infatti, emerge l’effetto benefico dell’arginina sullo sviluppo del feto, perché si registra un aumento del peso dei nati vivi e, in alcune casi, anche della dimensione della cucciolata; tuttavia, questi effetti possono variare a seconda delle diverse caratteristiche intrinseche dell’animale o della dieta.
Ad oggi, però, non c’è consenso sul modo migliore per utilizzare questo aminoacido nelle diete delle scrofe in gestazione; infatti, rimangono numerosi dubbi circa diversi problemi pratici che si possono riscontrare in allevamento.
Acido folico e altre molecole
Oltre all’arginina, ci sono altre molecole che sono state indagate, per esempio da alcuni studi è emerso che la riboflavina, la leucina, la glutammina, il glucosio e il fruttosio possono fungere da sostanze nutrienti funzionali durante lo sviluppo della formazione dell’embrionale e il successivo sviluppo.
Un’altra molecola che ha ricevuto una certa attenzione è l’acido folico, il cui ruolo fondamentale per lo sviluppo embrionale è ben chiaro in medicina umana. Ad oggi, purtroppo, ci sono pochi studi nella scrofa riguardo lo sviluppo embrionale, e spesso i risultati sono poco definiti. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire come somministrare l’acido folico affinché abbia un effetto favorevole sullo sviluppo embrionale e su quali fasi in particolare influisce.
I fattori insulino simili
Tra i fattori chiave che guidano la crescita della placenta a circa metà della gestazione ci sono i fattori di crescita insulino simile (Igfs - insuline-like growth factor). Infatti, la crescita fetale ed il peso fetale al termine della gravidanza sono correlati all’Igf-1 del plasma nella madre in diverse specie animali. Nei suini, è stato visto che il trattamento con somatotropina suina aumenta l’Igf-1 materna e di conseguenza sembra aumentare la crescita fetale principalmente nei suinetti più piccoli. Pertanto, sembra che l’utilizzo della somatotropina suina possa avere un effetto di ‘salvataggio’, in quanto aumenterebbe selettivamente la probabilità di sopravvivenza nei suinetti a maggior rischio perché più leggeri.
Il supplemento proteico
L’ingestione alimentare, e più specificamente, l’ingestione proteica influenzano l’ormone della crescita (Gh – growth factor) e Igf-1 negli animali in crescita e nelle scrofe, e alcuni studi hanno studiato delle manipolazioni nutrizionali per aumentare l’ormone della crescita a metà gestazione per favorire lo sviluppo della fibra muscolare del feto in questa fase della gravidanza. In uno studio è stato registrato un incremento del peso alla nascita di circa mezzo kg con un supplemento alimentare alle scrofe di 1,5-2,0 kg/giorno tra il 45° e l’85° di gestazione.
La carnitina
Oltre alla razione alimentare, ci sono anche sostanze nutrizionali specifiche che potrebbero potenzialmente elevare Igf-1 (ad es. L-carnitina, aminoacidi a catena ramificata) e, come tale, migliorare la crescita placentare e fetale. Proprio per le sue proprietà anaboliche, la carnitina è stata suggerita come strategia per aumentare il peso della placenta, il peso fetale, il peso alla nascita ed a volte la dimensione della nidiata. In molti studi la carnitina è integrata nella razione durante tutta la gestazione, ed è quindi difficile stabilire se c’è una finestra temporale critica per la somministrazione di questo integratore. Nel complesso, sono numerosi gli studi che supportano l’utilizzo della carnitina per promuovere lo sviluppo della placenta a metà della gestazione.
In conclusione
È una pratica generale in azienda e nella ricerca usare una sola dieta per l’intera gestazione, scelta comprensibile da un punto di vista pratico e commerciale; tuttavia, questa scelta rende impossibile determinare se certi approcci nutrizionali hanno una maggiore efficacia in specifiche finestre temporali della gestazione. In conclusione, possiamo quindi dire che le strategie per migliorare il peso dei suinetti nati vivi sono tante, ma c’è ancora molto lavoro da fare per definire quali danno i migliori risultati e come utilizzarli nella dieta delle scrofe gestanti.
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