Per il settore suinicolo, la sostenibilità ambientale e la riduzione delle emissioni rappresentano un’importante obiettivo strategico per il mantenimento della propria competitività. Di certo l’alimentazione è uno dei fattori determinanti in
questo percorso.
Infatti, il mangime è indicato come il principale responsabile degli impatti ambientali nella produzione di carne suina. Dati i vincoli imposti dai disciplinari, che limitano fortemente l’impiego di materie prime caratterizzate dalla “circolarità” del loro percorso produttivo, servono approcci di formulazione che integrino più soluzioni e sappiano sfruttare la sinergia tra le opzioni permesse. In quest’ottica, vi è la necessità di studiare formule che integrino materie prime a minore impatto ambientale.
La soia è la materia prima con maggior impatto ambientale
Nelle formule da ingrasso la fonte proteica più utilizzata è la farina di estrazione di soia che viene integrata in media al 13% nella prima fase di alimentazione fino a scendere a circa l’8% nell’ultima fase di alimentazione. Ed è proprio agendo sul livello di inclusione di soia che si possono ottenere diete più sostenibili. La maggior parte della soia è importata e la sua coltivazione in Sud America, è associata alla deforestazione; quest’ultima porta a massicce emissioni di gas serra, così come il trasporto della soia in Europa contribuisce ad aumentare il computo dell’impatto ambientale associato questa materia prima.
Se da un lato, oggi, sono disponibili soie certificate per il contrasto alla deforestazione, il peso del traporto resta la causa principale nel definire la soia come la materia prima che più contribuisce all’impronta ambientale della dieta in termini di emissioni di CO2, soprattutto per le produzioni europee caratterizzate da un deficit cronico di questa materia prima.
Per contro, si deve comunque considerare che la soia ed i suoi derivati rappresentano la più importante fonte proteica vegetale impiegata nella formulazione di diete per suini, grazie all’eccellente equilibrio di amminoacidi essenziali, alla bassa concentrazione di fibra e alla sua economicità rispetto ai prodotti di origine animale e spesso anche ad altre fonti vegetali, così come è fondamentale la sua continua disponibilità sul mercato che la rende un prodotto “affidabile” per i nutrizionisti.
Ridurre l’impatto ambientale utilizzando fonti proteiche locali
Per quanto riguarda la sostituzione della soia, uno studio condotto da Reckmann et al.
(2016), ha evidenziato la possibilità di sostituirla parzialmente utilizzando fonti proteiche locali il cui profilo amminoacidico sia corretto con l’uso di aminoacidi di sintesi. Pare che ciò sia in grado di ridurre sensibilmente l’impatto ambientale delle formule e quindi dell’intera filiera della carne suina.
Tra le materie prime autorizzate dai principali disciplinari per le Dop italiane, il pisello ed il girasole sembrano essere le più interessanti, sia in termini nutrizionali che di disponibilità. Per quel che riguarda il pisello, viene impiegato con cautela per i timori legati alla presenza di vari fattori anti-nutrizionali ed il basso contenuto in amminoacidi solforati. Allo stesso modo, anche la farina di estrazione di girasole, rispetto a quella di soia, ha tipicamente contenuti inferiori di proteine e lisina digeribile ed un maggiore contenuto di fibra. Anche se tra le farine proteiche diverse dalla farina di estrazione di soia, la farina di girasole presenta i valori più elevati per la digeribilità della proteina grezza.
Ridurre la quota proteica nelle diete da ingrasso
Come secondo fattore applicabile per ridurre l’impatto delle diete, vi è la riduzione della quota proteica, soprattutto nelle diete da ingrasso, a partire dai 100-120 kg di peso, dove il fabbisogno proteico non è più molto elevato. Questo approccio di formulazione deve però essere impiegato con cautela, considerando le scarse conoscenze sui fabbisogni proteici (e di Lisina) delle moderne linee genetiche utilizzate per il suino pesante.
Lo studio
Dunque, basandoci sulla letteratura, abbiamo ipotizzato la possibilità di ridurre il livello di soia nelle diete per suini in ingrasso, attraverso l’impiego di girasole e pisello ed un accurato bilanciamento del profilo amminoacidico delle diete, attuando in sinergia la riduzione della quota proteica (ma non di lisina) negli ultimi tre mesi di alimentazione, sempre nel rispetto delle prescrizioni del disciplinare della Dop del prosciutto di Parma. Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto Psr 2014-2020 Regione Emilia Romagna Focus Area 3a- Misura 16.2.1 – Green Suino.
Per la prova sono stati allevati 1930 suini accasati in un sito da ingrasso afferente al Gruppo Martini Spa. All'arrivo i suini sono stati divisi in due gruppi:
- un gruppo di controllo (Co) che ha ricevuto la normale dieta impiegata in questa fase di allevamento,
- ed un gruppo trattato (Trt) che ha ricevuto una dieta a basso contenuto di soia ed una riduzione della quota proteina della fase da 100-120 kg.
La farina di estrazione di soia è stata sostituita utilizzando materie prime locali/europee, quindi caratterizzate da un minor impatto ambientale: farina di estrazione di girasole e pisello.
La composizione chimica delle diete, così come il livello di sostituzione della soia, sono riportate in tabella 1. In entrata il gruppo Co aveva un peso medio pari a 36.2 kg, mentre il gruppo Trt aveva un peso medio pari a 35.0 kg. Gli animali sono stati alimentati due volte al giorno tramite un sistema automatico che ha permesso di registrare il consumo di alimento in una parte dei box in prova.
Tab. 1 - Quota di soia inclusa nelle diete sperimentali e relativa riduzione nelle diete CO a TRT e composizione chimica delle diete | ||||||
Fase 1 | Fase 2 | Fase 3 | ||||
d0-d28 | d29-d94 | d95-d184 | ||||
CO | TRT | CO | TRT | CO | TRT | |
Farina di soia 48 (%) | 12.2 | 8.3 | 10.8 | 3.5 | 8.0 | 2.5 |
Riduzione soia (%) | 31.4 | 67.7 | 68.8 | |||
Composizione chimica analizzata | ||||||
Sostanza secca, g/g% | 89.4 | 88.5 | 88.5 | 88.6 | 89.5 | 89.3 |
Proteina grezza, g/g% | 13.9 | 13.7 | 13.1 | 13.2 | 12.5 | 11.3 |
Lipidi grezzi, g/g% | 5.3 | 5.1 | 4.8 | 4.5 | 4.2 | 4.3 |
Fibra grezza, g/g% | 3.6 | 3.9 | 3.7 | 4.2 | 3.8 | 3.7 |
Ceneri, g/g% | 4.3 | 4.3 | 4.2 | 3.8 | 3.8 | 3.5 |
Amido, g/g% | 44.0 | 44.8 | 46.1 | 48.1 | 50.1 | 52.9 |
Dati raccolti
Trascorsi dieci giorni dall’accasamento, un campione di 251 suini (126 suini del gruppo Co e 125 suini del gruppo Trt) è stato selezionato, contrassegnato e con una marca auricolare numerata. Per il sottogruppo numerato, è stato rilevato il peso individuale al giorno 11, 94 e 181 (prima del trasporto al macello) post-accasamento.
La mortalità e gli animali spostati in infermeria sono stati registrati quotidianamente, mentre il consumo alimentare è stato registrato mensilmente. Inoltre mensilmente, nei box con gli animali con marca auricolare, sono state valutate le lesioni alla coda secondo il protocollo Welfare Quality®, ed i risultati sono stati espressi come indice di punteggio delle lesioni (Lsi), che considera sia la frequenza sia la gravità delle lesioni. Al termine della fase di ingrasso, trascorsi 182 giorni dall’accasamento, i suini sono stati macellati nello stabilimento del gruppo Martini. Durante la macellazione sono stati raccolti i parametri di qualità della carcassa.
Performance produttive
La dieta non ha influenzato il peso degli animali a nessuno dei tre rilevamenti. Nell’ultimo rilevamento prima delle macellazioni il peso medio degli animali del gruppo Co era pari a 177 kg, mentre il peso medio degli animali del gruppo Trt era pari a 180 kg. Per quanto riguarda l’incremento ponderale giornaliero (Ipg), il gruppo Trt ha mostrato valori migliori nel periodo 94-181 post accasamento (P=0.01) e nell’intero periodo di prova (giorni 11-181 - P=0.04).
In Tabella 2 sono riportati i dati riferiti al consumo di alimento ed all’efficienza alimentare.
I suini del gruppo Trt hanno avuto una maggiore ingestione nel primo periodo (11-94; P=0.004) mentre nei restanti periodi l’ingestione è stata superiore nel gruppo Co (P<0.0001).
Per quanto riguarda la resa alimentare, il gruppo Trt ha mostrato un valore migliore rispetto al gruppo Co solo nei periodi 94-181 e 11-181.
Tab. 2 - Effetto delle diete sull’ingestione di mangime e l’efficienza alimentare dei suini nei diversi periodi di allevamento. P-value significativo se < 0.05 | ||||
Parametro | Dieta | SEM | P-value | |
CO | TRT | Dieta | ||
Consumo alimentare g/giorno | ||||
gg11-gg94 | 2285 | 2328 | 5.95 | 0.004 |
gg94-gg181 | 2783 | 2566 | 12.2 | <0.0001 |
gg11-gg181 | 2619 | 2525 | 7.89 | <0.0001 |
Resa alimentare | ||||
gg11-gg94 | 0.41 | 0.39 | 0.003 | 0.007 |
gg94-gg181 | 0.224 | 0.263 | 0.005 | 0.001 |
gg11-gg181 | 0.295 | 0.312 | 0.004 | 0.01 |
Mortalità, benessere animale e qualità della carcassa
Il dato aggregato di mortalità ed esclusione nel corso della prova rientra nella norma per questa fase di allevamento (media 8%) e non mostra differenze significative tra le diete durante tutto il periodo di permanenza in sito 3.
Nel grafico 2 sono riportai i valori delle lesioni delle code. Al giorno 34 vi è una tendenza in favore del gruppo Trt per una minore incidenza e severità delle lesioni (P=0.07), così come al giorno 102 la dieta con basso contenuto di soia ha mostrato un Lsi inferiore rispetto alla dieta di controllo (P=0.03).
Per quanto riguarda gli indicatori del comportamento, si evidenziano solo effetti sporadici e di scarsa rilevanza. Infine, in tabella 3 sono riportati i dati della carcassa rilevati al macello riferiti a tutti gli animali in prova. La dieta non ha influenzato nessuno dei parametri registrati dal Fom.
Tab. 3 - Effetto delle diete sui parametri delle carcasse di tutti gli animali coinvolti nella prova, rilevati al macello. P-value significativo se < 0.05 | ||||
Parametro | Dieta | SEM | P-value | |
CO | TRT | Dieta | ||
Parametri della carcassa | ||||
Peso Freddo | 143 | 142 | 1.41 | 0.72 |
% UM | 50.6 | 49.9 | 0.34 | 0.13 |
mm grasso | 33.5 | 34.8 | 0.76 | 0.24 |
mm magro | 65.0 | 65.9 | 0.38 | 0.12 |
Carcasse DOP, % | 96.1 | 97.6 | 0.85 | 0.23 |
Migliorato l’incremento ponderale e la resa alimentare
Lo studio condotto dimostra la possibilità di sostituire la soia nelle diete da ingrasso e la possibilità di ridurre la quota proteica nell’ultima fase di alimentazione nel rispetto del disciplinare del Prosciutto di Parma. I dai raccolti in questo studio mostrano che la dieta con minore inclusione di soia ha migliorato l’Ipg e la resa alimentare senza però influenzare in modo significativo il peso finale degli animali.
Purtroppo gli studi sulla combinazione di queste fonti proteiche nelle diete dei suini sono limitati e la maggior parte di essi si concentrano sull’impiego di pisello e farina di girasole separatamente.
Il pisello e la farina di girasole
Per quanto riguarda il pisello, diversi studi hanno testato l’inclusione di questa materia prima fino al 30% in diete bilanciate per il profilo amminoacidico, senza evidenziare effetti negativi sulle performance degli animali. La farina di pisello sembra non influenzare negativamente il consumo alimentare, nonostante il contenuto in fattori antinutrizionali che però non sembrano avere effetti negativi sui suini adulti.
Per quanto riguarda la farina di girasole, la letteratura è controversa. Alcuni studi hanno riportato un Ipg e resa alimentare inferiori nei suini alimentati con questa materia prima rispetto a quelli alimentati con farina di soia, mentre altri studi non hanno osservato differenze significative nelle prestazioni di crescita.
La nostra ricerca ha confermato che l’inclusione di farina di girasole tra il 2,5% e il 5% non ha compromesso le prestazioni degli animali. Tuttavia, si deve considerare che la farina di girasole, oltre al maggiore tenore di fibra rispetto alla soia, è carente in lisina, richiedendo integrazioni per soddisfare i requisiti nutrizionali degli animali, questo è quindi un elemento da valutare in relazione al costo formula.
Minore incidenza di lesioni alla coda
Connesso alla sostenibilità della produzione suinicola, il tema del benessere è oggi di grande interesse. Tra i temi rilevanti vi sono le lesioni alla coda in quanto la sua morsicatura è considerato un parametro “spia” per valutare il benessere dei suini. Di certo vi è una relazione molto stretta tra dieta e comportamento, per tale ragione, inserire tra i parametri di risposta nelle prove di alimentazione il rilevamento delle lesioni, è importante.
In questo studio il gruppo Trt ha mostrato una minore incidenza di lesioni alla coda in diversi periodi di prova. Non abbiamo trovato in bibliografia dati simili; la nostra ipotesi è che nonostante il livello di fibra grezza sia simile tra le diete, il maggiore tenore in fibra insolubile e lignina del girasole, possa avere prolungato il senso di sazietà degli animali, fattore che promuove un comportamento positivo, soprattutto quando gli animali sono sottoposti ad un regime alimentare razionato. Oltre alla fonte proteica, nell’ultima fase di ingrasso (3 mesi) la riduzione del tenore proteico di oltre un punto percentuale, mantenendo stabile la lisina, non ha influenzato negativamente le performance dei suini ed in ultima analisi la strategia di formulazione utilizzata nella dieta Trt non ha modificato le caratteristiche della carcassa.
Conclusioni
In conclusione, i dati raccolti mostrano che la sostituzione media del 56% di soia, attraverso l’uso di materie prime più sostenibili come la farina di pisello e di girasole, può essere considerato nella formulazione delle diete per suini in ingrasso.
Inoltre, negli ultimi tre mesi di allevamento si dovrebbe riconsiderare il livello proteico delle formule, in quanto il fabbisogno di azoto degli animali si riduce sensibilmente. Vista l’importanza fisiologica degli aminoacidi, si sottolinea la necessità di prestare attenzione nella formulazione, al fine di coprire i fabbisogni nutrizionali degli animali.
Un altro aspetto importante da considerare è sicuramente il costo formula, che comunque va commisurato ai vantaggi in termini di performance e di benessere che abbiamo osservato nel corso dello studio.
L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 2/2024
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Ringraziamenti
Fondo Feasr - P.S.R. Regione Emilia–Romagna 2014/2020 Reg. (ue) n. 1305/2013 – avviso pubblico regionale Dgr n. 2286 del 27/12/2021 tipo di operazione 16.2.01. (Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agricolo e agroindustriale focus area 3a - piano di innovazione “Sostenibilità Green della filiera del Suino pesante mediante la definizione di nuove strategie alimentari negli allevamenti senza compromettere la qualità del prodotto trasformato e soluzioni di packaging innovativi per la commercializzazione”).
La bibliografia è disponibile presso la redazione