Farina d’insetti, un ingrediente sostenibile nella dieta del suino

insetti
Grande e crescente attenzione è rivolta alla ricerca di nuove fonti alimentari proteiche sostenibili per l’alimentazione dei suini, soprattutto a causa del forte impatto sull’ambiente della coltura della soia e dell’impiego delle farine di pesce

Gli insetti sono una fonte alimentare naturale per molte specie animali superiori e storicamente consumati dall’uomo in molte aree del mondo. Nel loro habitat naturale hanno una rapida crescita e un ciclo riproduttivo spesso molto breve. Le loro fonti alimentari possono essere sostanze che gli animali vertebrati, come i mammiferi o gli uccelli, utilizzerebbero in modo marginale; in altri termini possono convertire substrati di basso valore nutritivo in altri con valore nutritivo molto più elevato. In particolare gli insetti vengono considerati come una nuova fonte proteica di qualità che può sostituire parzialmente la farina di soia nell’alimentazione animale contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza alimentare globale. La farina di soia, la principale fonte di proteine vegetali per mangimi destinati agli animali di interesse zootecnico, ha un grande impatto ambientale dovuto all’uso di terra e acqua per la sua coltivazione e al suo trasporto su larga scala. In Europa, e non solo, la maggior parte della farina di soia viene importata dagli Stati Uniti e dal Sud America. La sostituzione della farina di soia con fonti proteiche alternative, meglio se di derivazione locale, può portare a una riduzione dell’uso del suolo, dell’energia e delle emissioni associate.

farina d'insetti
Coppia di adulti della Mosca soldato nera

Ottima capacità di convertire i substrati

Con rapporti di conversione dei substrati di crescita in peso corporeo anche inferiori a 2, l’efficienza della produzione di insetti può essere superiore alle tradizionali specie animali domestiche. Gli insetti sono a sangue freddo quindi non consumano energia per riscaldarsi, sono a crescita rapida, non richiedono grandi spazi e contribuiscono alla dieta naturale di molte specie animali. Uno dei principali vantaggi legati alla produzione di farina di insetti è che molti insetti possono essere nutriti con un’ampia gamma di sottoprodotti provenienti dall’industria agroalimentare, la cui eliminazione ha un costo economico e ambientale. Per la loro capacità di convertire substrati organici di scarso valore in macromolecole ad alto valore nutritivo, in particolare proteine e grassi, gli insetti rappresentano una valida risorsa alternativa per gestire e valorizzare scarti e sottoprodotti sostenendo un’economia circolare. La Fao stessa suggerisce che un’importante strada per ridurre lo spreco alimentare è quella di trovare flussi alternativi in cui i rifiuti possano essere utilizzati in modo efficiente.

 

Non solo per l’acquacoltura

Molte specie di insetti hanno mostrato un alto contenuto di proteine, lipidi, energia e micronutrienti e potrebbero sostituire (parzialmente o totalmente) la farina di soia nell’alimentazione animale. Già possibile in acquacoltura, l’uso di insetti nei mangimi per pollame è stato esplorato dalla Commissione europea e recentemente alcuni studi sono stati condotti anche sull’impiego in suinicoltura. L’uso di farina di insetti per ruminanti attualmente non è neppure preso in considerazione nei paesi europei o nordamericani, ma certamente per avicoli e suini le possibilità di un futuro impiego di farine d’insetti nei mangimi non sono affatto remote.

L’utilizzo su vasta scala degli insetti nell’industria alimentare e in quella mangimistica può quindi rientrare nell’ottica di un’economia circolare, con ottimizzazioni economiche e virtuosismi ambientali. Si stanno aprendo scenari importanti. Per i prossimi anni in Europa è generalmente prevista una crescita esponenziale della produzione di farine d’insetti. E non dimentichiamo che in diversi paesi asiatici gli insetti sono storicamente considerati alimenti e mangimi e utilizzati come fonte di proteine.

 

Le caratteristiche delle farine d’insetti

La composizione chimica delle farine derivate da insetti sono molto variabili. Nella tabella, dove si fa in confronto con le farine di soia e di pesce, possiamo vederne un esempio nella tabella 1.

Tab. 1 - Composizione chimica (% sulla sostanza secca) di farine di insetti di maggior interesse produttivo rispetto alla farina di soia e farina di pesce

Ceneri Grassi grezzi Proteina grezza Lisina Metionina
Hermetia illucens (larva) 20,6 ± 6,0 26,0 ± 8,3 42,1 ± 1,0 2,78 0,88
Musca domestica (larva) 10,1 ± 3,3 18,9 ± 5,6 50,4 ± 5,3 3,07 1,11
Tenebrio mollitor 3,1 ± 0,9 36,1 ± 4,1 52,8 ± 4,2 2,86 0,79
Farina di soia (44% PG) 7 2,2 50 3,05 0,67
Farina di pesce (67% PG) 16,3 10,1 71,8 5,31 1,94

(modificato da Makkar e collaboratori)

Numerosi sono i lavori di ricerca sui polli pubblicati negli ultimi anni che hanno indagato sulla sostituzione totale o parziale della soia con farina d’insetti. Nei suini già un primo studio fu effettuato nel 1977 da Newton e collaboratori, seguita poi da altri più recenti, in cui con farine d’insetti in sostituzione di altre fonti proteiche tradizionali si evidenziavano miglioramenti nel consumo medio giornaliero di alimento, senza alterare la qualità delle carcasse. A tali farine sono assegnate proprietà nutraceutiche per il loro contenuto in chitina, che in una recente sperimentazione condotta da ricercatori finlandesi ha evidenziato proprietà prebiotiche, e per l’alto contenuto di acido laurico (acido grasso a catena media) attivo contro i batteri Gram positivi.

Le larve d’insetto possono crescere su diversi substrati caratterizzati da ampia variabilità della composizione chimica, come rifiuti di frutta e verdura, rifiuti di cucina e sottoprodotti di birrificio. Certamente la composizione nutrizionale del substrato di allevamento influenza le prestazioni di crescita delle larve sia in termini di velocità di crescita che di sopravvivenza. Di solito, le diete a basso contenuto proteico e a basso contenuto energetico, come ad esempio frutta e verdura, determinano uno sviluppo larvale più lento. In letteratura scientifica si rileva che una dieta ricca di grassi potrebbe essere dannosa per la crescita delle larve. Certamente la composizione chimica del substrato di coltivazione influenza l'abbondanza e la qualità della larva finale e quindi della farina che ne può derivare. In diversi studi è stata osservata un’elevata variabilità delle caratteristiche chimiche. In uno studio del 2017 di Barragan-Fonseca e collaboratori, che raccoglieva dati da più ricerche quindi con diversi substrati di crescita, emerge che il contenuto proteico, in percentuale della sostanza secca, variava da 37 a 63 e quello lipidico andava dal 7 al 39.

farina d'insetti
Larve di Mosca soldato nera in crescita su un substrato organico

Molto promettenti ma c’è ancora tanto da fare

Sebbene sia tecnicamente possibile includere gli insetti nelle diete commerciali degli animali da reddito, ulteriori ricerche sono essenziali per sviluppare o aggiornare diversi aspetti:

- i quadri giuridici e le normative devono essere sviluppati per garantire il prodotto sicurezza e ridurre il rischio;

- l’allevamento, la trasformazione e i metodi di stoccaggio: le pratiche devono essere proponibili su ampia scala ed energeticamente ed economicamente sostenibili;

- l’analisi su vasta scala dell’inclusione in azienda di insetti nella dieta degli animali per confermare l’appetibilità, i livelli di inclusione, i parametri di crescita, la qualità e la sicurezza del prodotto;

- la misurazione delle proprietà prebiotiche e nutraceutiche degli insetti che possono portare benefici che vanno oltre la fornitura di nutrienti.

Sicuramente è improbabile che la produzione di insetti dai soli scarti di mangime sia possibile su scala sufficientemente ampia da eliminare la necessità di fonti proteiche aggiuntive come la farina di soia; gli insetti forniscono una preziosa opportunità per contribuire ad arricchire le fonti di mangime disponibili. Con adeguati progetti di ricerca e sviluppo gli insetti, o perlomeno quelli che stanno evidenziando la migliore attitudine come la “Mosca soldato nera”, potrebbero contribuire alla produzione di un’economia circolare sostenibile La determinazione di nuove soluzioni per soddisfare le richieste di proteine per il mangime degli animali da reddito è fondamentale per lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili e in un prossimo futuro gli insetti sembra possano contribuire in modo importante a questo obiettivo.

 


QUALI INSETTI ALLEVARE

Gli insetti destinati a essere utilizzati per la produzione di materie prime per l’alimentazione animale sono considerati animali allevati a tutti gli effetti (regolamento CE 1069/2009). Per sintetizzare quello che riporta la legislazione vigente sull’argomento “farine d’insetto nell’alimentazione degli animali allevati” possiamo dire che sono ammessi gli insetti vivi, congelati o secchi (o parti di essi). Non sono invece ammesse le farine proteiche derivate da insetti (Pat: Proteine animali trasformate), ma gli oli da insetti si possono utilizzare per i non ruminanti.

Dal 2017 le Pat (cioè le farine proteiche d’insetto) sono state però ammesse in acquacoltura e si sta attivamente discutendo per renderle utilizzabili in avicoltura e suinicoltura. Le specie di insetti di cui si ha già l’autorizzazione in acquacoltura sono sette:

 

  • Mosca soldato nera (Hermetia illucens)
  • Mosca domestica (Musca domestica)
  • Tenebrione mugnaio o tarma della farina (Tenebrio molitor)
  • Alfitobio (Alphitobius diaperinus)
  • Grillodomestico (Acheta domesticus)
  • Grillofasciato (Gryllodes sigillatus)
  • Grillosilente (Gryllus assimilis)

 

I metodi di trasformazione degli insetti sono definiti dal regolamento CE1069/2009 e la trasformazione deve avvenire in impianti dedicati.

Farina d’insetti, un ingrediente sostenibile nella dieta del suino - Ultima modifica: 2020-11-30T18:36:00+01:00 da Mary Mattiaccio

2 Commenti

  1. Non mi convince il confronto fra insetti e soia. Gli insetti hanno bisogno di apporti esterni di proteine e grassi per le loro esigenze metaboliche. La soia può fissare l’azoto e utilizzarlo per la sintesi proteica e con la fotosintesi può provvedere alle altre esigenze energetiche. In termini di bilancio energetico la soia è avvantaggiata. Solo con molto materiale di scarto l’analisi nutrizionale va a vantaggio degli insetti.

    • Buonasera Franco, grazie per la considerazione. Dopo esserci consultati con l’autore dell’articolo, le rispondiamo quanto segue:
      siamo d’accordo con le sue osservazioni, infatti nell’articolo è spiegato che “Uno dei principali vantaggi legati alla produzione di farina di insetti è che molti insetti possono essere nutriti con un’ampia gamma di sottoprodotti provenienti dall’industria agroalimentare, la cui eliminazione ha un costo economico e ambientale. Per la loro capacità di convertire substrati organici di scarso valore in macromolecole ad alto valore nutritivo, in particolare proteine e grassi, gli insetti rappresentano una valida risorsa alternativa per gestire e valorizzare scarti e sottoprodotti…”
      Spero di averle fornito una risposta esaustiva. Siamo a disposizione per qualsiasi ulteriore necessità.
      La redazione.

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