I risultati del secondo anno di monitoraggio negli allevamenti suinicoli coinvolti nell’attività del gruppo operativo “Pork monitor - Analisi di gestione tecnico-economica delle imprese che compongono la filiera suinicola dell’Emilia-Romagna”, finanziato dal Psr 2014-2020 dell’Emilia-Romagna, mostrano relativamente all’esercizio 2020 una stabilizzazione dei costi di produzione, ma margini di reddittività in forte calo a causa della flessione dei prezzi del suino da macello Dop.
Per l’anno 2021 è prevedibile un andamento della redditività ancora peggiore, in quanto la ripresa dei prezzi del grasso da macello, in controtendenza rispetto agli altri mercati comunitari, difficilmente compenserà l’eccezionale aumento del costo delle materie prime, dei combustibili e dell’energia. Alla rilevazione dei costi di produzione del suino pesante hanno collaborato gli stessi allevamenti contattati nel corso del primo anno di attività del Goi “Pork Monitor”. I dati produttivi e contabili sono stati elaborati col medesimo sistema di calcolo testato nella prima tornata di rilevazioni, fornendo risultati confrontabili con quelli relativi all’esercizio dell’anno precedente. Per i dettagli sulla metodologia del sistema di calcolo si rinvia all’opuscolo n. 1 di Pork Monitor scaricabile dalla pagina web del progetto (https://bit.ly/3FCa4YD).
Allevamenti da ingrasso
Per quanto riguarda gli allevamenti da ingrasso l’incremento della produzione netta è dovuto al maggior numero di magroni acquistati, al conseguente aumento dello sfruttamento della capacità produttiva e al più elevato accrescimento medio giornaliero.
Pur non trattandosi di due variabili necessariamente correlate, anche per quanto riguarda l’indice di conversione alimentare – calcolato includendo gli sprechi e i consumi improduttivi di mangime – si è rilevato un miglioramento, quantificabile in oltre 100 grammi di consumo in meno (88% s.s) per chilogrammo di peso vivo prodotto.
La migliore resa del mangime ha permesso di limitare gli effetti sul costo di alimentazione del rincaro dei cereali e delle oleaginose, per cui il costo per capo e per chilogrammo di peso vivo venduto è rimasto sostanzialmente invariato, nonostante il valore di mercato della razione sia salito ad oltre 24€ al quintale. Il maggior numero di suini ingrassati ha inoltre ridotto il costo medio di alcuni fattori fissi di produzione, quali assicurazioni, affitti, servizi veterinari e ammortamenti. Tuttavia, il calo del costo totale (-1,3%) è riconducibile in massima misura, oltre che al minore consumo di farmaci, alla diminuzione del prezzo di acquisto del magrone.
Allevamenti a ciclo chiuso
Negli allevamenti a ciclo chiuso, il calo della mortalità in allattamento ha consentito nel 2020 di svezzare 0,5 suinetti in più per scrofa in produzione, a parità di parti di parti e di suinetti nati vivi per scrofa. L’aumento della produttività allo svezzamento e del maggiore numero di scrofe in produzione - dovuto ad una più efficiente gestione della rimonta – hanno determinato l’incremento della produzione netta.
Rispetto alle aziende da ingrasso, il costo medio totale degli allevamenti a ciclo chiuso è inferiore in quanto non include la spesa per l’acquisto dei capi da allevamento, fatta eccezione per quelle aziende che ricorrono alla rimonta esterna per sostituire le scrofe riformate. Le altre spese risultano invece più elevate perché includono anche gli oneri di gestione delle fasi di riproduzione e svezzamento dei suinetti. La maggiore produttività ha determinato la riduzione di gran parte di queste voci, come quelle relative al lavoro, agli ammortamenti e ai canoni di locazione delle strutture di terzi (siti di ingrasso o post svezzamento). L’incremento delle quotazioni delle materie prime si è poi tradotto in aumento più contenuto del costo di alimentazione, poiché i consumi relativi al mantenimento delle scrofe e della rimonta si sono distribuiti su un numero più elevato di suini da macello.
Redditività e prospettive
Dalla vendita dei capi da macello gli allevamenti del campione hanno percepito nel 2020 un prezzo per peso vivo di 1,47 €/kg. La compensazione per l’Iva non detratta, pari nel 2020 al 7,95% del fatturato di vendita, ha portato il ricavo unitario a 1,59 €/kg. Rispetto al prezzo percepito nel 2019, si è rilevata una contrazione di 11 centesimi, corrispondente a 18 €/capo. Il calo è di uguale entità rispetto alla media annuale dei listini Cun del suino Dop di peso compreso tra 160 e 176 chilogrammi (1,37 €/kg), i cui ribassi nel primo semestre dell’anno sono seguiti alla chiusura dei canali della ristorazione e al crollo dei consumi fuori casa. La temporanea riapertura dei canali Ho.Re.Ca. ha coinciso con una parziale ripresa, ma, a partire dall’autunno, l’equilibrio di mercato è stato nuovamente scosso dal ripresentarsi dell’emergenza dovuta alla seconda ondata della pandemia da Covid.
Per entrambi i gruppi di allevamenti la riduzione del prezzo di vendita, a fronte del lieve calo dei costi di produzione, ha comportato un netto peggioramento dei margini di reddittività. Nel caso degli allevamenti da ingrasso, la quota di detrazione forfettaria dell’imposta sul valore aggiunto (portata al 9,5% a partire dal 1° gennaio 2021) ha permesso mediamente di chiudere il bilancio in pareggio e, nel peggiore dei casi, di contenere la perdita.Nonostante la migliore produttività, il costo medio degli allevamenti a ciclo chiuso è rimasto sostanzialmente invariato, e allineato al prezzo di vendita al netto dell’imposta sul valore aggiunto. La compensazione per l’Iva non detratta ha creato nella maggior parte dei casi un piccolo margine.
Per quanto riguarda le quotazioni del suino pesante, il 2021 ha garantito a consuntivo condizioni migliori rispetto alla crisi congiunturale che ha segnato l’esercizio dell’anno precedente. La ripresa dei listini del suino da macello Dop ha coinciso con la progressiva riapertura delle strutture ricettive e dei canali della ristorazione, e con il rialzo del mercato delle cosce destinate alle produzioni tipiche. Su base annua le quotazioni (1,49€/kg) hanno registrato un recupero tendenziale dell’8%, ma sulla futura tenuta di questa ripresa permangono molte incertezze legate sia all’evoluzione dell’ultima recrudescenza della pandemia e alle dinamiche del commercio internazionale.
Nel conto bisogna inoltre considerare gli eccezionali rincari delle materie prime che stanno ancora avendo un impatto pesantissimo su una delle principali voci di costo dell’allevamento. Basti pensare che nel 2021 le quotazioni del mais e dell’orzo, largamente utilizzati nell’alimentazione dei suini, sono aumentate di oltre il 30%, e la soia ha registrato un incremento di quasi il 20%. Ipotizzando un uguale indice di conversione alimentare e lo stesso peso medio alla macellazione, è possibile stimare per i soli allevamenti da ingrasso un aumento del costo di alimentazione dell’ordine di 30 € per capo, corrispondente a circa 20 centesimi per chilogrammo di peso vivo.
Negli altri mercati comunitari le quotazioni dei suini da macello (suino leggero classe E) hanno seguito a partire dal secondo trimestre del 2021 un andamento differente a causa del recupero delle consistenze cinesi dagli effetti disastrosi delle epidemie di peste suina africana. L’aumento della capacità di autoapprovvigionamento della Cina ha infatti determinato a partire dal mese di aprile dell’anno passato un consistente calo delle importazioni di carni comunitarie che fino ad allora erano continuate a crescere, sostenendo la temporanea ripresa dei mercati.
La contrazione della domanda cinese ha invece innescato una nuova spinta al ribasso in tutto il Nord Europa e in quei Paesi che avevano sfruttato questo rilevante sbocco commerciale per le eccedenze comunitarie, primo fra tutti la Spagna.
Per quanto riguarda l’Italia, la tenuta delle quotazioni rispetto alla tendenza che ha investito il resto dei mercati europei è anche legata alla peculiarità della filiera produttiva nazionale, ed al rialzo dei tagli utilizzati per le produzioni tipiche, primi fra tutti le cosce destinate alle specialità Dop.
Tab.1 - Caratteristiche allevamenti da ingrasso (6.500 posti)
2019 | 2020 | |
Magroni acquistati (n.) | 11.609 | 11.804 |
Peso magroni (kg/capo) | 33,3 | 33,0 |
Suini venduti (n.) | 10.962 | 11.096 |
Peso vivo (kg p.v./capo) | 170,1 | 171,2 |
Mortalità | 2,60% | 3,00% |
Presenza media | 5.840 | 5.995 |
Produzione netta (kg) | 1.449.150 | 1.515.238 |
Tab.2 - Indici produttività allevamenti da ingrasso
2019 | 2020 | |
Magroni acquistati (n.) | 11.609 | 11.804 |
Incre. giornaliero (gr/capo) | 674 | 693 |
Durata ciclo ingrasso (gg) | 204 | 200 |
Consumo alimenti (kg/g) | 2,45 | 2,43 |
Resa del mangime | 27,40% | 28,40% |
Costo razione (€/100 kg) | 23,9 | 24,3 |
Tab. 3 - Costo suino pesante in allevamenti da ingrasso (IVA inclusa)
2019 | 2020 | |||
€/capo | €/kg p.v.l | €/capo | €/kg p.v.l | |
Mezzi correnti e servizi (di cui): | 242,44 | 1,43 | 239,16 | 1,40 |
Alimentazione | 117,85 | 0,69 | 118,17 | 0,69 |
Magrone | 97,89 | 0,58 | 94,23 | 0,55 |
Mortalità | 2,62 | 0,02 | 2,95 | 0,02 |
Energia e carburanti | 4,53 | 0,03 | 3,87 | 0,02 |
Medicinali e veter. | 4,09 | 0,02 | 3,35 | 0,02 |
Servizi e prestaz. prof. | 8,49 | 0,05 | 8,38 | 0,05 |
Manutenzioni e materiali | 3,51 | 0,02 | 4,69 | 0,03 |
Spese generali | 3,45 | 0,02 | 3,52 | 0,02 |
Fattori di produzione (di cui): | 30,56 | 0,18 | 30,89 | 0,18 |
Lavoro | 14,12 | 0,08 | 14,76 | 0,09 |
Ammort. e interessi | 16,44 | 0,10 | 16,12 | 0,09 |
Costo totale | 273,00 | 1,60 | 270,05 | 1,58 |
Tab.4 - Caratteristiche e indici produttività allevamenti a ciclo chiuso
2019 | 2020 | |
Scrofe in produzione | 384 | 388 |
Parti/scrofa/anno | 2,20 | 2,20 |
Nati vivi per parto | 12,29 | 12,37 |
Nati vivi/scrofa/anno | 27,08 | 27,12 |
Svezzati/scrofa/anno | 24,36 | 24,87 |
Mortalità sottoscrofa | 10,10% | 8,40% |
Mortalità post svezzamento | 4,10% | 4,20% |
Mortalità ingrasso | 2,90% | 2,10% |
Peso suini venduti | 174 | 173 |
Produzione netta (kg p.v.) | 1.355.185 | 1.395.914 |
Tab.5 - Costo suino pesante in allevamenti a ciclo chiuso (IVA inclusa)
2019 | 2020 | |||
€/capo | €/kg p.v. | €/capo | €/kg p.v. | |
Mezzi correnti e servizi (di cui): | 212,92 | 1,22 | 211,84 | 1,22 |
Alimentazione | 168,27 | 0,97 | 170 | 0,98 |
Medicinali e veter. | 9,51 | 0,05 | 9,22 | 0,05 |
Fecondazione e rimonta | 3,22 | 0,02 | 3,33 | 0,02 |
Energia e carburanti | 9,97 | 0,06 | 8,79 | 0,05 |
Affitti/soccide | 7,14 | 0,04 | 6,76 | 0,03 |
Servizi e prestaz. prof. | 7,23 | 0,04 | 6,32 | 0,04 |
Manutenzioni e materiali | 4,28 | 0,02 | 4,00 | 0,02 |
Spese generali | 3,3 | 0,02 | 3,44 | 0,03 |
Fattori di produzione (di cui): | 46,31 | 0,27 | 30,89 | 0,26 |
Lavoro | 27,05 | 0,16 | 26,17 | 0,15 |
Ammort. e interessi | 19,26 | 0,11 | 18,49 | 0,11 |
Costo totale | 259,23 | 1,49 | 256,6 | 1,48 |