Parlando di produzioni suinicole, ma volendo allargare l'orizzonte i ragionamenti sarebbero gli stessi, si può affermare senza timore di essere smentiti che la genetica ha implicazioni in tutto ciò che concerne gli aspetti produttivi, riproduttivi e qualitativi del maiale. Ecco perché all'estero il lavoro del genetista viene paragonato a quello del trend watcher. Il trend watcher basa il suo operato cercando di individuare nella società contemporanea i nuovi trend della moda, le tendenze di certi fenomeni a modificarsi (crescendo, decrescendo), andando a prevedere le evoluzioni future sulla base di quello che è in grado di decifrare analizzando il contesto in cui vive. Il genetista opera in modo analogo perché deve riuscire a capire le esigenze del mercato futuro per indirizzare la selezione degli animali per i quali è responsabile. Senza voler banalizzare eccessivamente, perché l'indirizzare la selezione genetica è frutto del lavoro di staff e non di una singola persona, non si può non essere d'accordo sull'affermare che chi opera in campo genetico deve lavorare con un occhio costantemente rivolto al futuro godendo possibilmente di una visione a 360°: il produttore di genetica deve infatti accontentare allevatori, macellatori, trasformatori e consumatore finale. A complicare le cose, vi è un particolare non da poco, rappresentato dal fatto che spesso le esigenze di questi attori della filiera sono molteplici e in contrasto tra loro. L'effetto è quello noto della coperta corta: tirandola da una parte o l'altra ci si scopre i piedi oppure la testa. Se è vero che parecchi caratteri sui quali si vuole selezionare sono in contrasto tra loro ovvero, utilizzando termini appropriati, sono correlati negativamente, è altrettanto vero che tra un programma di selezione e l'altro esistono differenze profonde determinate, ad esempio, dal numero degli animali in selezione, dalla capacità di elaborazione dati dei sistemi computerizzati, dall'impiego di un serio programma di selezione genomica e, non ultimo, dalle risorse finanziarie che si intendono utilizzare.
Evoluzione della selezione
Senza dilungarsi in discorsi troppo articolati e complessi, si può dire che il campo della genetica negli ultimi trent'anni è stato rivoluzionato a più riprese: si è passati da una valutazione genetica multicarattere - che permetteva di assegnare a ogni animale un indice genetico ricavato sulle misurazioni fenotipiche effettuate - al Blup (Best linear unbiased prediction, Migliore previsione lineare imparziale)che, rispetto al metodo precedente, a parità di caratteri rilevati, ha avuto il merito di rendere la selezione più accurata introducendo la possibilità di comparare le performance degli animai nel tempo ed in ambienti diversi. L'utilizzo del Blup ha permesso di predire il valore genetico anche della progenie.
Nei primi anni '90 si sono introdotti i primi test del Dna tra cui il più noto è stato quello utilizzato per determinare la sensibilità all'alotano, conosciuto anche come gene della stress sensibilità. Negli stessi anni si è iniziato a parlare di marker genetici, anche se la loro reale integrazione nei programmi di selezione è stata per lungo tempo marginale.
Negli ultimi cinque anni si è assistito a una forte accelerazione di quella che è stata chiamata la selezione genomica.
È importante mettere in chiaro che la selezione genomica almeno per i prossimi 15-20 anni non pensionerà il sistema Blup, anzi, nella fase iniziale si limiterà a rafforzare l'accuratezza delle stime ottenute attraverso i sistemi Blup di un 25-30% (un dato tutt'altro che trascurabile).
Ecco che la disponibilità di un numero elevato di animali in selezione sui quali misurare dati fenotipici era, rimane e rimarrà una pietra miliare per le aziende che intendono fare genetica ad alto livello.
Secondo fattore limitante diventa a questo punto la capacità da parte dei cervelloni elettronici di elaborare i milioni di informazioni legate alle sequenze genomiche decifrate e metterle in correlazione con le performance degli animali. Quando, in un futuro non molto lontano, saremo in grado di estrarre l'intero genoma del suino a prezzi sostenibili, potranno essere due i fattori limitanti: il primo, rappresentato dalla capacità di immagazzinare e elaborare informazioni dei sistemi computerizzati; il secondo, di carattere squisitamente economico.
Ricerca e Sviluppo
In quest'ottica in cui fare genetica diventa un mestiere sempre più specializzato e dove le tecnologie moderne stanno arrivando a creare un vero e proprio solco tra le aziende che dispongono di know-how e mezzi finanziari adeguati, pone le sue radici la fusione tra Topigs International e Norsvin International AS che uniscono le attività internazionali in una nuova compagnia chiamata Topigs Norsvin. L'accordo tra le due aziende, i cui ricavi per l'anno passato sono stati complessivamente pari a 179 milioni di US$, porta alla creazione di un nuovo colosso leader a livello mondiale nel campo della genetica suina. Gli uffici principali saranno a Vught (Paesi Bassi).
Topigs e Norsvin sono entrambe cooperative di allevatori con l'identica filosofia di reinvestire gli utili in ricerca e sviluppo; i dividendi dei propri associati derivano dal progresso genetico ottenuto proprio dal lavoro di selezione che sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà lo sforzo finanziario.
Ecco perché uno degli obiettivi principali che derivano dalla fusione sarà quello di allineare gli sforzi dei rispettivi dipartimenti di Ricerca e Sviluppo per investimenti più efficaci, redditizi e che accelerino ulteriormente il progresso genetico. Attualmente, i rispettivi budget destinati alla Ricerca e Sviluppo delle due aziende ammontano al 14% del fatturato (25 milioni di $) e l'obiettivo non è quello di unire per ottimizzare tagliando, bensì quello di unire e crescere.
Cosa dire, ad esempio, dell'applicazione della Tac sugli animali in selezione? Dal 2008 ad oggi oltre 3.000 riproduttori/anno sono stati testati con tale tecnologia che consente di acquisire dati fondamentali per meglio conoscere caratteri relativi alla qualità della carne e alla robustezza degli animali potendo valutare l'apparato osseo e l'eventuale presenza di osteocondrosi in punti critici come omero e femore.
Già nel logo le due aziende hanno manifestato le loro intenzioni. Infatti, attraverso il simbolismo di due molecole di Dna che si fondono si intende far capire come ci sia la volontà di unire le forze in un'unica azienda senza alcuna riserva. D'altra parte, nel logo non poteva mancare un chiaro riferimento all'aspetto genetico che rappresenta sempre e comunque il core business della compagnia neonata.
Quello tra Topigs e Norsvin è un incontro perfetto: entrambe sono aziende il cui focus è rappresentato dalla Ricerca e Sviluppo e presentano il vantaggio di avere un portafoglio prodotti complementare.
Se Topigs è nota per le proprie linee robuste, facili da gestire focalizzate all'efficienza alimentare, Norsvin ha sviluppato negli anni animali estremamente produttivi, efficienti e con ottimi tagli carnosi.
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