Sono positivi gli ultimi dati che provengono dai mercati suinicoli. Nel corso del mese di marzo, i prezzi dei suini pesanti da macello sono stati registrati in aumento dell’1% rispetto a febbraio, con una quotazione media a peso vivo che si è attestata a 1,578 euro/kg. Un incremento che si fa vistoso dal punto di vista tendenziale (ovvero rispetto allo stesso mese dell’anno scorso): +27,3%.
Grazie all’aumento dei prezzi, anche la redditività della suinicoltura italiana è migliorata a marzo: l’indice Crefis rileva infatti un +0,4% rispetto a febbraio scorso. Anche in questo caso, è la variazione tendenziale a mostrarsi particolarmente elevata: +14,8% rispetto a marzo 2016.
Prosegue inoltre la crescita delle quotazioni dei suini da allevamento (di peso 30 kg) che raggiungono i valori medi mensili più elevati di sempre. Alla borsa merci di Modena questi capi sono stati scambiati a 106,700 euro/capo, con una variazione del +11,2% rispetto al mese precedente.
La fase di macellazione segna +2,3%
A marzo i prezzi delle cosce fresche pesanti per crudo tipico sono aumentati dello 0,8% con quotazioni arrivate a 5,200 euro/kg (Cun); molto positiva la variazione tendenziale: +18,5%.
Sale, sempre a marzo, il prezzo della coscia fresca pesante destinata a produzioni non tipiche: 4,230 euro/kg per un +1,2% rispetto a febbraio (+23,3% su base tendenziale).
Anche la redditività della fase di macellazione è stata registrata in aumento a marzo: secondo l’indice Crefis è infatti cresciuta del 2,3% rispetto a febbraio. Un aumento che giunge dopo un periodo di cali continui, per questo la variazione tendenziale rimane negativa: -24,8% rispetto a marzo 2016.
Fase di stagionatura lieve flessione
Stabili nel mese di marzo i prezzi del Prosciutto di Parma pesante, fermo a 10,350 euro/kg. Una quotazione comunque ben più elevata rispetto al 2016, come segnala la variazione tendenziale, sempre per il prosciutto pesante, a +16,3%. Resta stabile a 13,200 euro/kg il prezzo del prosciutto di San Daniele, che rispetto allo stesso periodo del 2016 fa segnare un +11,4%.
Marzo è stato contraddistinto anche da una nuova flessione della redditività dei prosciutti, sia Parma dop che non tutelati, anche se è quest’ultima categoria, come avvenuto a gennaio e febbraio, quella ad aver registrato la riduzione più marcata. Nel caso delle produzioni tipiche, la contrazione è stata infatti molto lieve, pari allo 0,1%; nel caso dei prosciutti generici, invece, il calo di redditività è stato pari a 3,2%. In questo modo, a marzo è ulteriormente aumentato il differenziale di redditività tra prosciutti dop e prosciutti non tipici, a favore delle produzioni di qualità.
LEGGI QUI l’articolo completo di box e tabelle pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura n. 4/2017
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