Il Consorzio salumi tipici piacentini nasce nel 1971, come consorzio volontario per difendere e valorizzare le tipicità piacentine. Nel 1996 il Consorzio richiede e ottiene il riconoscimento dop per tre prodotti: la Coppa piacentina, la Pancetta piacentina e il Salame piacentino. E, per adeguarsi e ottemperare alle normative europee, nel 2007 istituisce un nuovo soggetto: il Consorzio Salumi dop piacentini.
Ad Antonio Grossetti, presidente del Consorzio abbiamo posto alcune domande.
A quanto ammonta il valore delle produzioni dop?
«La Pancetta piacentina e la Coppa piacentina hanno chiuso il 2016 con +10% in termini di pezzi prodotti – risponde Grossetti -. Il Salame piacentino, forte di una crescita sbalorditiva negli anni precedenti, ha subito invece una lieve flessione. Entrando nel dettaglio, il Salame Piacentino dop ha registrato una produzione di 1.473.945 pezzi; la Pancetta piacentina dop invece si attesta a 138.435 pezzi e la Coppa Piacentina dop a 420.582 pezzi. Il totale dei salumi dop piacentini prodotti è quindi di 2.032.962 pezzi».
Quali sono stati i motivi di questo successo?
«Sicuramente l’intenso lavoro svolto in termine di valorizzazione del prodotto sta producendo risultati concreti e duraturi. I nostri salumi – precisa Grossetti - sono indubbiamente di altissima qualità e il consumatore ne riconosce il valore aggiunto».
Quali sono le principali attività del Consorzio?
«In primis – spiega il presidente del Consorzio - metterei una intensa attività di promozione e valorizzazione dei tre salumi dop piacentini abbinata a una costante attività di vigilanza, estesa su tutto il territorio nazionale. Siamo anche molto attivi sul fronte dei bandi provinciali, regionali, nazionali, europei, a cui partecipiamo con l’obiettivo di reperire fondi per una più capace azione sia di valorizzazione sia di tutela».
Mi segnalava l’attività di vigilanza? Quante le irregolarità registrate?
«In questi anni abbiamo effettuato circa 7mila controlli – risponde Grossetti -. Dopo 7 anni dall’implementazione dell’attività di vigilanza, le irregolarità sono progressivamente diminuite. Un buon segnale che va verso la direzione della tutela e della protezione delle nostre dop».
Quali sono i vostri obiettivi per il 2018?
«Assistiamo da anni a una crisi che sta coinvolgendo il settore e i segni di miglioramento, che si iniziano a registrare, sono ancora minimi. Credo che un maggior dialogo tra le parti di tutta la filiera, dagli allevatori alla gdo, potrebbe essere un modo per unire gli intenti, che sono comuni», ha concluso Grossetti.
L'articolo completo si trova sul n. 9 della Rivista di Suinicoltura oppure cliccando qui.