La sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini (Prrs) è una delle malattie più costose nella produzione suina a livello mondiale. Negli Stati Uniti, è stato calcolato che possa causare perdite di produttività fino a 1,2 miliardi di dollari all'anno. Nel gruppo riproduttivo, questa malattia può portare a fallimenti riproduttivi, aumento degli aborti, nati morti, mummificati, parti prematuri e suinetti deboli. Nel gruppo in accrescimento, invece, può causare malattie respiratorie che possono tradursi in mortalità e scarse prestazioni di crescita.
Il virus della Prrs (Prrsv) può essere trasmesso direttamente attraverso secrezioni orali e nasali, feci, urine, seme e secrezioni delle ghiandole mammarie o indirettamente tramite il contatto con fomiti (stivali, tute, aghi, veicoli) e aerosol. La vitalità del Prrsv nell'ambiente può dipendere da fattori come temperatura, pH, umidità, tipo di virus (ad es. variante), tipo di superficie ed esposizione a sostanze chimiche.
Superfici a rischio: lo studio
Negli Stati Uniti, la comparsa della Prrs è tipicamente stagionale, iniziando tra ottobre e novembre e diminuendo in primavera.
Durante l'autunno del 2020, una nuova variante del Prrsv è emersa nel sud del Minnesota, classificata come sotto-linea 1C (L1C.5), e numerose aziende suinicole di diverse compagnie sono state colpite. Circa sei mesi dopo, durante la primavera-estate del 2021, è stata riportata una seconda ondata di focolai, un evento atipico.
Le aziende colpite erano caratterizzate da robuste misure di biosicurezza e situate in aree considerate a basso rischio di infezione. Questa variante si è diffusa rapidamente in un'ampia area geografica, e si ipotizza che l'infezione degli allevamenti sia avvenuta tramite vie indirette che hanno violato la biosicurezza.
Per ottenere maggiori informazioni su quali superfici siano più probabilmente contaminate da Prrsv negli allevamenti suini, sono state campionate superfici considerate ad alto rischio di contaminazione all'interno e all'esterno degli allevamenti che ospitavano suini positivi alla variante L1C.5.
Lo studio ha coinvolto sette allevamenti positivi alla Prrs (due allevamenti riproduttivi, due allevamenti di svezzamento, due svezzamento-ingrasso e uno svezzamento/ingrasso) e un allevamento negativo alla Prrs (allevamento riproduttivo) durante l'estate-autunno del 2021 e la primavera del 2022.
Per includere gli allevamenti nello studio, questi dovevano essere rappresentativi delle moderne pratiche di produzione suina negli Stati Uniti, avere conferma di laboratorio tramite Rt-Pcr e sequenziamento ORF5 che i suini fossero infettati dalla variante Prrsv L1C.5; i suini dovevano essere nelle prime fasi del focolaio e gli allevamenti dovevano essere situati nel centro-ovest degli Stati Uniti.
Al momento della progettazione dello studio, non esisteva un protocollo disponibile per valutare la contaminazione virale negli allevamenti suini, pertanto è stata sviluppata una metodologia di campionamento con veterinari praticanti. È stato stabilito che un massimo di 29 campioni per allevamento fosse raccolto. Queste superfici non erano in contatto diretto con i suini e sono state scelte in base alla probabilità di contaminazione, ai materiali presenti nell'allevamento e al rischio di contatto con il personale dell'allevamento. Per raccogliere i campioni, gli investigatori hanno seguito un protocollo per minimizzare il rischio di contaminazione incrociata. I campioni sono stati successivamente trasportati al Laboratorio di diagnostica veterinaria dell'Università del Minnesota per essere processati e testati tramite Rt-Pcr.
Un totale di 169 campioni ambientali sono stati raccolti dagli otto allevamenti, 75 da tre allevamenti riproduttivi e 94 da allevamenti di suini in accrescimento. Nell'allevamento riproduttivo negativo alla Prrs, 26 campioni sono stati raccolti e tutti hanno dato risultati Rt-Pcr negativi, come previsto. In sei dei sette allevamenti che ospitavano suini positivi alla Prrs, almeno una superficie è risultata positiva Rt-Pcr. Dei 143 campioni provenienti da allevamenti positivi, 19 (13,2%) sono risultati positivi all' Rt-Pcr. Di questi, 15 (79%) provenivano da superfici non porose come plastica o metallo, e 4 (21%) da materiali porosi come il calcestruzzo.
Misure di biocontenimento
Complessivamente, la maggior parte delle superfici positive erano coni delle ventole di estrazione dell’aria, indicando che le particelle virali provenienti dai suini diventavano aerodisperse e venivano espulse dalla stalla tramite le ventole di scarico, depositandosi sulle loro superfici.
In ciascun allevamento, erano stati posizionati quattro fogli di alluminio (100 cm x 30 cm) a 30 metri dalla stalla nelle quattro direzioni cardinali per circa un'ora, con l'obiettivo di catturare il deposito delle particelle virali, ma tutti i risultati Rt-Pcr di questi campioni sono stati negativi. Questo risultato potrebbe essere spiegato da un effetto di diluizione o dispersione su distanze maggiori a causa delle raffiche di vento durante il campionamento o del tempo di campionamento limitato.
Superfici come il pavimento della zona filtro o le maniglie delle porte hanno mostrato risultati positivi in alcuni allevamenti, probabilmente a causa del personale dell'allevamento che contaminava queste superfici tramite calzature, guanti sporchi o mani. Rilevare Prrsv sul pavimento vicino alla panca danese della zona filtro è preoccupante dal punto di vista del biocontenimento, poiché i dipendenti potrebbero portare il virus nell'allevamento tramite calzature contaminate o spostando calzature contaminate dalla parte pulita a quella sporca della panca.
La rilevazione del virus sulle maniglie delle porte potrebbe essere dovuta alla contaminazione proveniente dalle mani o dai guanti dei dipendenti che, maneggiando suini o attrezzature, trasferiscono il virus sulle maniglie. La presenza del Prrsv su queste superfici indica che potrebbe essere potenzialmente trasportato fuori dalla stalla, aumentando il rischio per gli allevamenti vicini.
Questo studio ha contribuito a una migliore comprensione del campionamento mirato delle superfici per la rilevazione del Prrsv, aiutando a migliorare i protocolli di biocontenimento per evitare la diffusione del virus. E' stato finanziato dal Swine disease eradication center (Sdec) ed è stato completato grazie all'aiuto dei veterinari suini, dei proprietari e del personale delle aziende agricole.
Per ulteriori informazioni: https://doi.org/10.1186/s40813-024-00387-5
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sulla Rivista di Suinicoltura n. 4/2025
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