Con l’evoluzione della suinicoltura, da semplice attività famigliare ad impresa intensiva, il principale problema che hanno dovuto affrontare gli allevatori, è stato quello della gestione degli spazi, ovvero dove e come mettere i lotti dei suini prodotti. A questa annosa questione, va aggiunta la recente normativa sul benessere che, nella applicazione della gestione degli spazi, ha una fase decisiva. Tale contesto manageriale, che con il passare degli anni ha assunto la denominazione di management o gestione dei flussi, ha nel punto di origine della produzione, quindi nella scrofaia, un sito di cruciale e decisiva importanza
Meno contatti, meno infezioni
Numerosi agenti patogeni possono essere responsabili della salute dei suini e, a seconda degli agenti patogeni considerati, le vie di trasmissione variano e possono comportare gravi perdite economiche per l’allevatore. Le vie di trasmissione maggiormente coinvolte sono
- quella diretta, attraverso il contatto con animali infetti,
- o indiretta attraverso persone, sperma, feci, roditori, aerosol, mangimi, acqua o fomiti.
Gli animali più giovani sono più suscettibili alle infezioni a causa della progressiva scomparsa dell’immunità materna mentre non hanno ancora sviluppato un’immunità attiva.
Gli animali più adulti sono viceversa considerati più resistenti, ma allo stesso tempo possono anche ospitare più agenti infettivi a causa di precedenti infezioni.
La diffusione all’interno di una popolazione ospite di suini è influenzata dalle possibili interazioni fra gli stessi che sono raggruppate sotto il concetto di “struttura di contatto” (Sc). La struttura di contatto corrisponde
- all’esistenza (ciclo chiuso o ciclo aperto),
- al tipo (diretto o indiretto),
- all’intensità
- ed alla frequenza dei contatti tra gli animali.
L’importanza del tutto pieno / tutto vuoto
La ricerca scientifica, avallata dall’esperienza di campo, conferma che i flussi unidirezionali dei suini e i sistemi di gestione tutto pieno / tutto vuoto (AiAo), ove disinfezione e tempo di riempimento dei locali riescono a rispettare tempistiche ottimali, possono portare a significativi miglioramenti della produttività proprio dal momento che sono in grado di interferire positivamente sulla struttura di contatto fra i suini.
Ecco che allora avere un management dei flussi che permetta di trasferire lotti di animali distanziati da più settimane, in ambienti vuoti e adeguatamente puliti, della stessa età, magari di consistenza più numerosa e con lo stesso stato sanitario, rispetto al sistema classico a cadenza settimanale, potrebbe rappresentare un vantaggio.
Trasferendo suinetti ogni settimana, di età diverse e con lotti più piccoli, risulta più difficile l’attuazione di un AiAo efficace soprattutto laddove vi sia una gestione dei ritardatari/scarti non avveduta, già partendo dalla sala parto, ma ancora di più negli svezzamenti e negli ingrassi.
La scelta della banda più appropriata
Fra i sistemi zootecnici in grado di ben realizzare il concetto del rispetto del AiAo, hanno ruolo di rilievo i sistemi in bande. In questo contesto i suini, di qualsiasi fase produttiva, sono suddivisi in gruppi contraddistinti dallo stesso stadio produttivo (soprattutto per le scrofe) e di età simile (soprattutto per le progenie). Le bande maggiormente utilizzate, sono quelle a due, tre, quattro e cinque settimane dove queste settimane altro non rappresentano che l’intervallo fra una svezzata e quella successiva e indicano, pertanto, il “ritmo della banda”.
La scelta della banda più appropriata da adottare dipende da molti fattori, i più importanti da considerare sono:
- la consistenza numerica delle scrofe presenti e l’eventuale piano di investimenti futuro per la crescita del numero delle scrofe,
- le capacità numerica dei siti uno, due e tre (ad esempio: numero di gabbie parto, posti nello svezzamento, etc.),
- alloggi disponibili per sottopopolazioni animali critiche,
- i periodi di lavoro del personale (la banda porta a picchi di lavoro intervallati a periodi di minore attività),
- l’età dei suinetti allo svezzamento desiderata,
- la disponibilità del seme,
- le distanze di trasporto dei suinetti e la loro consistenza numerica,
- i tempi di vuoto sanitario in sala parto e le attività manageriali richieste per ottenerli.
I vantaggi delle bande plurisettimanali
Avere un ritmo di banda lungo (3-4-5 settimane) permette di realizzare intervalli meglio definiti fra i lotti di animali con una conseguente migliore gestione dei vuoti e dei lavaggi permettendo di realizzare un ottimo AiAo degli ambienti. Inoltre, è tipico di questa gestione, avere una certa segregazione per età dei flussi e, quindi, suini provenienti da diverse bande (essendo diversi per età e peso) vengono ospitati in locali diversi riducendo i rischi della struttura di contatto (diretto). Questa è la ragione per cui la banda risulti un sistema fortemente raccomandato per controllare lo stato di salute della mandria, inoltre è stato osservato un miglioramento dell’incremento ponderale giornaliero ed una ottimizzazione della manodopera in tutti i settori dell’allevamento, dai riproduttori fino ai grassi.
L’introduzione di un sistema di gestione in banda porta ad un approccio più strutturato nella gestione degli allevamenti con gruppi più ampi di suinetti, meno movimentazioni e mescolanza di età diverse, traducendosi in un migliore stato sanitario generale della mandria.
Fino ad oggi, poco è stato scritto per quanto riguarda i vantaggi sulla sanità di un sistema di gestione in banda plurisettimanali (soprattutto a quattro o cinque settimane), ma i vantaggi di questo sistema sembrano molto incoraggianti, ciò può essere conseguente all’intervallo più lungo tra i lotti di suini e alla riduzione del numero di bande presenti in allevamento. (…)
Leggi l’articolo completo di dati tabellari sulla Rivista di Suinicoltura 5/2024
Sfoglia l’edicola digitale e scopri perché abbonarsi
Leggi anche:
L’efficienza organizzativa è alla base del benessere animale