L’efficienza organizzativa è alla base del benessere animale

benessere animale
Negli ultimi anni, il settore suinicolo italiano ha attuato numerosi cambiamenti strutturali e manageriali per soddisfare la crescente sensibilità dei consumatori verso temi come il benessere animale e la sostenibilità

In Italia il settore suinicolo è un comparto zootecnico trainante, con oltre 8 milioni di capi annualmente macellati e in prevalenza destinati a marchi di eccellenza Dop e Igp. Negli ultimi anni, tuttavia, l’indiscussa qualità sul mercato internazionale del prodotto finito è stata oggetto di attacchi e indagini shock mirati alla critica delle modalità di allevamento intensivo, ritenute poco compatibili con la piena realizzazione del benessere animale. La risposta sul fronte dell’autorità sanitaria è stata l’introduzione di nuovi sistemi di controllo ufficiale (aggiornamento delle checklist e pubblicazione di un manuale esplicativo) e di gestione informatizzata dei dati sul portale Vetinfo, oltre ad un piano d’azione specifico per il miglioramento dell’applicazione del D.Lgs 122/2011, volto al progressivo abbandono della pratica della caudectomia. Parallelamente è emersa la crescente sensibilità dei consumatori anche verso temi collaterali al benessere animale, quali la sostenibilità ecologica e la riduzione del consumo di antibiotici, che hanno promosso un incessante processo di ammodernamento delle strutture e revisione dei protocolli sanitari nelle aziende.

Buona parte dei cambiamenti strutturali sono possibili a fronte di significativa mobilitazione economica, ma non devono essere sottovalutati gli investimenti molto meno onerosi, ma altrettanto fruttiferi, relativi all’aggiornamento delle competenze e delle capacità gestionali di organizzazione aziendale. È ben noto, infatti, che la quantità e qualità del lavoro quotidiano siano molto influenzati dalla preparazione tecnica delle diverse figure professionali in allevamento. Questo motiva l’inserimento nella nuova normativa sulla sanità animale (art.11 Reg. 429/2016), di requisiti specifici per gli operatori riguardo a benessere, buone pratiche, biosicurezza e fenomeni di resistenza agli antibiotici. La ricerca di personale sempre più qualificato, aggiornato ed in grado di garantire una corretta assistenza agli animali non può inoltre prescindere da una più ampia attività di coordinamento e pianificazione razionale delle procedure aziendali, a carico del responsabile dell’allevamento, che ha un ruolo chiave nella sfida alla competitività.

Un esempio di campo

A titolo di esempio, prendiamo ora in considerazione la situazione gestionale di un’azienda a ciclo aperto (sito 1-2) del nord Italia organizzata in banda settimanale con 30-35 scrofe di genetica danese. Nell’azienda sono presenti due capannoni adibiti a sale parto, un capannone fecondazione/gestazione e un capannone di svezzamento. In tutti i capannoni la pavimentazione è in grigliato. L’alimentazione è completamente automatizzata: liquida (2-3 pasti die) per le scrofe e a secco ad libitum negli svezzamenti. Mediamente, vengono svezzati 400 maiali a settimana.

L’azienda attua un protocollo per scrofe e suinetti che prevede la vaccinazione di:

  • tutte le scrofe: Prrs (Sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini), ogni 4 mesi per un totale di 3 volte all’anno;
  • scrofe in gestazione: Rinite atrofica, Escherichia coli e Clostridiosi;
  • scrofe post-parto: Circovirus suino tipo 2, Parvovirus e Malrossino;
  • Suinetti sottoscrofa: Escherichia coli, Prrs, Circovirus suino tipo 2 e Mycoplasma hyopneumoniae;
  • Suinetti svezzati: Mycoplasma hyopneumoniae.

L’azienda presenta una organizzazione formalizzata degli interventi in sala parto. Nei due giorni precedenti il parto, le scrofe vengono lavate e accompagnate in sala parto. Qui la pulizia del box viene mantenuta mediante la rimozione delle feci dalla zona retrostante la scrofa con frequenza bisettimanale. I parti si concentrano maggiormente nei giorni di venerdì, sabato e domenica. A parto concluso tutte le scrofe sono sottoposte a trattamento con ossitocina per favorire l’espulsione della placenta e di eventuali feti.

A ciascuna scrofa viene lasciato un numero massimo di 13 suinetti, con interventi così organizzati:

  • a 2 giorni di vita viene somministrata l’integrazione di ferro;
  • a 5-6 giorni di vita vengono operate castrazione e caudectomia senza anestesia/analgesia, copertura antibiotica e profilassi vaccinale per Escherichia coli;
  • a 14 giorni di vita viene effettuata la profilassi vaccinale per Prrs;
  • a 21 giorni di vita viene effettuata la profilassi vaccinale per Circovirus suino tipo 2 e Mycoplasma hyopneumoniae.

I suinetti vengono svezzati e allontanati dalla sala parto il mercoledì di ogni settimana all’età di 28-30 giorni. In seguito, le scrofe vengono indirizzate verso il reparto di stimolazione/fecondazione e vengono eseguiti il lavaggio e la disinfezione delle sale parto come riportato:

  • svuotamento mangiatoia e fossa del liquame;
  • lavaggio con acqua in pressione delle sale parto;
  • applicazione della schiuma detergente che viene lasciata agire per circa 30 minuti;
  • lavaggio con acqua a pressione e applicazione del disinfettante.

Le sale parto vengono quindi lasciate asciugare e successivamente vengono nuovamente introdotte le scrofe.
L’azienda dispone nel complesso di 5 operai, 2 dei quali si dedicano specificamente alla gestione in sala parto, per circa 8 ore giornaliere.

Gli interventi

Rivediamo ora l’organizzazione brevemente illustrata alla luce di possibili miglioramenti di gestione.

È noto come la durata della gestazione sia influenzata dalla genetica: scrofe di razza danese presentano una spiccata variabilità nella durata legata alla prolificità. L’induzione del parto nelle scrofe che prolungano la gestazione di 2-3 giorni (oltre i 116 giorni), quindi, permetterebbe di concentrare nell’arco di 2-3 giorni le nascite. Un ulteriore semplice intervento potrebbe consistere nel programmare un posticipo dei parti a sabato, domenica, lunedì e, conseguentemente, a giovedì il giorno dello svezzamento dei suinetti. Durante tali giorni le attività del personale si concentrano prevalentemente nell’assistenza in sala parto a scrofe e suinetti (tabella 1).

Al fine di garantire che al momento del parto i suinetti vengano a contatto il meno possibile con le deiezioni della madre, è auspicabile la quotidiana pulizia e rimozione delle feci nei giorni immediatamente precedenti e successivi il parto. Questo non sembrerebbe portare ad un risparmio di tempo, ma ad una rimodulazione e redistribuzione dello stesso. Tale attività, infatti, potrebbe affiancarsi al routinario e quotidiano controllo di scrofa e suinetti.
A parto concluso, il trattamento con ossitocina può essere limitato al bisogno, mentre al contrario può essere somministrato il trattamento di massa a tutte le scrofe per via intramuscolare con antinfiammatorio Nsaid. Diversi studi hanno infatti dimostrato come tale trattamento aiuti ad alleviare il dolore post-parto nelle scrofe e sembrerebbe garantire il rapido il ripristino delle funzioni organiche e produttive.

Relativamente al pareggiamento di 13 suinetti per scrofa, una più efficace alternativa potrebbe essere di annotare nella scheda che accompagna la scrofa in sala parto il numero di capezzoli. Questo permetterebbe alle scrofe potenzialmente più produttive di svezzare anche più di 13 suinetti alla volta. Infatti, nelle scrofe primipare più produttive un numero maggiore di suinetti stimolerebbero una maggior produzione di latte e la funzionalità di quei capezzoli che, diversamente, sarebbero in “esubero” e, nei parti successivi, meno produttivi.

In base a quanto proposto, gli interventi nei suinetti vengono concentrati nelle giornate di martedì e venerdì. Così facendo, si posticiperebbero i primi interventi a 3-4 giorni di età, garantendo maggior tranquillità ai suinetti nei primi giorni di vita che sono fondamentali per l’ambientamento, evitando manipolazioni e fattori di disturbo non necessari.

È quindi proponibile effettuare contemporaneamente:

  • integrazione di ferro;
  • somministrazione di antinfiammatorio non steroideo (Meloxicam) e antibiotico;
  • castrazione e caudectomia (nell’ambito di un protocollo aziendale di riduzione di tale pratica).

La somministrazione di antidolorifico è consigliata per il trattamento del dolore post-operatorio. Alcuni studi, infatti, evidenziano come il dolore legato alla castrazione abbia un effetto significativo nell’inibire l’assunzione di latte e nel ridurre l’attività dei suinetti. Pertanto, la somministrazione di un antinfiammatorio per alleviare il dolore post-operatorio potrebbe avere un risvolto positivo nel garantire una più rapida guarigione e accrescimento del suinetto nei giorni successivi l’intervento.

Per contro, così facendo, il suinetto è sottoposto contemporaneamente a tre distinte iniezioni nella regione del collo. Attualmente, in assenza di studi di compatibilità, sebbene non siano note interazioni del ferro con altri medicinali veterinari, i principi attivi in uso non possono essere miscelati tra loro.

Vediamo quindi come limitazioni apparentemente irrilevanti possono generare problematiche di tipo gestionale (aumento del tempo necessario per le operazioni) e di benessere animale (ciascuna inserzione di un ago è un atto veterinario ritenuto in grado di produrre sofferenza).

Le vaccinazioni dei suinetti potrebbero essere programmate nelle giornate di lunedì e giovedì secondo il seguente schema:

  • 14-16 giorni di vita: profilassi vaccinale per Escherichia coli e Prrs;
  • 23-25 giorni di vita: profilassi vaccinale per Circovirus suino tipo 2 e Mycoplasma hyopneumoniae.

La scelta del protocollo vaccinale può dipendere dallo status sanitario della singola azienda, al contrario il momento della vaccinazione dovrebbe essere sempre attentamente programmato in modo coerente.

In questo caso, la vaccinazione per Escherichia coli verrebbe posticipata per evitare che si sovrapponga agli interventi di castrazione e caudectomia. I suinetti, infatti, durante le prime settimane di vita risultano essere efficacemente protetti dell’immunità passiva derivante dall’assunzione del colostro materno. Inoltre, una vaccinazione troppo precoce potrebbe non essere protettiva nel momento di calo dell’immunità passiva e potenzialmente rischiosa in un suinetto con sistema immunitario non ancora completamente sviluppato.

Nei medesimi giorni possono invece essere mantenute le vaccinazioni a carico delle scrofe:

  • 14-16 giorni dopo il parto profilassi vaccinale per Circovirus suino tipo 2 e Mycoplasma hyopneumoniae;
  • 23-25 giorni dopo il parto profilassi vaccinale per Parvovirus e Malrossino.

Per assicurare scrofe e suinetti delle bande successive di trovare un ambiente idoneo, si prosegue con la pulizia e la disinfezione delle sale parto.

Per garantire la corretta igienizzazione delle sale parto sarebbe auspicabile lasciar asciugare l’ambiente dopo il lavaggio, prima di procedere con il processo di disinfezione. Infine, ciascun reparto dovrebbe esser lasciato asciugare e privo di animali per almeno 12-24 ore prima di procedere con il successivo accasamento.

Conclusioni

In conclusione, abbiamo voluto mettere in luce il fatto che oggigiorno per un allevatore vincere la sfida alla competitività significa anche sviluppare una sinergia con il proprio veterinario e i propri collaboratori. È questa la chiave per un’organizzazione aziendale più efficiente e per garantire massima priorità al benessere animale in tutte le possibili attenzioni quotidiane. In parallelo, un’organizzazione aziendale più efficiente garantirà un significativo risparmio di tempo e risorse.

L’efficienza organizzativa è alla base del benessere animale - Ultima modifica: 2023-03-17T14:57:30+01:00 da Lucia Berti

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