Oltre 120 milioni di euro in tre anni per affrontare le emergenze sanitarie nel comparto zootecnico lombardo e sostenere le aziende colpite. È il bilancio degli interventi messi in campo da Governo e Regione Lombardia per contrastare la diffusione di virus come la Peste suina africana (Psa), l’aviaria, la blue tongue e la dermatite bovina, che dal 2022 hanno messo sotto forte pressione il sistema sanitario veterinario e le finanze pubbliche.

A fare il punto è l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, che ha sottolineato come “il 99% delle domande di ristoro per danni indiretti da Psa troverà risposta entro l’estate”. Un traguardo significativo, ha spiegato, raggiunto grazie al lavoro congiunto tra istituzioni nazionali e regionali, in uno scenario tra i più complessi mai vissuti in Europa nel settore.
Secondo Beduschi, un ruolo fondamentale è stato svolto dal Governo Meloni e dal ministro Francesco Lollobrigida, che hanno garantito un flusso costante di risorse, portando il fondo complessivo a oltre 119 milioni di euro, articolati su diverse linee di intervento:
- 40 milioni di euro per indennizzare le aziende suinicole danneggiate in aree sottoposte a restrizioni sanitarie;
- 46,5 milioni di euro destinati a misure di biosicurezza, come adeguamenti strutturali, recinzioni e prevenzione;
- 27,5 milioni di euro per finanziare le attività della struttura commissariale, in particolare per il monitoraggio e il contenimento della fauna selvatica;
- 5 milioni di euro aggiuntivi recentemente stanziati a favore degli allevatori.
A questi si aggiungono 25,3 milioni di euro provenienti dai fondi sanitari nazionali per coprire integralmente i danni diretti, inclusi gli animali abbattuti e i prodotti collegati ai focolai.
Un dato su tutti spicca: nessuna delle risorse proviene da fondi europei. “Nonostante la normativa Ue preveda la possibilità di attivare un regime di aiuti per le emergenze sanitarie, il Governo ha scelto di intervenire direttamente con risorse nazionali e reali, senza fare affidamento su fondi virtuali o ipotetici”, ha rimarcato Beduschi, criticando le polemiche dell’opposizione.
“Dispiace – ha concluso l’assessore – che proprio chi ha sostenuto Governi responsabili di disastri finanziari ora lanci accuse infondate. Comprendiamo la sofferenza delle aziende, specie quando sono costrette a fermarsi e ad attendere. Ma è proprio per rispetto nei loro confronti che serve maggiore responsabilità, evitando strumentalizzazioni e promesse irrealistiche”.
Lombardia senza focolai da ottobre 2024: rafforzati i controlli e nuove misure per contenere il virus
La Psa è assente dagli allevamenti lombardi da ottobre 2024, ma il rischio di diffusione rimane elevato. A fare il punto è stato l’assessore Alessandro Beduschi, durante un’audizione in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale.
“Lo scorso anno – ha ricordato – la Regione ha affrontato l’emergenza con tempestività e in linea con le normative nazionali ed europee. Un risultato importante, frutto dell’applicazione rigorosa delle misure di biosicurezza e della campagna di contenimento del cinghiale selvatico”.
Con l’avvio della stagione agricola, però, l’allerta resta alta: “L’intensificarsi delle attività nei campi – ha spiegato Beduschi – aumenta il rischio di diffusione, poiché il virus può essere trasportato dalle carcasse infette”.
Nel corso del 2025, sono stati effettuati: oltre 430 controlli in allevamento; circa 8.000 analisi di laboratorio; oltre 6.300 abbattimenti di cinghiali; la chiusura di più di 160 varchi autostradali per limitare la mobilità faunistica.
Inoltre, è stata potenziata la ricerca delle carcasse infette, anche con l’impiego di cani molecolari. Secondo studi aggiornati, tali misure hanno ridotto significativamente la densità dei cinghiali nelle aree più sensibili, come l’Oltrepò Pavese, la provincia di Lodi e il Parco del Ticino.
Verso una strategia strutturata
La gestione della Psa entra ora in una nuova fase, con l’applicazione del Piano strategico nazionale voluto dal commissario Giovanni Filippini, che prevede interventi multilivello e continuativi. “Nei prossimi giorni – ha annunciato Beduschi – sarà pubblicata un’ordinanza che renderà obbligatorie per tutte le Regioni le misure del Piano”.
Per le perdite economiche causate dalle restrizioni sanitarie imposte dall’Europa, la Regione destinerà 27,7 milioni di euro, di cui 8,5 milioni già liquidati. A questi si aggiungono ora 10 milioni di euro previsti da un nuovo decreto del Masaf pubblicato l’11 luglio.
“La Psa è ancora in circolazione – ha concluso Beduschi –. Abbiamo dimostrato capacità di reazione, ma serve che tutti, dalle istituzioni agli operatori, continuino a collaborare per tutelare un comparto fondamentale per l’economia lombarda”.







