Vista la sempre più crescente sensibilità da parte dell’opinione pubblica verso il benessere animale, negli ultimi anni la politica europea ha imboccato una strada ben precisa che punta tutto sul benessere animale. L’Italia, dal 2018, con il Piano Nazionale per la protezione dei suini ha intrapreso un percorso di miglioramento delle condizioni generali di benessere negli allevamenti suini. La scadenza era stata fissata al 2023, ma visti i ritardi imputabili all’emergenza Covid-19, non è stata rispettata. A inizio novembre il Ministero della Salute ha sancito la piena ripartenza verso gli obiettivi del Piano con una Nota ministeriale che serve a chiarire quali sono le casistiche di fronte alle quali ci possiamo trovare in un allevamento, a seconda che si tratti di un sito 1, 2 o 3. L’obiettivo è quello di avere tutti i suini a coda integra entro il primo gennaio 2025, un anno di tempo, dunque, per adeguare gli allevamenti italiani ad una gestione del suino a coda lunga.
Per comprendere al meglio questa Nota ministeriale ne abbiamo parlato con Carlo Rusconi, Direttore del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni zootecniche dei distretti di Cremona e Mantova, territorio che ospita circa due milioni di suini domestici.
La questione della fornitura dei suinetti a coda lunga
Cosa deve fare un allevatore di un sito 2 o di un sito 3 che acquista i maiali da un fornitore internazionale?
«Innanzitutto – sottolinea il dott. Rusconi – l’allevatore acquirente deve effettuare una richiesta scritta formale per la fornitura di suini a coda lunga. Nel caso in cui il fornitore non acconsenta a tale richiesta, allora l’allevatore informa del diniego i Servizi veterinari competenti del territorio, i quali sono tenuti a informare la Regione con una documentazione completa. Verrà informato il rispettivo Stato Membro con la richiesta di indagare sulle motivazioni del diniego, e verrà anche trasmessa la pratica alla Commissione europea. È fondamentale, pertanto, che l’allevatore acquirente conservi tutta la documentazione della richiesta e del successivo diniego della consegna dei suinetti non caudectomizzati. Inoltre, l’allevatore è invitato a segnalare alle Autorità competenti l’eventuale maggiorazione di prezzi per la consegna di suinetti a coda lunga».
E se invece i maiali sono di provenienza nazionale?
In questo caso le verifiche del caso spettano ai Servizi veterinari, che trasmetteranno la documentazione alla Regione, che a sua volta informerà i Servizi veterinari competenti del territorio in cui è sito l’allevamento che ha effettuato il diniego. Questa azienda sarà sottoposta ad un controllo ufficiale, entro un mese dal diniego, per valutare se ci sono evidenze a supporto di quest’ultimo.
Code lunghe minimo al 15%
L’obbligo per tutti gli allevatori è di avere suini a coda lunga, che non devono essere meno del 15% del totale dei suinetti presenti in allevamento! Nella Nota ministeriale, infatti, è precisato che:
- in allevamento si devono avere almeno il 15% di suini a coda integra, che devono essere tenuti in box separati da quelli a coda mozzata,
- e ci devono essere evidenze di un graduale incremento della percentuale nel tempo
- e assenza di registrazione di episodi di morsicatura.
Bisognerà arrivare al 100% di suini a coda integra entro il 31 dicembre 2024!
Le situazioni in cui ci si può trovare sono due: c’è già almeno il 15% dei suini a coda lunga oppure c’è meno del 15% di suini a coda lunga.
- Nel caso in cui in azienda ci sia già almeno il 15% di suini a coda lunga, oltre a tenerli separati dai maiali a coda tagliata, si deve “semplicemente” introdurre gradualmente un numero sempre maggiore di suini a coda lunga con l’obiettivo di avere il 100% entro la fine del 2024, senza però la rilevazione di episodi di morsicatura.
- Nel caso in cui ci siano meno del 15% di suini a coda integra o se si verifichino degli episodi di morsicatura, bisogna richiedere una deroga ai Servizi veterinari competenti del territorio. La documentazione per la richiesta di deroga comprende:
- la richiesta di deroga stessa (allegato 1 della Nota ministeriale in oggetto),
- l’autocertificazione del medico veterinario aziendale (allegato 2)
- e l’autovalutazione sul benessere animale effettuata da non oltre 6 mesi, da inviare solo se non è stata aggiornata sul sistema Classyfarm. Tutta la documentazione è reperibile sul sito di Classyfarm.
La concessione della deroga
La condizione sine qua non per ottenere la deroga è che le lesioni alla coda, rilevate con autovalutazione, siano maggiori al 2% per i suini a coda tagliata, e maggiori al 7% per i suini a coda integra.
Nella documentazione fornita per la richiesta della deroga è altresì necessario specificare quali sono le implementazioni manageriali e strutturali previste e le relative tempistiche tramite un cronoprogramma dettagliato in cui è indicato il termine ultimo dei lavori per gli interventi programmati. Infatti, allo scadere del termine richiesto/ concesso dalla deroga le implementazioni dovranno essere state eseguite e dopodiché dovrà essere garantito un graduale aumento delle code integre.
- Se l’esito alla richiesta di deroga è positivo, l’Asl procede alla validazione della deroga nel sistema Classyfarm senza necessità di una visita in loco;
- se invece la valutazione è negativa, i Servizi veterinari procedono con un sopralluogo atto a verificare la congruità della richiesta con la situazione aziendale.
Non dimenticarsi di Classyfarm
È importantissimo che tutti gli allevamenti suinicoli, inclusi quelli che acquistano suini dall’estero, documentino ogni anno lo stato del proprio allevamento circa il rispetto del divieto del taglio delle code. Questa autovalutazione è effettuata dal Medico veterinario aziendale tramite la checklist di Classyfarm sul benessere dei suini “Valutazione del rischio taglio coda suino da ingrasso e svezzamento” oppure “Valutazione del benessere animale suini riproduttori” a seconda del tipo di animali allevati.
Ma a cosa servono queste checklist? Servono all’allevatore per monitorare la situazione aziendale circa il rischio di morsicatura della coda e ai Servizi veterinari per inserire tutti gli allevamenti in diverse categorie in base al rischio di avere morsicatura della coda. La categorizzazione delle aziende in base al rischio è adoperata dalle Autorità competenti per programmare i controlli ufficiali in modo da sottoporre a controlli più frequenti gli allevamenti classificati come più ad alto rischio. Attenzione, un allevamento in cui la checklist non viene aggiornata in tempo (almeno una volta l’anno) verrà considerata come a maggior rischio dall’Asl!
Quali interventi fare in allevamento?
Il primo punto di intervento da pianificare in allevamento per fare così un passo in avanti verso la possibile gestione di suini a coda lunga è il materiale manipolabile, da considerare sia in termini di disponibilità sia in termini di qualità, ovvero di composizione dei materiali.
I materiali manipolabili permettono ai suini di espletare il loro comportamento esplorativo naturale, evitando così noia e frustrazione, cause dell’anomalo comportamento di morsicatura della coda. I materiali manipolabili, quindi, devono presentare le seguenti quattro caratteristiche:
- essere commestibili,
- masticabili,
- esplorabili
- e manipolabili.
In base alle caratteristiche possedute da un certo materiale manipolabile questo può essere classificato come
- ottimale,
- subottimale
- e marginale.
Attenzione però, perché oggi il tronchetto fresco/morbido associato a catena di metallo/plastica non è più ritenuto ottimale e deve essere integrato con altri materiali complementari (es. corda, paglia o fieno, o paglia in rastrelliera).
Se però le azioni adottate non sono sufficienti ad eliminare il rischio di morsicatura della coda, allora il passo successivo è quello di intervenire sulla densità degli animali: bisogna aumentare gli spazi di allevamento per singolo capo di almeno il 30%.
Se però, al termine della deroga concessa, sussistono ancora problemi di morsicatura, l’allevatore dovrà presentare nuovamente la richiesta di deroga con la documentazione, specificando gli ulteriori interventi gestionali e/o strutturali da eseguire in azienda, e documentando comunque l’aumento graduale del numero di code integre.
Quanto tempo si ha a disposizione?
Nella richiesta di deroga in cui vengono specificati gli interventi da eseguire in azienda occorre indicare le tempistiche. Sulla Nota ministeriale sono indicate diverse tempistiche a seconda della tipologia di intervento,
- pratiche gestionali di facile o difficile realizzazione
- oppure interventi strutturali.
Il dott. Rusconi precisa che la valutazione delle tempistiche è lasciata al buon senso dei medici veterinari dell’Asl, che valutando le misure proposte nella richiesta di deroga accordano una tempistica considerata adeguata. Il dott. Rusconi parlando di buon senso ha anche citato le deroghe presentate dal primo settembre e respinte: «Non si può pensare di chiedere una deroga di sei mesi solamente per aprire le finestre». Nell’attesa dell’uscita di questa Nota ministeriale le altre deroghe erano state lasciate in sospeso.
Il numero di box dove apportare i miglioramenti
Nella Nota ministeriale è indicato che per la richiesta di deroga è possibile l’introduzione di miglioramenti specifici solamente in alcuni box, abbiamo chiesto al dottor Rusconi chiarimenti in merito, e ha precisato che può essere un qualsiasi numero di box. La filosofia alla base è che bisogna provare, provare per capire quale sia il modo che funzioni nel nostro allevamento di gestire degli animali a coda lunga. Quindi, il punto è
- partire da un numero di box a scelta,
- apportare delle modifiche
- vedere se funzionano,
- e, in caso di esito positivo, estenderle ad un numero di box sempre maggiore.
Ovviamente, bisogna sempre tenere a mente che l’obiettivo è il primo gennaio 2025: facciamo i conti di quanto tempo si ha a disposizione, del numero di box e delle varie prove che si devono fare per riuscire a trovare la soluzione migliore!
E se alla fine del 2025 ho ancor problemi di morsicatura?
Se, nonostante l’attuazione di un documentato percorso di miglioramento delle condizioni strutturali e/o gestionali dell’allevamento, persistano problematiche dovute ad episodi di morsicatura certificati da veterinari liberi professionisti, allora si può accedere alla deroga estesa.
Questo vale nei casi in cui l’allevamento abbia attestato tramite autovalutazione il raggiungimento di tutti i requisiti a livello ottimale, oggetto naturalmente di un controllo in azienda da parte dei Servizi veterinari.
La deroga estesa consiste nella possibilità di eseguire la caudectomia ai maiali per un periodo massimo di 12 mesi. La deroga estesa potrà essere concessa con l’obiettivo di apportare un nuovo miglioramento in allevamento compreso in una delle 6 macroaree della Raccomandazione 336/2016, ma non specificatamente compreso nella valutazione del rischio, per esempio lo stato di salute.
Raggiungeremo l’obiettivo 2025?
Il dottor Rusconi è molto chiaro sul fatto che in pochissimi ci sono davvero riusciti perché in pochissimi ci hanno davvero provato. Fino ad ora è solamente stato perso del tempo, nessuno ha mai davvero provato ad affrontare il problema, ed ora, è arrivato il momento. Ciascuno nella propria realtà aziendale deve provare a modificare aspetti gestionali e strutturali per migliorare il benessere animale. Oramai l’indirizzo politico è chiaro, spinto da un’opinione pubblica sempre più attenta alle tematiche del benessere animale, d’altro canto è il consumatore che guida il mercato e noi dobbiamo stare al passo per rimanerci.
Leggi l’articolo completo della tabella dei materiali manipolabili
sulla Rivista di Suinicoltura 11/2023
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