In piena crisi per la suinicoltura dovuta alla somma di diversi fattori, pandemia e mercato su tutti, abbiamo incontrato i vertici di Prosus, storica cooperativa di allevatori che si occupa di macellazione e lavorazione di carni suine in Vescovato (Cr) e con alcuni stabilimenti di stagionatura dei prosciutti nel parmense. «Le cose per Prosus in questi ultimi anni non sono andate benissimo - ha spiegato il direttore generale di Prosus Omar Crippa -, abbiamo subito alcune traversie di carattere amministrativo e finanziario che hanno portato, come è inevitabile che sia in questi casi, a ribaltoni nell’ambito della governance e a un certo distacco dalla propria base sociale. Fenomeni che hanno finito per incidere anche sul bilancio annuale. Tuttavia – ha affermato Crippa – l’emergenza sta rientrando e il percorso di rilancio è iniziato».
I principi del nuovo piano industriale
Il piano di rilancio della cooperativa di Vescovato nasce dall’impegno del presidente Giovanni Avanzini, allevatore di suini che guida un consiglio di allevatori, e da quello del direttore generale Crippa, che ha avuto esperienze gestionali e finanziarie di tutto rilievo in vari settori. «Oggi è già possibile vedere i primi frutti in termini di fiducia e di credibilità – hanno affermato i vertici di Prosus -. Ma vi è ancora molto da fare».
«Prosus lavora con gli allevatori di suini e continuerà a lavorare per loro mantenendo un forte Dna agricolo e cooperativo – hanno continuato -, ma con una decisa connotazione industriale dal punto di vista gestionale. Stiamo mettendo a punto un piano industriale per conseguire questi obiettivi».
Dunque idee molto chiare anche se per la verità condite da un certo riserbo anche per via di alcuni passaggi istituzionali che devono ancora essere compiuti sul piano industriale allo studio.
Crippa, in carica da fine ottobre scorso, ha illustrato le principali linee guida dell’operazione rilancio con convinzione e in modo molto chiaro nei suoi principi generali, andando per punti e mettendo subito in chiaro che la matrice cooperativa di Prosus non è in discussione. «Semmai – ha aggiunto - lo è il modello gestionale che si deve ispirare a quello delle società private. Competitive e in grado di stare sul mercato».
Attenzione ai costi di produzione
«Prosus opera nel settore agroalimentare - ha detto Crippa - che per sua natura è un mercato con margini poveri e che probabilmente dopo la pandemia lo saranno ancora di più, per questo occorre lavorare con una particolare attenzione ai costi di produzione e orientarsi sui prodotti e sui servizi che questi possono generare. Il prezzo lo fa il mercato ma noi possiamo agire per fornire servizi in grado di accrescere il valore finale del prodotto e per questo dovremo avere una certa flessibilità per elaborare strategie coerenti con il mercato».
Una nuova governance per la cooperativa
Sul tema della governance della cooperativa Crippa ha poi detto: «Ci muoveremo come una società di capitale anche con competenze esterne e per questo abbiamo ingaggiato figure dall’esterno con esperienze manageriali.
Ma occorre operare anche sul piano interno per una migliore gestione delle risorse, abbiamo circa 500 persone dirette e indirette che lavorano per noi con una incidenza notevole sui costi di produzione. E per questo è stato individuato un direttore del personale ma anche un responsabile della gestione informatica, per ottimizzare le risorse e per una analisi dettagliata dei processi produttivi, dei centri di costo, e di tutte le attività connesse. Il tutto per sostenere i momenti decisionali nel migliore dei modi. La nostra operatività sarà orientata al risultato e alla verifica della marginalità economica e del ritorno degli investimenti ma anche al costante equilibrio finanziario».
In poche parole si sta mettendo a punto un modello operativo efficiente per salvaguardare soci e investitori.
Reclutamento di soci sovventori
Relativamente ai soci e alla filosofia della gestione, l’indicazione è di attivare un discorso di filiera in cui accanto ai soci tradizionali, conferenti i suini, si affianchino soci sovventori da reperire all’interno della filiera e che abbiano interessi industriali e commerciali in modo tale che possano contribuire a fornire al consumatore finale un prodotto di elevato standard qualitativo in grado di generare valore aggiunto. Che poi è uno degli obiettivi su cui si punta per migliorare la redditività dell’attività di tutti i componenti della filiera all’interno della cooperativa.
Servono strumenti più funzionali e moderni
Altri punti su cui si gli amministratori si stanno concentrando sono la necessità di dotarsi di strumenti più funzionali e moderni, come lo statuto e soprattutto il regolamento, che deve essere più orientato a guidare gli aspetti commerciali. Il tutto senza dimenticare gli aspetti legati al territorio e alla storia della cooperativa. «Prosus deve riconquistare la solidità persa e lo sta già facendo, recuperando credibilità verso soci e istituti di credito».
Tra gli asset positivi della cooperativa - e su cui si punta anche per potenziare l’attività - la gamma completa di autorizzazioni per l’export di carni suine lavorate.