La redditività del segmento allevatoriale suinicolo italiano mostra, anche nel mese di aprile, una situazione favorevole, con il ciclo chiuso che ha fatto registrare una variazione pari a +3,8% a livello congiunturale e +19,3% a livello tendenziale; gli allevatori godono, in questo periodo, di aumenti dei prezzi dei suini da macello pesanti e di costi, soprattutto alimentari, in rallentamento. Il mercato mostra infatti, ad aprile, un prezzo medio mensile dei suini da macello destinati al circuito tutelato pari a 2,227 euro/kg, ovvero l’1,6% in più rispetto al mese precedente e +31% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Così pure propizia sempre ad aprile risulta la situazione degli allevatori impegnati nel ciclo aperto si registra infatti un aumento dell’indice Crefis di redditività della fase di svezzamento del 2,3% su base congiunturale e del 15,1% su base tendenziale. Ciò è dovuto al livello di prezzo raggiunto dai suinetti da 7 Kg quotati in aprile 70,430 euro/capo, il che ha implicato una variazione pari a +0,4% rispetto a marzo e +17,7% rispetto allo scorso anno. Sempre nel periodo considerato bene anche la redditività per la fase di accrescimento che dalla compensazione tra il maggior esborso per l’approvvigionamento dei suinetti da 7 kg e l’aumento delle quotazioni dei suini da allevamento ha fatto registrare, a livello congiunturale, una variazione positiva del 6,7% (anche il confronto tendenziale resta favorevole: +34,5%).
I capi da 30 Kg hanno infatti raggiunto ad aprile un valore di 4,571 euro/kg, in crescita del 4,7% mese su mese e del 39,2% anno su anno. In rialzo anche l’indice di redditività della fase di ingrasso che ad aprile ha segnato +2,2% su base mensile e +9,3% su base annua.
Macellazione
Esaminando il quadro del mercato della macellazione, ad aprile si assiste a un calo dell’1,5% delle quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate al circuito tutelato che hanno raggiunto i 6,115 euro/kg; resta ancora positivo però il raffronto anno su anno (+16%). Anche le cosce fresche destinate a produzioni non tipiche mostrano un andamento sfavorevole delle quotazioni che ad aprile sono scese del 2,2% facendo registrare un valore di 5,150 euro/kg. Come per le cosce destinate al prodotto Dop la variazione tendenziale rimane positiva (+12,4%).
Positivo l’andamento dei prezzi per il lombo taglio Padova che, sempre ad aprile, fa quotare 4,850 euro/kg (+4,9% il dato congiunturale); mentre per il lombo taglio Bologna il prezzo è calato dell’1,7% su base mensile raggiungendo i 4,300 euro/kg.
Le variazioni tendenziali restano positive per entrambi i prodotti: +2,1% e +2,7%, rispettivamente. Sul fronte della redditività il calo dei prezzi dei principali tagli di carne e l’aumento del costo dei suini da macello pesanti ha peggiorato ulteriormente la situazione del comparto, che mostra, in aprile, un indice Crefis di redditività in flessione dell’1,9% a livello congiunturale e del 14,4% a livello tendenziale.
Stagionatura
Per ciò che concerne il comparto della stagionatura, sempre in aprile, si rileva una stabilità delle quotazioni dei prosciutti stagionati destinati al circuito Dop, mentre sono cresciute quelle dei prosciutti destinati al circuito non tutelato che hanno così toccato nuovi livelli record. Più precisamente il prezzo del Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi in aprile si è stabilizzato a 10,700 euro/kg rimanendo però al di sopra delle quotazioni dello stesso periodo del 2022 (+7,9%).
Situazione favorevole, invece, per il prezzo del prosciutto stagionato non tipico che nel mese preso in esame ha raggiunto i 8,250 euro/kg (+4,6% la variazione congiunturale e +22,6% il dato tendenziale). Per ciò che concerne la redditività del mese di aprile si assiste a un peggioramento della situazione relativa al prodotto Dop mentre il prodotto non tutelato continua a essere favorito. In particolare, per il Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi l’indice di redditività Crefis è diminuito mese su mese dell’1,6%, trascinato dall’aumento dei prezzi delle cosce fresche a inizio stagionatura e dai valori fermi dell’output. Al contrario, il prosciutto della tipologia pesante destinato al circuito non tutelato, grazie alle quotazioni in aumento che hanno ampiamente compensato i costi, in aprile ha visto aumentare la redditività sia a livello congiunturale (+3,1%) che a livello tendenziale (+0,6%). Il differenziale di redditività tra prosciutto di Parma e il prodotto non tutelato rimane, anche in aprile, a favore del Dop (+ 22,2%), anche se in ulteriore calo.
Fattori della produzione
Anche in aprile in calo i prezzi di mais orzo e soia, sia sul mercato nazionale che su quelli internazionali, fatta eccezione per il mais statunitense che ha fatto segnare un leggero incremento a livello congiunturale. Le attuali quotazioni si confermano, inoltre, al di sotto dei livelli raggiunti nello stesso periodo dello scorso anno.
Nel periodo preso in esame a Milano il prezzo del mais nazionale contratto 103 si è fermato a 281,0 euro/t, in calo del 5,5% rispetto al mese precedente, mentre quello del prodotto nazionale con caratteristiche a 291,0 euro/t (-5,2%). In ribasso anche la quotazione del mais di provenienza comunitaria (-4,8%, per un valore di 287,5 euro/t), così come la quotazione del prodotto francese, scesa del 6,9% per un valore di 268,1 euro/t.
In leggera crescita, invece, il prezzo del mais statunitense, che è salito dello 0,3% rispetto al mese precedente, raggiungendo un valore di 237,5 euro/t. Negative tutte le variazioni tendenziali, con valori compresi tra il -15% e -26%.
Medesimo andamento si è verificato anche per la soia: infatti, alla borsa merci di Milano il prezzo del prodotto nazionale è sceso a 512,5 euro/t (-5,7% rispetto a marzo), mentre la quotazione del prodotto estero si è fermata a 528,0 euro/t (-5,4%). In ribasso anche le quotazioni statunitensi, sia per il prodotto dell’Iowa, sceso del 9,3% (423,0 euro/t), che per quello CIF Rotterdam scambiato a 560,7 euro/t (-4,5%). In diminuzione del 9,3%, rispetto al mese precedente, il dato della soia brasiliana, per un valore medio mensile di 423,0 euro/t. Negative, anche in questo caso, tutte le variazioni tendenziali.
Nell’ultimo mese, sul mercato nazionale, il prezzo dell’orzo di provenienza comunitaria scambiato a Milano è sceso a 258,0 euro/t (-5,6% la variazione congiunturale), mentre il prodotto di provenienza nazionale non è stato quotato.
- In calo il prezzo dell’orzo francese (-9,6%), che si è fermato a 243,8 euro/t,
- così come quello del Mar Nero, sceso a 222,0 euro/t (-4,1%).
Le variazioni tendenziali sono risultate negative per l’orzo comunitario scambiato a Milano (-33%), per quello del Mar Nero (-37,9%) e per quello francese (-37%).
Leggi l’articolo completo di tabelle sulla Rivista di Suinicoltura 6/2023
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