Nel settore suinicolo è fondamentale identificare percorsi mirati a uno sviluppo sostenibile economico e sociale, capaci da una parte di garantire agli allevatori un reddito adeguato e di raggiungere mercati sempre più ampi o diversificati, e dall’altra di soddisfare le attese dei consumatori e dell’opinione pubblica in generale. Al mutare delle richieste del mercato, la suinicoltura italiana non è stata in grado di legare il processo produttivo a elementi “referenziali”, specialmente per quanto concerne le modalità d’allevamento degli animali. Il benessere degli animali allevati ha, infatti, sempre maggior rilevanza poiché è considerato un attributo della qualità dei prodotti di origine animale, al pari delle caratteristiche organolettiche e della sicurezza alimentare.
Negli ultimi anni in diversi paesi europei ed extraeuropei si è assistito alla creazione di standard di produzione che hanno l’obiettivo di rassicurare i consumatori in relazione a motivazioni di scelta legate al rispetto degli animali allevati, con l’obiettivo di avvicinare il mondo della produzione zootecnica con quello di un consumo sempre più critico nei confronti dell’allevamento intensivo e di creare un efficiente sistema di impresa per un comparto che vede diminuire costantemente il numero delle aziende e degli animali allevati.
Codici pubblici e privati
Di seguito, vengono approfonditi alcuni aspetti riportati all’interno di codici di raccomandazione o di disciplinari per marchi privati, che prevedono un maggior rispetto del benessere animale. Si riportano, come esempio, alcuni requisiti da:
- “Code of recommandations for the welfare of livestock: Pigs (2003)”. Il documento è un codice di raccomandazioni redatto, nel Regno Unito, dal Department for Environment Food and Rural Affairs (Defra). Dettaglia le responsabilità generali nei confronti degli animali e detta le indicazioni sul benessere degli animali da allevamento, considerando anche il quadro normativo cogente. Pur non rappresentando una norma, qualora le raccomandazioni riportate non siano applicate da un allevatore, le evidenze da esso derivate possono essere utilizzate in caso di controversie legali;
- “Code of welfare: Pigs (2018)”. Il codice, redatto dal National Animal Welfare Advisory Committee (Nawac), è parte integrante della legge sul benessere degli animali in vigore in Nuova Zelanda. Il codice descrive le buone pratiche di gestione, oltre al minimo necessario per soddisfare gli obblighi previsti dalla legge. Sono incluse le raccomandazioni per incoraggiare l’adozione di standard più elevati di benessere degli animali. Anche in questo caso, il mancato rispetto di un requisito minimo descritto nel codice può sostenere l’accusa in caso di un reato;
- “Animal Care Standards: Pigs (2013)”. Humane Farm Animal Care (Hfac) è la principale organizzazione di certificazione senza scopo di lucro negli Stati Uniti che, attraverso il marchio Certified Humane Raised and Handled®, garantisce i prodotti di origine animale provenienti da strutture che soddisfano standard precisi ed elevati requisiti in relazione al trattamento degli animali;
- “Rspca Welfare standards for pigs (2014)”. La Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Rspca) è un ente di beneficenza, fondato nel 1824, che promuove il benessere degli animali nel Regno Unito. Ha sviluppato standard di benessere per le principali specie animali da allevamento, che riportano le buone pratiche di gestione nel rispetto del benessere animale. Gli standard vengono applicati attraverso un sistema di etichettatura, attraverso il marchio Rspc Assured, da diversi enti nel Regno e all’estero. In alcuni casi, questi standard sono stati utilizzati anche da organismi governativi per uniformare la legislazione o per redigere linee guida o raccomandazioni.
Acqua di bevanda
Secondo il d.lgs. n.146/2001 tutti gli animali devono avere accesso a un’appropriata quantità d’acqua, di qualità adeguata, o devono poter soddisfare le loro esigenze di assorbimento di liquidi in altri modi. Le attrezzature per la somministrazione di acqua devono essere concepite, costruite e installate in modo da ridurre al minimo le possibilità di contaminazione dell’acqua e le conseguenze negative derivanti da rivalità tra gli animali. Il d.lgs. n. 122/2011 fornisce disposizioni più restrittive rispetto al d.lgs. n. 146/2001 e in particolare:
- a partire dalla seconda settimana di età, ogni suino deve poter disporre in permanenza di acqua fresca sufficiente;
- il razionamento idrico attuato con sospensione dell’erogazione d’acqua non è ammesso.
Un ridotto approvvigionamento idrico e/o un inadeguato accesso all’abbeveratoio impediscono all’animale di abbeverarsi quando ne sente il bisogno, aumentando la frustrazione, lo stress sociale e i conflitti, perché l’acqua diventa una risorsa per cui competere.
Tab. 1 – Fabbisogni idrici e portata degli abbeveratoi per categoria di suini | |||
Categoria produttiva | DEFRA | DEFRA | RSPCA |
Fabbisogni idrici | Portata abbeveratoi | Portata abbeveratoi | |
(l/d) | (l/min) | (l/min) | |
Gestazione | 05-ago | 2 (con abbeveratoio a succhiotto) | 2 |
Lattazione | 15-30 | 2 (con abbeveratoio a succhiotto) | 2 |
Allo svezzamento | 1-1,5 | 0,3 | 0,3 |
Fino a 20 kg | 1,5-2 | 0,5 | - |
Dai 20 ai 30 kg | 02-mag | 1-1,5 | 0,5-1 |
30-40 kg | 02-mag | 1-1,5 | 1-1,5 |
Fino a 100 kg | 05-giu | 1-1,5 | 1-1,5 |
In allevamento difficilmente si osservano fenomeni di disidratazione, ma l’assunzione di acqua, che varia in relazione a stato sanitario e condizioni climatiche, può risultare difficoltosa.
I codici di allevamento considerano l’apporto di acqua di bevanda un aspetto estremamente importane e per questo forniscono indicazioni precise relativamente ai fabbisogni idrici e ai valori di portata degli abbeveratoi per ciascuna categoria produttiva (tabella 1).
Per quanto riguarda il numero di abbeveratoi, entrambi i codici prevedono un abbeveratoio a imbocco ogni 15 suini in caso di alimentazione ad libitum e uno ogni 10 suini in caso di alimentazione razionata. Il codice del Defra considera anche il caso di acqua versata direttamente in contenitori come truogoli o mangiatoie, definendo la necessità di garantire uno spazio minimo a capo (per esempio, almeno 0,8 cm/capo per gli animali fino a 15 kg e 1 cm/capo per gli animali di 15-35 kg.
Alimento
Secondo il d.lgs. n. 122/2011 tutti suini devono essere nutriti almeno una volta al giorno e, se sono alimentati in gruppo e non ad libitum o mediante un sistema automatico di alimentazione individuale, devono avere accesso agli alimenti contemporaneamente agli altri suini del gruppo. Le attrezzature per la somministrazione dell’alimento devono essere concepite, costruite e installate in modo da ridurre al minimo le possibilità di contaminazione degli alimenti e le conseguenze negative derivanti da rivalità tra gli animali.
Tab. 2 – Fronte minimo al truogolo per capo (DEFRA) | |||||||
Peso | 5 kg | 10 kg | 15 kg | 35 kg | 60 kg | 90 kg | 120 kg |
Fronte mangiatoia (cm) | 10 | 13 | 15 | 20* | 23* | 28* | 30* |
In caso di stabulazione in gruppo, la difficoltà di accedere all’alimento può determinare effetti negativi, quali:
- ridotta assunzione di cibo e alterazione del comportamento alimentare;
- aumento di comportamenti aggressivi, con possibili lesioni, a causa della competizione;
- aumento dello stress sociale per mantenere l’accesso a una risorsa limitata.
Alcuni codici forniscono indicazioni generiche per alcune tipologie di distribuzione dell’alimento: per esempio i codici Rspca richiedono che, in caso di alimentazione liquida, siano presenti delle protezioni sul truogolo o alla mangiatoia a livello di testa e di spalle delle scrofe e che, in caso di alimentazione a terra, l’alimento sia distribuito in uno spazio ampio in quanto questa tipologia è molto rischiosa (maggiori fenomeni aggressivi).
Sempre con l’intento di ridurre l’aggressività durante il momento di distribuzione dell’alimento, entrambi i codici privati richiedono che a tutti i suini venga fornita della fibra lunga, da integrare almeno ogni 3 giorni secondo quello di Rspca.
Il codice Defra fornisce indicazioni relative al fronte al truogolo per ciascun suino (tabella 2), mentre i codici Hfac e Rspca indicano il numero di capi per singola mangiatoia nel caso di alimentazione ad libitum (tabella 3).
Superfici di stabulazione
Un’inadeguata superficie di stabulazione, ossia un’elevata densità di animali all’interno del box, può determinare effetti negativi in relazione a: limitazione del movimento, alterazione del comportamento di riposo e del comportamento sociale; aumento dell’incidenza del fenomeno di morsicatura delle code.
È importante garantire che lo spazio a disposizione sia effettivamente utilizzabile: per questo la superficie del box deve essere calcolata, comprendendo l’eventuale defecatoio esterno pavimentato e provvisto di tettoia ed escludendo le zone occupate da truogoli e/o mangiatoie.
Per aumentare il benessere è necessario aumentare la superficie libera minima a disposizione di ciascun capo (tabella 4). Per esempio, secondo il codice del Nawac, la superficie libera che deve essere a disposizione degli animali in gruppo va calcolata in relazione al peso secondo la seguente formula: 0,047 x (peso vivo in kg)0,67. Si richiede poi, i primi giorni dopo la formazione dei gruppi, di aumentare lo spazio a disposizione e inserire zone in cui gli animali possano nascondersi per ridurre gli scontri.
Alcune tipologie di stabulazione sono considerate migliorative per gli animali in accrescimento e ingrasso in quanto si osserva che i gruppi numerosi (con più di 50 capi) siano in genere meno soggetti a fenomeni di aggressività.
Per i codici Rspca, in caso di lettiera permanente e di lettiere con pulizia mensile, la superficie totale per singolo capo all’ingrasso varia da:
- 1,20 a 1,30 m2/capo (36-50 kg);
- 1,35 a 1,50 m2/capo (51-75 kg);
- 1,50 a 1,67 m2/capo (76-95 kg);
- 1,54 a 1,72 m2/capo (96-110 kg).
Per la stabulazione delle scrofe durante il parto e la lattazione, i codici consigliano l’utilizzo di box parto con scrofa libera definendo dimensioni minime di 1,8 x 2,4 m e dimensioni consigliate di 3 x 3 m (Hfac) oppure indicando 5 m2 come superficie minima totale e 2,8 m2 per l’area di riposo (Rspca). Quest’ultimo codice fornisce anche le dimensioni minime della gabbia parto, che deve avere una larghezza di 0,5 m, una lunghezza di 1,53 m e una superficie minima di 3,17 m2.
Anche la superficie di stabulazione dei suinetti sotto scrofa è definita in 0,8 m2 per Hfac e 0,7-1 m2 per Rspca.
Controllo del microclima e dei parametri ambientali
La normativa in vigore nell’Unione europea, che è anche la più restrittiva a livello internazionale per quanto riguarda la protezione degli animali in allevamento, include la necessità di controllo del microclima e dei paramenti ambientali. Nel dettaglio però, prevede che circolazione dell’aria, quantità di polvere, temperatura, umidità relativa dell’aria e concentrazioni di gas nocivi siano mantenute entro limiti non dannosi per gli animali, senza però fornire specifiche tecniche.
I diversi codici per garantire standard più alti di benessere animale forniscono indicazioni precise per le temperature da rispettare all’interno dei ricoveri zootecnici in relazione alle differenti categorie di animali. Sono indicati, infatti, le temperature ideali o il range di temperatura raccomandato ma nessuno obbliga l’allevatore a intraprendere particolari azioni (es. presenza e attivazione dell’impianto di raffrescamento) quando tali valori vengono superati.
Tab. 3 – Numero di suini per mangiatoia (HFAC e RSPCA) | |
Tipologia di alimentazione | N. massimo di capi per mangiatoia |
Secca senza poste singole | 6 |
Secca con poste singole | 10 |
Liquida (alimentazione con aggiunta di acqua) | 14 |
I codici di allevamento, siano pubblici o privati, pongono particolare attenzione alla qualità dell’aria e in particolare si concentrano sulla definizione della concentrazione massima di uno dei 3 principali gas nocivi presenti nei ricoveri zootecnici, l’ammoniaca. I codici del Defra e del Nawac definiscono il limite di 25 ppm, valore che fa riferimento al valore massimo considerato dannoso per l’uomo esposto a questo gas per un tempo breve. I codici privati invece pongono limiti più restrittivi di quelli ammessi per legge ponendo la soglia a 20 ppm (Rspca) e 10 ppm (Hfac), che è il limite massimo accettato per un tempo di esposizione prolungato nell’uomo.
Un altro parametro ambientale considerato dai codici privati è la luce: entrambi richiedono almeno 50 lux per un normale periodo di luce, 10 lux in più di quanto riportato dal d.lgs. n. 122/2011. Lo standard della Rspca definisce che le 8 ore di luce al giorno siano consecutive con almeno 6 ore consecutive di buio al giorno.
Conclusioni
L’analisi dei principali requisiti per il rispetto del benessere animale negli allevamenti suinicoli presenti nei principali codici pubblici e privati adottati a livello internazionale è alla base delle attività del gruppo operativo Responsible Ham: diversificazione di prodotti trasformati basati su elevati standard di benessere animale negli allevamenti suinicoli, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del psr 2014-2020 e coordinato dal Crpa di Reggio Emilia, il cui obiettivo consiste nel promuovere lo sviluppo di nuovi prodotti nel settore delle carni suine stagionate, anche a denominazione di origine protetta, che garantiscano elevati standard di benessere animale durante tutte le fasi di allevamento.
L’individuazione e l’analisi di questi requisiti ha permesso infatti di verificarne l’applicabilità tecnico-economica nelle principali tipologie d’allevamento per suini destinati alla produzione di Prosciutto di Parma. Inoltre, questi requisiti sono alla base degli interventi gestionali e strutturali migliorativi per le diverse categorie di suini realizzati in due Aziende Pilota, partner all’interno del gruppo operativo.
Tab. 4 – Superficie di stabulazione per le diverse categorie di suini (HFAC e RSPCA) | ||
Categoria di suino | Superficie totale | Area di riposo |
(m2) | (m2) | |
Scrofe in gestazione | 3,5 | 1,5 |
10 kg | 0,15 | 0,1 |
20 kg | 0,22 | 0,15 |
30 kg | 0,3 | 0,2 |
40 kg | 0,4 | 0,26 |
50 kg | 0,47 | 0,31 |
60 kg | 0,55 | 0,36 |
70 kg | 0,61 | 0,41 |
80 kg | 0,67 | 0,45 |
90 kg | 0,71 | 0,47 |
100 kg | 0,75 | 0,5 |
110 kg | 0,79 | 0,53 |
120 kg* | 0,85 | 0,57 |
* Categoria di peso riportata solo da RSPCA |
I risultati delle verifiche delle performance, attraverso misurazioni sugli animali e sull’ambiente d’allevamento, sui prodotti trasformati in salumificio/prosciuttificio e dell’analisi economica finale verranno ampiamente discussi negli eventi finali previsti dal progetto Responsible Ham e, in particolare, durante il seminario “Standard di benessere animale superiori ai minimi di legge negli allevamenti suinicoli” che si terrà il 23 ottobre 2019 al Tecnopolo di Reggio Emilia e nel convegno conclusivo che si terrà nel gennaio 2020.
Per avere notizie sul progetto e gli aggiornamenti sui prossimi eventi è disponibile il sito responsibleham.crpa.it.