Responsible Ham il benessere premia

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Scrofa libera dopo il parto
Il progetto dedicato alla “diversificazione di prodotti trasformati basata su elevati standard di benessere animale negli allevamenti suinicoli” coordinato dalla Fondazione Crpa di Reggio Emilia è giunto al termine. Ecco alcuni dei risultati ottenuti

Negli ultimi anni si sta assistendo alla nascita di un numero consistente di disciplinari di produzione, i quali prevedono elevati standard di benessere animale per andare incontro alle richieste di un’ampia fascia di cittadini europei che richiedono un trattamento più equo per gli animali da reddito e di consumatori che ambiscono a una maggiore offerta di prodotti animal friendly. Sempre di più, infatti, la normativa europea viene considerata come standard minimo, da integrare con iniziative private.

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Scrofa in gabbia in prossimità del parto.

Con lo scopo di migliorare la competitività della filiera emiliano-romagnola delle carni suine stagionate producendo prosciutti e salumi ad alto valore aggiunto è nato «Responsible Ham - Diversificazione di prodotti trasformati basata su elevati standard di benessere animale negli allevamenti suinicoli» - Iniziativa realizzata nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 — Tipo di operazione 16.1.01 — Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: Produttività e sostenibilità dell’agricoltura — Focus Area 2A - Ammodernamento e diversificazione - un Gruppo Operativo che si è proposto di identificare, sviluppare e promuovere soluzioni innovative e sostenibili in allevamento.
Il progetto ha anche indagato la potenzialità di successo dei nuovi prodotti a base di carni suine animal friendly, attraverso un’analisi di mercato che ha coinvolto consumatori e distribuzione organizzata.
I risultati delle verifiche delle performance, attraverso misurazioni sugli animali e sull’ambiente d’allevamento, sui prodotti trasformati in salumificio/prosciuttificio, e dell’analisi economica finale sono stati presentati durante il convegno conclusivo del 13 gennaio scorso a Fico Bologna.
Riportiamo in queste pagine alcuni di questi risultati.

Soluzioni animal friendly in allevamento

Le soluzioni adottate in ciascuna azienda pilota per garantire ai suini un livello di benessere superiore rispetto a quanto previsto dalle attuali normative sono state descritte da Alessandro Gastaldo, della Fondazione Crpa.
«Per quanto riguarda le scrofe – ha spiegato l’esperto – sono stati considerati i seguenti aspetti:
- riduzione del periodo di confinamento in gabbia nella fase di gestazione;
- stabulazione in box parto con confinamento temporaneo in gabbia nella fase di maternità;
- aumento della superficie di stabulazione per le scrofe gestanti in gruppo;
- utilizzo di idonei materiali manipolabili (paglia per gli adulti e corda per i suinetti).
Mentre per i suini in post-svezzamento e ingrasso, invece, sono stati considerati i seguenti aspetti:
- aumento della superficie di stabulazione;
- utilizzo di idonei materiali manipolabili (pellet di paglia distribuito a terra, corde e/o tronchetti di legno morbido sospesi a catena);
- diversi protocolli di castrazione (con o senza analgesia/anestesia nei suinetti sotto i 7 giorni o castrazione chimica mediante vaccinazione nell’accrescimento-ingrasso)».

Riduzione confinamento in gabbia per le scrofe in gestazione

Il d.lgs. n. 122/2011 indica che le scrofe in gestazione devono essere allevate in gruppo nel periodo compreso fra quattro settimane dopo la fecondazione e una settimana prima della data prevista per il parto.

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Suini nella fase di ingrasso

L’abbandono della stabulazione in gabbia nella fase di gestazione a favore di box di gruppo determina un incremento del benessere della scrofa, ma aumenta l’incidenza di comportamenti aggressivi tra gli animali che possono avere ripercussioni negative sull’efficienza riproduttiva.
Nelle due aziende pilota sono state confrontate le performance di scrofe spostate in box collettivi dopo la fecondazione con quelle di scrofe spostate in box collettivi 25-28 giorni dopo la fecondazione, in seguito all’accertamento della gravidanza.

Free farrowing systems

Nonostante il box parto tradizionale con scrofa in gabbia fino allo svezzamento dei suinetti sia ammesso dal d.lgs. n. 122/2011, per garantire un migliore benessere della scrofa si stanno diffondendo soluzioni che prevedono la stabulazione libera parziale o totale della scrofa durante il parto e la successiva fase di allattamento.
Si tratta di soluzioni che forniscono alla scrofa lo spazio e il substrato per “costruirsi” il nido prima di partorire. Questo comportamento la prepara al momento del parto: più attiva e compiuta è la fase di preparazione del nido e più veloce sarà la fase di parto.
Numerosi studi indicano che, quando la progettazione di questi box avviene in maniera corretta, si riescono a ottenere risultati analoghi a quelli dei box parto tradizionali, soprattutto in presenza di operatori adeguatamente formati sul benessere animale e sulla gestione della scrofa libera.
Questi nuovi sistemi di stabulazione vengono definiti Free farrowing systems (Ffs) e si suddividono generalmente in box singoli parto-allattamento con contenimento temporaneo della scrofa o con scrofa sempre libera.
«Nelle due aziende pilota – ha precisato Gastaldo - sono stati confrontati due tipologie di box parto, che consentono alla scrofa di allattare senza confinamento, con i box parto tradizionali, in cui la scrofa è sempre in gabbia. Si tratta di box nei quali è possibile prevedere un temporaneo contenimento della scrofa in una gabbia apribile. Il contenimento è avvenuto in concomitanza del parto, per limitare il possibile schiacciamento dei suinetti, o dei trattamenti da effettuare sulla nidiata, per proteggere l’operatore e la scrofa. I box con scrofa libera hanno dimensioni di 4,23 e 5,33 m2, con zone destinate soltanto ai suinetti. Generalmente, si tratta del nido (con almeno 0,7 m2 /suinetto) e di passaggi perimetrali della larghezza di almeno 0,15÷0,2 m».
Le altre caratteristiche, ossia le dimensioni e le attrezzature presenti, sono analoghe a quelle delle strutture tradizionali. Anche il pavimento non cambia rispetto ai box con gabbia, ossia è un grigliato integrale, a esclusione della zona nido.
«In base ai dati raccolti – ha affermato Sara Barbieri del dipartimento di Medicina veterinaria, dell’Università di Milano -, le scrofe alloggiate in gabbia parto tradizionale e le scrofe alloggiate in soluzioni che consentono parto e allattamento, o soltanto allattamento, senza confinamento hanno raggiunto i medesimi risultati produttivi. Le scrofe libere al parto hanno trascorso più tempo in decubito laterale, garantendo maggiori possibilità di allattamento dei suinetti, con una significativa differenza nei tempi di suzione rispetto a quelli delle scrofe in gabbia».

Aumento della superficie di stabulazione

Il benessere dei suini è pregiudicato da forti restrizioni di spazio. Infatti, una superficie di stabulazione non idonea (ossia un’elevata densità di animali all’interno del box) può determinare effetti negativi in relazione a:
- possibilità di movimento. L’esercizio è importante per un corretto sviluppo della muscolatura e dello scheletro;
- se viene limitato può avere effetti a lungo termine sulla robustezza degli arti e sulla salute degli unghielli;
- comportamento di riposo. In condizioni di sovraffollamento il riposo dei suini può essere compromesso, in quanto gli animali che si spostano causano disturbo a quelli coricati;
- comportamento sociale (in particolare quello aggressivo). Uno spazio insufficiente porta a un aumento del livello di aggressioni, dell’incidenza dei comportamenti anomali e della risposta surrenale, suggerendo che alti livelli di stress si riscontrino anche in assenza di aggressioni manifeste.

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Suinetti in fase post-svezzamento

È importante garantire, come prima cosa, che lo spazio a disposizione degli animali sia effettivamente utilizzabile; per questo la superficie del box deve essere calcolata, comprendendo l’eventuale defecatoio esterno pavimentato e provvisto di tettoia ed escludendo le zone occupate da truogoli e/o mangiatoie. Inoltre, per aumentare il benessere è necessario aumentare la superficie libera minima a disposizione di ciascun capo.
«Nelle due aziende pilota – ha sottolineato Gastaldo - sono stati confrontati box collettivi con superfici superiori ai minimi di legge con box collettivi con superfici uguali ai minimi di legge. Questi confronti hanno riguardato le scrofe in gestazione, i suinetti in post-svezzamento e i suini da ingrasso.
«L’aumento della superficie di stabulazione – ha concluso Barbieri - ha portato ad una minor incidenza di lesioni nelle scrofe in gestazione ma non per gli animali in accrescimento e ingrasso».

Arricchimenti ambientali

La mancanza di un materiale idoneo da esplorare rappresenta uno dei maggiori problemi di benessere animale nell’allevamento intensivo del suino; l’impossibilità di esprimere il comportamento esplorativo è indicata come la principale causa della comparsa di comportamenti anomali e potenzialmente pericolosi, come il cannibalismo e l’aggressività eccessiva.
Con sistemi di stabulazione a lettiera la paglia distribuita sul pavimento del box in grande quantità è la soluzione da preferire.

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Corda sospesa.

Se non è possibile prevedere la lettiera, la paglia in forma sciolta o di pellet può essere presentata al suino in modeste quantità con distribuzione a terra o in apposite/i rastrelliere/dosatori oppure precompressa in blocchi o grossi pellets. Nel caso in cui la paglia non possa essere usata in alcun modo, è necessario ricorrere a soluzioni differenti; si tratta principalmente di oggetti sospesi, fissati al muro o liberi a terra.
«Nelle aziende pilota – ha detto Gastaldo – sono stati utilizzati i seguenti materiali manipolabili:
- paglia lunga in rastrelliera metallica per le scrofe gestanti in gabbia e in gruppo;
- paglia lunga in rastrelliera metallica oppure paglia in pellet precompresso in apposito supporto metallico per le scrofe allattanti in box con gabbia apribile;
- corde naturali sospese per suinetti in box parto;
- corde naturali sospese abbinate a tronchetti di legno morbido sospesi a catena per suinetti in post-svezzamento;
- corde naturali sospese abbinate a catena metallica oppure pellet di paglia a terra oppure tronchetti di legno morbido sospeso a catena per suini da ingrasso».

Alternative alla castrazione chirurgica senza anestesia e analgesia

La castrazione chirurgica senza anestesia e/o analgesia provoca dolore intenso e persistente al suinetto. Per garantire il benessere degli animali, la castrazione chirurgica deve essere effettuata in anestesia e con l’applicazione di un efficace protocollo di analgesia anche quando viene eseguita entro il 7° giorno di vita. L’anestetico interviene sul dolore al momento dell’intervento, mentre l’analgesico riduce il dolore post-operatorio.
Una possibile alternativa alla castrazione chirurgica è l’immunocastrazione mediante l’utilizzo di un farmaco che provoca la soppressione della produzione di ormoni sessuali. L’immunocastrazione viene applicata con successo nel suino leggero mediante un piano vaccinale che prevede due interventi. Nel suino pesante sono necessari 3-4 interventi per garantire un’adeguata copertura fino alla macellazione.
Il vantaggio di questa tecnica è la totale eliminazione dell’intervento chirurgico con effetti positivi sull’animale e sull’immagine del prodotto. Di contro, nei suini sottoposti a immunocastrazione e macellati a età avanzate occorre considerare l’effetto sull’aumento dei comportamenti aggressivi e delle carcasse scartate.
Secondo quanto detto da Gastaldo, «Nelle aziende pilota sono stati studiati due metodi alternativi: somministrazione di analgesico 20 minuti prima dell’intervento di castrazione e protocollo di immunocastrazione».
«I suini sottoposti a immunocastrazione – ha sottolineato Barbieri - hanno, come atteso, manifestato più comportamenti sessuali rispetto ai maschi castrati; questo si è tradotto in un aumento del numero di lesioni soltanto quando i suini appartenevano a una diversa linea genetica».


Free farrowing systems, l’analisi economica

«In una azienda pilota 10 box parto con scrofa sempre in gabbia – ha spiegato Paolo Rossi del Crpa – sono stati riconvertiti in 10 box parto con gabbia apribile, mantenendo analoga la superficie del box, mentre nell’altra 6 box parto con scrofa sempre in gabbia sono stati riconvertiti in 4 box parto con gabbia apribile, con un notevole aumento di superficie (+70%) rispetto a quelle tradizionali. Nella prima azienda pilota il costo di ristrutturazione è stato pari a 750 € per singolo box e ha previsto soltanto la modifica della gabbia e l’installazione di nuovi divisori dell’altezza di 90 cm per la scrofa, mentre nella seconda Azienda Pilota il costo di ristrutturazione è stato pari a 1.450 € per singolo box e ha previsto il rifacimento dell’intero box parto (box per la fase di maternità: le soluzioni con scrofa libera hanno costi maggiori rispetto al box con scrofa sempre in gabbia variabili da +30 a +70%».


I partner del progetto

Il progetto, coordinato dalla Fondazione Crpa Studi Ricerche, è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Milano, il Centro ricerche produzioni animali - Crpa spa, l’azienda agricola Campo Bò, l’azienda agricola Quercia Rossa, il prosciuttificio Capanna e il salumificio Gualerzi.


Aumento della superficie di stabulazione l’analisi economica

Di seguito, vengono riportati i costi unitari di costruzione per capo in base a categoria suina, tipo di stabulazione e superficie di stabulazione, secondo quanto riportato da Paolo Rossi:
- scrofe gestanti con pavimento parzialmente fessurato = 1.400 € con superficie uguale ai limiti di legge, 1.610 € e 1.880 € rispettivamente con +20% e +40% rispetto ai limiti di legge;
- scrofe gestanti con pavimento pieno e defecatoi esterni fessurati = 1.220 € con superficie uguale ai limiti di legge, 1.435 € e 1.675 € rispettivamente con +20% e +40% rispetto ai limiti di legge;
- suini in post-svezzamento (fino a 30 kg) con pavimento fessurato = 415 € con superficie uguale ai limiti di legge, 500 € e 580 € rispettivamente con +20% e +40% rispetto ai limiti di legge;
- suini da ingrasso (fino a 160 kg) con pavimento fessurato = 740 € con superficie uguale ai limiti di legge, 870 € e 1.015 € rispettivamente con +20% e +40% rispetto ai limiti di legge;
- suini da ingrasso (fino a 160 kg) con pavimento pieno e defecatoi esterni fessurati = 640 € con superficie uguale ai limiti di legge, 690 € e 805 € rispettivamente con +20% e +40% rispetto ai limiti di legge.


I gruppi operativi per l’innovazione della Regione Emilia-Romagna

«Il Programma di sviluppo rurale – ha spiegato Patrizia Alberti, D.G. Agricoltura, caccia e pesca, Regione Emilia-Romagna - considera la possibilità di sostenere una politica specifica di innovazione per il settore agricolo. Questa mira a sviluppare la partnership tra agricoltura e sistema della conoscenza come una delle sue principali novità. La Regione Emilia-Romagna ha completamente accolto questa sfida, identificando la misura 16 del Programma di sviluppo rurale come lo strumento ideale per interpretare le esigenze di innovazione dell’agricoltura regionale e ha investito oltre 50 milioni di euro: un impegno decisamente superiore rispetto alle altre Regioni italiane (4,6% della spesa pubblica totale)».
Attraverso i Psr italiani, aggiunge Alberti: «Le risorse totali per il partenariato europeo per l’Innovazione ammontano a 318 milioni di euro, l’1,7% della spesa pubblica totale. Oggi la Regione Emilia-Romagna è la Regione europea con il numero maggiore di Gruppi Operativi. Ad oggi sono presenti in Emilia-Romagna 128 Gruppi Operativi del Pei finanziati per 27.994.963 euro».


Alternative alla castrazione chirurgica senza anestesia, l’analisi economica

«Per le due pratiche di castrazione impiegate nelle due aziende pilota – ha spiega Paolo Rossi - sono stati calcolati i costi tenendo in considerazione la manodopera necessaria per eseguire l’intervento e il costo dell’analgesico. Il costo per la sola castrazione chirurgica eseguita da 2 operatori è pari a circa 0,4 €/capo; l’aggiunta dell’analgesia aumenta il costo di circa il 73% (0,678 €/capo), ma rimane sempre al di sotto di 1 €/suino».

Responsible Ham il benessere premia - Ultima modifica: 2020-03-04T14:29:14+01:00 da Mary Mattiaccio

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