È la prima battuta d›arresto dopo molti mesi di prezzi, a dir poco, effervescenti. Parliamo delle quotazioni dei suini da macello, che a gennaio segnano un arretramento rispetto a dicembre. Come accennato, un dato in controtendenza (ma è presto per parlare di inversione di tendenza) dopo un lungo periodo – che durava praticamente ininterrotto da aprile 2019 – di prezzi in aumento, trainati dal forte incremento della domanda cinese di carne suina e derivati sui mercati esteri, dovuta a sua al crollo della produzione interna in Cina per l’epidemia, tuttora in corso, di peste suina.
Tab. 1 - Prezzi suini italiani: gennaio 2020 | |||
Cun suini e suinetti | Medie mensili (€/kg) gennaio 2020 | Variazioni % | |
gen. 2020/ dic. 2019 | gen. 2020/ gen. 2019 | ||
Suini da macello - circuito tutelato | |||
144-152 kg | 1,590 | -6,7 | 33,8 |
152-160 kg | 1,620 | -6,5 | 33,0 |
160-176 kg | 1,680 | -6,3 | 31,4 |
Suini da macello - circuito non tutelato | |||
90-115 kg | 1,442 | -7,2 | 41,6 |
144-152 kg | 1,502 | -7,0 | 39,3 |
152-160 kg | 1,532 | -6,8 | 38,2 |
160-176 kg | 1,592 | -6,6 | 36,3 |
Suinetti | |||
7 kg (euro/capo) | 58,830 | 12,0 | 9,0 |
30 kg | 3,295 | 13,7 | 38,1 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini da macello e da allevamento |
Ma vediamo qualche numero, così come fornito dal Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili – www.crefis.it). A gennaio, il prezzo medio mensile dei suini da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,680 euro/kg per gli animali di peso 160-176 kg; -6,3% la variazione congiunturale, ovvero rispetto a dicembre 2019. Mentre per i capi di peso 144-152 kg e 152-160 kg i prezzi sono stati pari rispettivamente a 1,590 euro/kg (-6,7% rispetto a dicembre) e a 1,620 euro/kg (-6,5%). Nonostante il calo su dicembre, a gennaio le variazioni tendenziali (cioè nei confronti di gennaio 2019) restano positive per tutte le tipologie di prodotto considerate (+31,4% per i suini 160-176 kg), proprio a testimonianza dell’alto livello assoluto raggiunto nei mesi scorsi dai prezzi dei suini. Sempre a gennaio, sono diminuite anche le quotazioni dei suini da macello destinati al circuito non tutelato; nello specifico, il prezzo medio mensile degli animali di peso 160-176 kg è stato di 1,592 euro/kg (-6,6%), mentre per quelli di peso 90-115 kg il valore è stato di 1,442 euro/kg (-7,2%). Anche in questo caso, le variazioni tendenziali sono state positive per tutte le tipologie di peso considerate con valori superiori al +36%.
Sono invece stati registrati in aumento i prezzi dei suini da allevamento che hanno toccato i valori più elevati da maggio del 2018; in particolare la tipologia di peso di 30 kg è cresciuta del 13,7% rispetto a dicembre (dato di 3,295 euro/kg), mentre per quella di 7 kg il prezzo è stato pari a 58,830 euro/capo (+12,0%). Le variazioni tendenziali sono risultate positive per entrambe le tipologie di peso: +38,1% e +9%, rispettivamente.
Si registrano cali anche nel settore della macellazione
Per quanto riguarda la macellazione, i prezzi delle cosce fresche destinate a produzioni tipiche sono diminuiti a gennaio rispetto al mese precedente, fermandosi a 3,570 euro/kg per la tipologia leggera (-1,5% rispetto a dicembre) e a 4,290 euro/kg per quella pesante (-1,2%). La variazione tendenziale è, invece, risultata positiva sia per la coscia leggera (+2,5%) che per quella più pesante (+13,0%)In buona sostanza, lo stesso andamento si è registrato anche per le cosce fresche destinate a produzioni non tipiche, con variazioni congiunturali del -1,8% per la coscia leggera (prezzo di 3,126 euro/kg) e -1,7% per quella pesante (3,768 euro/kg). Le variazioni tendenziali sono risultate positive per entrambe le tipologie di peso: +24,0% per la leggera e +17,8% per la pesante.
In calo a gennaio anche le quotazioni dei lombi. In particolare, il prezzo del lombo taglio Padova si è fermato a 3,690 euro/kg (-9,6% rispetto al mese precedente), mentre quello del lombo taglio Bologna ha registrato un calo del -16,8%, per un dato di 3,660 euro/kg. Le variazioni tendenziali sono risultate positive per entrambe le tipologie di prodotto: +19,8% per il taglio Padova e +20,0% per quello Bologna.
A inizio anno è diminuito anche il prezzo della coppa fresca refilata da 2,5 kg (-2,1% rispetto a dicembre), il cui valore è sceso a 4,810 euro/kg, mentre la quotazione della pancetta fresca squadrata da 4/5 kg è scesa del -7,6% per un dato di 4,778 euro/kg. Rispetto allo scorso anno, l’attuale prezzo della coppa è risultato superiore del +20,6%, mentre quello della pancetta addirittura del +65,0%.
In gennaio sono rimasti stabili le quotazioni del lardo fresco, che confermano comunque i livelli più elevati di sempre. I dati medi mensili sono stati confermati pari a 2,900 euro/kg per il prodotto di spessore 3 cm ed a 3,700 euro/kg per quello di spessore 4 cm. Positive anche le variazioni tendenziali.
Nell’ultimo mese è sceso del -4,0% il prezzo dello strutto per uso alimentare raffinato deodorato in cisterna, che ha raggiunto un dato di 1216,8 euro/t. Resta positiva la variazione tendenziale (+27,7%).
Si ricorda che, dal 1° giugno 2018, sono iniziati i lavori della nuova Cun tagli di carne suina fresca e grassi e strutti, istituita il 19 aprile 2018.
Di conseguenza, dalla stessa data le altre borse merci interessate hanno interrotto le quotazioni dei prodotti rilevati dalle Cun.
Stagionatura: stabili i Dop e in aumento i non tipici
Considerando i prodotti stagionati, a gennaio i prezzi del Prosciutto di Parma sono rimasti stabili a livello congiunturale, confermando 6,100 euro/kg per il prodotto di peso inferiore a 8,5 kg, 6,700 euro/kg per quello di peso 8,5-9,5 kg e 8,050 euro/kg per la tipologia di peso 9,5 kg e oltre. Gli attuali prezzi sono risultati inferiori, rispetto allo stesso periodo del 2018, del -5,6% per il prosciutto di peso 8,5-9,5 kg (variazione calcolata rispetto alla voce precedente peso inferiore a 9 kg) e del -8,5% per quello più pesante (rispetto alla voce precedente peso 9-11 kg).
A gennaio sono, invece, aumentate le quotazioni dei prosciutti stagionati destinati a produzioni non tipiche, che hanno raggiunto i valori più elevati da gennaio 2019. In particolare, il prezzo del prosciutto stagionato di peso inferiore a 9 kg è salito a 5,550 euro/kg (+0,2% la variazione congiunturale), mentre per il prosciutto di peso 9 kg e oltre il dato è stato di 6,275 euro/kg, in crescita del +0,1% rispetto a dicembre. Negative le variazioni tendenziali, rispettivamente pari al -1,8% e -0,4% per le due tipologie di peso.
Fermo a 11,250 euro/kg il prezzo medio mensile della coppa di Parma stagionata; tale prezzo è, inoltre, risultato in aumento del +8,7% in termini tendenziali.
Fattori della produzione
A inizio anno crescono le quotazioni di quasi tutte le commodity per l’alimentazione di suini, sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, i prezzi di quasi tutte le commodity considerate sono cresciuti rispetto al mese precedente. A Milano, i prezzi del mais sono cresciuti dell’1,5% per il prodotto nazionale (174,0 euro/t) e del +1,3% per quello di provenienza comunitaria (182,3 euro/t). In aumento anche il prezzo del cereale francese (+2,9%), salito a 175,2 euro/t, così come è cresciuta la quotazione del mais negli Stati Uniti, che è stato scambiato a 154,3 euro/t (+2,6%). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte negative, ad eccezione del mercato statunitense (+5,7%).
Alla borsa merci di Milano, il prezzo medio mensile della soia nazionale è salito a 366,3 euro/t (+5,0% rispetto a dicembre), mentre il prodotto estero è cresciuto del +3,5%, per un dato pari a 379,5 euro/t. Una variazione congiunturale positiva si è registrata anche negli Stati Uniti (+0,7%), dove la soia è stata scambiata a 323,1 euro/t, mentre il dato medio della soia brasiliana è sceso a 300,0 euro/t (-1,2%). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte positive.
Nell’ultimo mese i prezzi dell’orzo nazionale scambiato a Milano sono saliti a 177,3 euro/t (+2,8% la variazione congiunturale), ed a 196,3 euro/t per il prodotto comunitario (+3,5%). Una crescita, rispetto a dicembre, si è registrata anche sul mercato francese (+1,2%), dove la quotazione media mensile è stata di 172,4 euro/t, mentre il prezzo dell’orzo statunitense è sceso del -0,1% rispetto al mese precedente, per un valore di 103,3 euro/t. Negative le variazioni tendenziali per tutti i mercati considerati.