In ottobre è ancora in crescita la redditività del comparto allevatoriale suinicolo del nostro Paese. Come mostra l’indice Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili) che per il ciclo chiuso segna
- +4,8% a livello congiunturale
- e +45,9% a livello tendenziale.
Un andamento favorevole dovuto – come nei mesi precedenti – alla dinamica in aumento dei prezzi dei capi da macello e al rallentamento dei costi dei prodotti per la loro alimentazione. Infatti, il prezzo medio mensile di ottobre dei suini da macello della tipologia pesante destinati al circuito tutelato è salito dell’1,2% rispetto al mese precedente raggiungendo i 2,322 euro/kg e anche il raffronto con le quotazioni dello stesso periodo dello scorso anno risulta favorevole: +13%.
Per il ciclo aperto la redditività della fase di svezzamento, sempre a ottobre, ha segnato una crescita del 2,6% mese su mese e del 60,3% rispetto al 2022. Ciò grazie al buon andamento del prezzo medio mensile dei suinetti da 7 Kg che in ottobre ha guadagnato lo 0,4% su base congiunturale, segnando 70,685 euro/capo, e della flessione dei costi per l’alimentazione degli animali. Anche a livello tendenziale la situazione è più che positiva: +31%.
Calo congiunturale confermato invece per quanto riguarda la redditività della fase di accrescimento che perde il 4,5% rispetto a settembre, pur rimanendo in una situazione favorevole rispetto allo scorso anno (+11,4%).
A livello congiunturale pesano i costi di approvvigionamento dei suinetti da 7 Kg e il calo dei capi in output: la quotazione degli animali da 30 kg in ottobre scende infatti del 7% attestandosi a 3,942 euro/kg, mantenendo però una variazione tendenziale positiva (+18,2%).
La fase di ingrasso in ottobre mostra un lieve incremento della redditività mese su mese (+0,2%), e a un deciso aumento a livello tendenziale (+19,2%).
Tab. 1 - Indici Crefis di redditività nelle diverse fasi della filiera in Italia: ottobre 2023 | ||
Indici Crefis | Variazioni % ottobre 2023/settembre 2023 | Variazioni % ottobre 2023/ottobre 2022 |
Redditività dell'allevamento fase di svezzamento (Sito 1) | 2,6 | 60,3 |
Redditività dell'allevamento fase di accrescimento (Sito 2) | -4,5 | 11,4 |
Redditività dell'allevamento fase di ingrasso (Sito 3) | 0,2 | 19,2 |
Redditività dell'allevamento a ciclo chiuso | 4,8 | 45,9 |
Redditività della macellazione | -0,1 | -4,2 |
Redditività della stagionatura: prosciutto di Parma stagionato 12 mesi (9,5 kg e oltre) | -0,8 | -16,6 |
Redditività della stagionatura: prosciutto non tipico (>9 kg) | -0,8 | 0,3 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini e tagli di carne suina fresca |
Macellazione
Il mercato della macellazione, a ottobre, è caratterizzato da dinamiche contrastanti: per ciò che concerne i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate al prodotto Dop, si registra un incremento mensile dello 0,6% che ha portato la quotazione a 6,155 euro/kg (positiva anche la variazione anno su anno e pari a 6,3%).
Situazione opposta per i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate al prodotto non tutelato: -0,7% la variazione congiunturale per una quotazione di 5,105 euro/kg; rimane però favorevole il dato tendenziale e pari a 2,1%.
I lombi, in ottobre fanno registrare un andamento positivo delle quotazioni che a livello congiunturale salgono
- del 2,7% per il taglio Padova (4,775 euro/kg il prezzo medio mensile rilevato) e
- del 4,8% per il taglio Bologna (che ha raggiunto i 4,925 euro/kg).
Discordante la situazione a livello tendenziale: il taglio Padova mostra una variazione annua del +1,6%, mentre le quotazioni del taglio Bologna perdono l’1,5% rispetto al 2022.
Sul fronte della redditività, il quadro è sfavorevole in quanto, mese su mese, il comparto della macellazione italiana perde, a ottobre, lo 0,1% e a livello tendenziale il 4,2%.
Stagionatura
Sempre a ottobre condizioni differenti caratterizzano anche le diverse tipologie di prodotto del comparto della stagionatura: il prezzo medio mensile del Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi è risultato stabile a 10,600 euro/kg, ma superiore alle quotazioni dello scorso anno (+1,7% la variazione tendenziale); mentre il prodotto generico ha mostrato, sempre in ottobre, prezzi in salita dell’1,2% raggiungendo gli 8,600 euro/kg; positiva anche la variazione su base annua: 18,2%.
L’indice Crefis di redditività a livello congiunturale, sempre nel periodo preso in esame, risulta in calo dello 0,8% sia per il prosciutto tutelato che per il prodotto generico, mentre la situazione a livello tendenziale è negativa per il Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi (-16,6%) e debolmente positiva per il prosciutto non tutelato (+0,3%). Stabile a +12,1% il differenziale di redditività tra le due tipologie di prodotto e sempre a favore del prosciutto Dop.
Fattori della produzione
I prezzi di mais, soia ed orzo in ottobre sono diminuiti sia sul mercato nazionale che internazionale. Unica eccezione è rappresentata dal mais USA che ha registrato, nell’ultimo mese, un aumento delle quotazioni.
A Milano il prezzo del mais nazionale contratto 103 si è fermato a 217 euro/t, in calo del 2,1% rispetto al mese precedente, mentre quello del prodotto nazionale con caratteristiche a 222 euro/t (-2,8%). In diminuzione, anche la quotazione del mais di provenienza comunitaria (-2,2%), scambiato a 231,9 euro/t, così come il prezzo del cereale francese che ha raggiunto i 208,4 euro/t (-4,5% la variazione congiunturale). Gli attuali livelli di prezzo restano ben al di sotto di quelli fatti registrare ad ottobre del 2022, con variazioni tra il -39% e -41%. In controtendenza, invece, il mercato americano dove il prezzo del mais è salito dello 0,8% rispetto a settembre, per un valore di 171,8 euro/t. Nonostante questo aumento congiunturale, il confronto con lo scorso rimane comunque negativo e pari al -35,7%.
In ottobre sono diminuiti i prezzi della soia estera quotata a Milano, che ha raggiunto i 424,3 euro/t (-12,4% rispetto a settembre), mentre è tornata ad essere quotata la soia nazionale, che in ottobre ha raggiunto un valore medio mensile di 410,5 euro/t. In calo i prezzi della soia brasiliana (-3,2% rispetto a settembre) e di quella americana (-2,8%) che si sono fermati a valori rispettivamente di 425,9 euro/t e 426 euro/t. In ribasso a 501,3 euro/t il prezzo della soia CIF Rotterdam (-13,5% rispetto a settembre). Negative, anche in questo caso, tutte le variazioni tendenziali.
Nell’ultimo mese, sul mercato nazionale, il prezzo dell’orzo di provenienza comunitaria scambiato a Milano è sceso a 221,6 euro/t (-0,2% la variazione congiunturale), mentre il prezzo del prodotto di provenienza nazionale ha subìto un calo congiunturale dello 0,7%, per un dato di 201 euro/t. In calo anche il prezzo dell’orzo francese (-1,7% rispetto al mese precedente), che si è assestato a 215,5 euro/t, e quello dell’orzo del Mar Nero (-7,4%), che si è fermato a 163,1 euro/t. Le variazioni tendenziali sono risultate tutte negative con valori dal -31% al -44%.
L’articolo completo di tutte le tabelle è pubblicato
sulla Rivista di Suinicoltura 11/2023
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