Il personale d’allevamento dovrebbe essere istruito in modo appropriato per poter minimizzare la diffusione di patogeni seguendo corretti schemi di lavoro. Ogni visita in allevamento, sia dello staff sia dei visitatori esterni dovrebbe partire da uno spogliatoio, dove si possano indossare abiti e calzature specifiche e lavare le mani correttamente. Inoltre, il personale dovrebbe seguire una sequenza specifica nel visitare le aree dell’allevamento che ospitano diverse categorie di animali: i capi più giovani sono più suscettibili a vari patogeni, a causa del sistema immunitario ancora immaturo e della progressiva diminuzione dell’immunità materna; gli animali adulti sono invece considerati più resistenti, anche se possono ospitare diversi agenti infettivi a causa di pregresse infezioni, che spesso non vengono rilevate a causa del decorso subclinico.
Per questi motivi, le movimentazioni dello staff e il lavoro quotidiano dovrebbero idealmente essere eseguiti procedendo dagli animali più giovani a quelli più vecchi, e da quelli sani a quelli malati, secondo la seguente sequenza: spogliatoio, sala parto, fecondazione/gestazione, svezzamento, ingrasso, quarantena/infermeria e cella dei morti. Movimenti in direzione opposta sono considerati rischiosi, poiché possono causare la trasmissione di patogeni.
Le misure di biosicurezza mirano quindi a separare il più possibile diversi gruppi di età. Se queste separazioni vengono violate in specifiche aree di allevamento o in specifici momenti, la biosicurezza complessiva si abbassa e gli sforzi fatti in altre aree e in altri momenti potrebbero essere vanificate.
Un modo per incrementare la consapevolezza e la motivazione degli allevatori è la valutazione della biosicurezza in allevamento. Il metodo di valutazione più comune è quello basato sull’assegnazione di punteggi, come il Biocheck.UGent™.
Lo studio
Attualmente, non ci sono informazioni sulle movimentazioni del personale negli allevamenti suinicoli. Quest’anno è stato pubblicato uno studio dall’Università di Ghent, in collaborazione con PigCHAMP Pro Europa (Bernaerdt et al., 2023) eseguito con lo scopo di analizzare gli spostamenti dello staff di allevamento e le possibili differenze di movimentazione nel tempo (settimana del sistema in bande, giorno della settimana) e in diversi settori (sala parto, fecondazione/gestazione, svezzamento e ingrasso).
Gli allevamenti sono stati selezionati in base alla disponibilità a partecipare all’indagine e ad installare una connessione internet wireless in tutte le stalle. Cinque allevamenti hanno partecipato allo studio: quattro a ciclo chiuso, uno a ciclo aperto, quattro organizzati in bande quadrisettimanali e uno in bande trisettimanali.
In tutti e cinque gli allevamenti è stato installato il sistema di monitoraggio delle movimentazioni interne Biorisk®, sviluppato da PigCHAMP Pro Europa. I punti di rilevamento sono stati installati nelle stalle di diverse categorie di animali (sala parto, svezzamento, gestazione, ecc.). Tali dispositivi di rilevamento avevano un raggio d’azione di otto metri e sono stati posizionati in modo da coprire tutte le sale e le entrate dell’allevamento. In alcune sale era sufficiente un solo rilevatore, in altre è stato necessario installarne più di uno per poter monitorare tutto lo spazio. A tutti i membri del personale è stato fornito un piccolo trasmettitore Bluetooth personale da indossare: tale trasmettitore inviava un segnale ai punti di rilevamento, permettendo così la registrazione dei movimenti dello staff.
Il livello di biosicurezza di ogni allevamento è stato determinato usando il Biocheck U.Gent basato sulla valutazione del rischio. Sulla base di un questionario, questo Biocheck assegna un punteggio compreso tra 0 e 100% a diverse categorie, dove 0 indica l’assenza di misure di biosicurezza e 100 indica misure ottimali.
I movimenti diretti dalla sala parto verso la fecondazione/gestazione, poi verso lo svezzamento, l’ingrasso e, per ultimi, quarantena/infermeria e cella dei morti sono stati considerati sicuri. Movimentazioni in direzione opposta sono state considerate fattori di rischio, a meno che non venisse interposto un passaggio in spogliatoio nello spostamento tra una sala e l’altra. Anche gli spostamenti tra stalle dello stesso settore (es. da una sala parto a un’altra) sono stati considerati sicuri, ad eccezione di quelli tra diverse infermerie. In tutto, sono stati individuati 49 diversi spostamenti, 33 dei quali sono considerati sicuri e 16 a rischio.
Più spostamenti a rischio del personale nei giorni infrasettimanali e nella settimana dello svezzamento
Nello studio sono state investigate anche le possibili differenze di movimentazione tra i giorni lavorativi e quelli fine settimanali. In tutti gli allevamenti, gli spostamenti sono risultati più numerosi nei giorni lavorativi e ciò potrebbe avere due spiegazioni. La prima è che l’allevamento in bande è ben organizzato, e la maggior parte delle attività è pianificata nei giorni infrasettimanali. Sia nei sistemi trisettimanali che in quelli quadrisettimanali infatti, lo svezzamento avviene di giovedì, le scrofe vengono fecondate il lunedì, martedì e mercoledì e i parti avvengono di giovedì, venerdì e sabato.
La seconda spiegazione è che in 2 allevamenti su 5 erano presenti molti operatori, i quali probabilmente non erano tutti a lavoro nei weekend, portando quindi a un minor numero di spostamenti in tali giorni.
Relativamente al periodo del sistema in bande, è risultato che il numero totale di spostamenti era maggiore durante la settimana delle fecondazioni e dei parti, e in particolare i movimenti a rischio erano maggiori durante la settimana di svezzamento.
Anche il personale preparato spesso sbaglia nella quotidianità
Nei questionari Biocheck U.Gent, quattro allevamenti su cinque hanno affermato di organizzare il lavoro in modo da iniziare dagli animali più giovani per poi spostarsi ai più anziani; tuttavia, i risultati dello studio non hanno confermato tale affermazione ed è stata osservata un’alta percentuale di movimenti a rischio in tali allevamenti. Questo evidenzia come il monitoraggio del comportamento degli addetti ai lavori sia la chiave per ottenere dati accurati, sebbene questo si scontri con inevitabili dubbi sulla privacy.
Negli allevamenti di maggiori dimensioni le misure di biosicurezza dovrebbero essere più elevate rispetto a quelli più piccoli, in quanto in mandrie numerose più animali possono ammalarsi e diffondere le infezioni più facilmente. Inoltre, gli allevamenti più grandi hanno più contatti col mondo esterno, ad esempio attraverso l’acquisto di animali e il loro trasporto, aumentando il rischio di infezioni. Invece, lo studio ha rilevato un minor numero di movimenti a rischio negli allevamenti grandi, rispetto a quelli di dimensioni medie. Negli allevamenti di grandi dimensioni il personale era più numeroso, ed è probabile che gli operatori fossero organizzati in modo da lavorare in specifici settori: ciò ha ridotto i movimenti tra settori differenti.
Le bande trisettimanali riducono gli spostamenti a rischio del personale
La percentuale di movimenti a rischio è risultata inferiore nell’allevamento a bande trisettimanali. La ragione di ciò potrebbe essere che il sistema trisettimanale permette un’organizzazione migliore del lavoro nelle diverse settimane. Nel sistema a quattro settimane è prevista una settimana in cui vengono concentrate due attività principali, che richiedono lavoro extra, come la fecondazione e i parti: ciò può aver portato a un picco nel numero di movimenti giornalieri in quella particolare settimana. Inoltre, nella settimana degli svezzamenti sono stati rilevati numerosi spostamenti, verosimilmente perché è stato necessario spostare le scrofe dalla sala parto al settore fecondazione/gestazione e i suinetti dalla sala parto allo svezzamento.
La sala parto e il settore fecondazione/gestazione richiedono molto lavoro, ragion per cui lo staff deve visitare queste aree più di una volta al giorno, ad esempio per assistere ai parti, occuparsi dei lattonzoli, rilevare gli estri e inseminare le scrofe. Per quanto riguarda il settore svezzamento e ingrasso, il numero di movimenti del personale è stato simile, a prescindere dalla settimana del mese. In assenza di problemi specifici, questi settori sono probabilmente visitati solo per nutrire gli animali.
In generale, i movimenti a rischio verso il settore svezzamento e ingrasso sono risultati molto inferiori rispetto a quelli verso la sala parto e il settore fecondazione/gestazione. Lo svezzamento e l’ingrasso sono infatti stati visitati meno frequentemente e tali visite sono probabilmente state organizzate meglio durante la giornata lavorativa, facilitando il rispetto delle misure di biosicurezza.
Conclusioni
Lo studio trattato in questo articolo ha dimostrato che negli allevamenti di suini vengono eseguiti numerosi movimenti rischiosi, che variano in base alla settimana del sistema a bande, al giorno della settimana e al settore di allevamento. Lo studio crea inoltre consapevolezza sugli spostamenti del personale di allevamento, che è il primo step per ottimizzare lo schema di lavoro. Tale consapevolezza può portare allo sviluppo di corsi di formazione personalizzati per ogni allevamento, basati su dati oggettivi che mostrino il comportamento dello staff e lo correlino allo stato di salute e alle performance degli animali, nell’ottica di creare una cultura lavorativa di miglioramento di biosicurezza, salute e produttività basata su dati scientifici.
Ulteriori ricerche dovrebbero essere eseguite per comprendere come mai avvengano specifici movimenti a rischio e come essi possano essere evitati per raggiungere migliori condizioni di biosicurezza e salute negli allevamenti.
Fonte: Bernaerdt, E., Díaz, I., Piñeiro, C., Collell, M., Dewulf, J., & Maes, D. (2023). Optimizing internal biosecurity on pig farms by assessing movements of farm staff. Porcine Health Management, 9(1), 11.
L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 5/2023
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