L’11 marzo 2025 Compassion in World Farming (CIWF) ha organizzato un webinar interamente dedicato alla presentazione delle ricerche più recenti sulle alternative alle gabbie parto per le scrofe. L’evento ha seguito la pubblicazione di un opuscolo informativo, nel quale vengono analizzate e presentate diverse soluzioni pratiche e già disponibili sul mercato, capaci di rispondere sia alle esigenze degli animali che a quelle operative del settore suinicolo.
Le criticità delle gabbie parto
Durante il webinar, Amélie Legrand, a capo della ricerca nel settore alimentare di CIWF, ha illustrato le caratteristiche principali dei sistemi alternativi, mentre Justine Pearce, responsabile del progetto Free Farrowing, ha presentato alcuni esempi concreti di box per parto libero o con confinamento temporaneo.
La riflessione di fondo ha messo in discussione la pratica ancora largamente diffusa del confinamento delle scrofe in gabbie parto, un sistema progettato principalmente per minimizzare il rischio di schiacciamento dei suinetti ma che limita drasticamente i movimenti della madre, impedendole persino di girarsi, camminare o costruire un nido. Queste condizioni, come dimostrano numerosi studi scientifici, compromettono il benessere psicofisico dell’animale e ostacolano la creazione del legame materno con la prole, aumentando lo stress e la possibilità di mortalità neonatale, soprattutto nei primi parti.
Il webinar ha ricordato come l’opinione pubblica sia fortemente contraria all’uso delle gabbie individuali: secondo un recente Eurobarometro, ben il 90% dei cittadini europei si è espresso in favore di un loro divieto. In linea con questa tendenza, l’Unione Europea si sta muovendo verso un’abolizione delle gabbie parto, e diversi paesi, come Svizzera, Svezia, Norvegia, Germania e Austria, hanno già introdotto normative che promuovono sistemi alternativi.
Alternative pratiche alla gabbia
CIWF ha quindi analizzato in dettaglio diversi modelli di recinti alternativi al confinamento. Questi sistemi si distinguono per l’approccio alla gestione delle scrofe e dei suinetti: si va dalle gabbie temporanee, dove la scrofa è confinata solo per alcuni giorni, ai recinti individuali che possono essere utilizzati in modalità aperta o chiusa, fino ai sistemi completamente liberi e ai modelli di gruppo in cui scrofe e lattonzoli convivono senza separazioni.
Uno degli elementi centrali del dibattito è stato la questione dello spazio. La disponibilità di metri quadrati sufficienti è considerata essenziale per consentire alla scrofa di muoversi liberamente, sdraiarsi senza ostacoli, costruire il nido e manifestare comportamenti naturali. Anche l’ambiente circostante deve essere studiato con cura: la presenza di lettiere, materiali per il nido, un’area termoregolata per i suinetti e un’organizzazione funzionale degli spazi (separando le zone di riposo, alimentazione e defecazione) contribuiscono a migliorare igiene, benessere e praticità gestionale.
I recinti alternativi
Dal punto di vista tecnico, CIWF propone che ogni recinto per il parto garantisca almeno 6,9 m² di superficie totale, di cui 5,9 m² dedicati alla scrofa e 1 m² per l’area di rifugio dei suinetti. Questo standard tiene conto delle dimensioni medie delle scrofe moderne (fino a 2 metri di lunghezza e 350 kg di peso), e si basa su studi che dimostrano come spazi insufficienti aumentino il rischio di mortalità tra i piccoli. L’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, suggerisce addirittura uno spazio minimo di 7,8 m² per ogni recinto.
Tuttavia, l’adozione su larga scala di questi sistemi non è priva di ostacoli. Alcuni allevatori esprimono preoccupazioni riguardo al potenziale aumento della mortalità neonatale, soprattutto se i sistemi non vengono progettati e gestiti correttamente. Vi è inoltre la necessità di formare il personale e affrontare i costi iniziali di adattamento delle strutture esistenti. Nonostante ciò, le esperienze raccolte nei paesi che già utilizzano questi sistemi indicano che i benefici superano gli svantaggi: una maggiore produttività, animali meno stressati e una risposta più efficace alle richieste di consumatori sempre più attenti al benessere animale.
Il futuro dell’allevamento suino
Il messaggio chiave del webinar è stato chiaro: il settore suinicolo è pronto, e in parte già avviato verso una transizione che abbandoni il confinamento permanente delle scrofe. Le soluzioni più efficaci sono quelle progettate fin dall’inizio per il “confinamento zero”, invece di affidarsi a compromessi temporanei. L’investimento in spazi adeguati e design ben studiati rappresenta, secondo CIWF, una scelta lungimirante e sostenibile, sia dal punto di vista etico che produttivo.
Compassion in World Farming
Compassion in World Farming, fondata nel 1967 da un allevatore britannico, è la principale organizzazione internazionale non-profit dedicata al miglioramento del benessere degli animali allevati. Attraverso il suo consolidato programma internazionale del Settore Alimentare, Compassion ha instaurato partnership positive con l'industria alimentare globale, supportando le aziende nell'integrazione del benessere animale nelle strategie aziendali, promuovendo la transizione verso sistemi di produzione alimentari più etici e resilienti.
Per approfondire, è possibile consultare l’opuscolo di Compassion disponibile gratuitamente sul sito ufficiale.
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sulla Rivista di Suinicoltura n. 4/2025
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