Zootecnia di precisione per ridurre i farmaci

Eco-schema 1, i pagamenti saranno modulati in base ai quartili. Per le stalle di grandi dimensioni sarà più semplice rispettare le prescrizioni

L’eco-schema 1 “Sostegno per la riduzione del farmaco veterinario e il benessere animale” (PD 05 - ES 1), prevede un pagamento su base Uba per gli allevatori di bovini da latte, da carne e a duplice attitudine, vitelli da latte, bufalini, ovini, caprini e suini, che si impegnano volontariamente a ridurre l’impiego degli antibiotici oltre le norme obbligatorie vigenti in materia di benessere animale con due livelli di impegno. Il primo (livello1) prevede i pagamenti in funzione della posizione dell’allevamento rispetto alle dosi giornaliere di impiego del farmaco antimicrobico (Ddd, Defined Daily Dose) rispetto a un valore di mediana regionale, calcolato annualmente per le diverse tipologie zootecniche ammissibili al pagamento. A tal fine, gli allevamenti sono preventivamente classificati rispetto ai quattro quartili della distribuzione della mediana. L’allevamento ha diritto al premio se, alla fine dell’anno solare di presentazione della domanda di aiuto, rispetto alla distribuzione della mediana regionale calcolata per l’anno precedente soddisfa tre criteri: mantiene i valori Ddd entro quello definito dalla mediana, mantiene i valori Ddd entro quello soglia indentificato dal terzo quartile ma lo ha ridotto del 20%, e presenta valori Ddd che passano dal quarto al terzo quartile, con una riduzione di almeno il 10%.

Il secondo (livello 2) è rivolto agli allevatori di bovini da latte, da carne, a duplice attitudine e suini che praticano pascolamento o allevamento confinato semibrado e che aderiscono al sistema di qualità nazionale benessere animale (Sqnba), cui è associato l’impegno al pascolamento e quelli certificati per la zootecnia biologica.

Lo stanziamento è di 376 milioni di €/anno, il 41,5% delle risorse totali previste per l’adozione degli ecoschemi.

Come applicarlo

Il sistema premiale in denaro per la riduzione/mantenimento dei livelli di utilizzo del farmaco antibatterico (Ab), esercita sicuramente una forte spinta per il raggiungimento degli obiettivi.

Oggi attraverso la tracciabilità del farmaco veterinario con la ricetta elettronica e il sistema informatizzato ClassyFarm che permette di analizzare i dati relativi a biosicurezza, benessere animale, parametri sanitari e produttivi, alimentazione animale, consumo di farmaci Ab e lesioni rilevate al macello, è possibile attuare un piano di controllo efficace sull’utilizzo dei farmaci Ab negli allevamenti.

L’applicazione della misura comporterà un sensibile incremento delle pratiche di biosicurezza, oltre all’aumento del benessere animale, con importanti risvolti tecnici nelle routine aziendali (piano di gestione del rischio) che comporterà l’adozione di sistemi di zootecnia di precisione (Plf) in grado di monitorare costantemente la situazione epidemiologica dell’allevamento. La formazione del personale di stalla e la stretta osservanza delle norme per la prevenzione delle principali patologie infettive e trasmissibili sono requisiti fondamentali per il perseguimento degli obiettivi fissati dal piano.

Le criticità

Il punto debole di questa strategia è che non si impone di utilizzare almeno una parte dei finanziamenti ricevuti per migliorare le condizioni igienico-sanitarie dell’allevamento, la qualità delle strutture e più in generale il benessere animale, inoltre si potrebbe intervenire con un controllo attento ed un’incentivazione dei programmi vaccinali che sicuramente riducono la necessità d’intervento con farmaci Ab. Nel documento si cita l’importanza dei piani vaccinali, ma poi non ci sono indicazioni concrete per valutare tali piani nell’ambito del sostegno per la riduzione dell’uso degli Ab.

Per il Livello 2, che sicuramente migliora il benessere animale e quindi porta a una conseguente riduzione dell’uso di farmaci Ab, è difficile controllare l’effettivo tempo al pascolo e l’area di pascolo ecc., si lavora a sistemi di controllo Gps degli animali, ma sono gestioni che incontrano ancora difficoltà tecniche e non sono praticabili per tutte le tipologie interessate al finanziamento. Il fatto poi che siano esclusi dalla misura i piccoli ruminanti, specie che maggiormente praticano il pascolamento, è francamente incomprensibile così come l’inclusione dei suini crea disparità nei confronti di quei territori nei quali il brado è prescritto per la presenza o l’insorgenza di focolai di Psa.

Altro rischio di questa strategia, è che si attui una riduzione del farmaco “ufficiale” per rientrare nei parametri che danno diritto al finanziamento, ma poi si ricorra all’uso del farmaco attraverso canali non ufficiali (internet). Una pratica che sta diventando di facile praticabilità e abbastanza frequente.

Un ultimo aspetto critico riguarda l’adozione di un sistema di riferimento basato sulla distribuzione regionale degli allevamenti secondo la Ddd: se da un lato porta a un miglioramento continuo in quanto le soglie dei quartili tendono a ridursi in termini assoluti ogni anno, dall’altro pregiudica l’uniformità di applicazione della misura su scala nazionale in quanto un allevamento a premio intero in una determinata regione può risultare, con gli stessi valori di Ddd, penalizzato in un’altra.

Piccole stalle, risorsa o problema?

Il piano è di per sé valido, ed è l’unico percorribile, è la prova generale di utilizzo in tempo reale dei dati di consumo dei farmaci veterinari su base loco-regionale che consegue l’informatizzazione della ricetta veterinaria, la banca dati farmaci, il registro trattamenti, ecc. È comunque importante sottolineare il primo punto debole sopra citato, ovvero la necessità di obbligare all’uso di parte dei finanziamenti per il miglioramento delle condizioni di allevamento, unica cosa che, insieme a un’attenta campagna vaccinale, garantirebbe un costante miglioramento del quadro sanitario degli allevamenti. Nel nostro Paese però è molto difficile parlare in generale di allevamenti. Esistono grandi realtà zootecniche di tipo industriale, ma moltissime stalle di modeste dimensioni, allevamenti che sono un patrimonio inestimabile di produzioni locali e che sarebbe folle perdere, ma per le quali è difficile attuare programmi di ammodernamento, informatizzazione e controllo. I parametri utilizzati per calcolare le Uba e le entità di rimborso, rientrano negli standard europei.

Vantaggi per l’ambiente

La riduzione di antibiotici o dei loro metaboliti escreti nell’ambiente. Infatti, a seconda del composto antibatterico utilizzato, nelle deiezioni degli animali trattati si può trovare tra il 30-90% del farmaco somministrato, sia come molecola tal quale, sia come eventuale metabolita. Quantità che, attraverso l’utilizzo delle deiezioni per la concimazione dei terreni, verranno riversate nel suolo e nell’acqua, con conseguenti potenziali effetti su tutte le specie procariote ed eucariote presenti nell’ambiente. È stato anche dimostrato che gli escrementi animali possono contaminare l’ambiente con batteri antibiotico resistenti selezionatisi nel corso del trattamento.

La trasmissione di geni di resistenza osservata attraverso liquami e terreni contaminati provenienti dall’allevamento bovino evidenzia l’importanza della biosicurezza e la necessità di separare (dove possibile) gli animali trattati dagli altri, evitando l’utilizzo delle loro deiezioni.

I contributi previsti

Livello 1

Bovini da latte: 66 €/Uba;

Bovini da carne e a duplice attitudine: 54 €/Uba;

Bufalini: 66 €/Uba;

Vitelli a carne bianca: 24 €/Uba;

Suini: 24 €/Uba;

Ovini e caprini: 60 €/Uba

Livello 2

Bovini da latte, da carne e a duplice attitudine: 240 €/Uba;

Suini: 60 €/Uba.

Per conoscere altre informazioni sugli eco-schemi, clicca qui

Zootecnia di precisione per ridurre i farmaci - Ultima modifica: 2022-03-21T14:05:05+01:00 da Redazione Suinicoltura

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