Il riavvicinamento fra Unione europea e Stati Uniti avvenuto nel corso del G7 in Cornovaglia e nel vertice successivo che ha visto protagonisti a Bruxelles la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e il presidente Usa Joe Biden pone fine alla guerra dei dazi, innescata dalla vicenda Airbus-Boeing.
L’accordo pone fine – almeno per i prossimi cinque anni – ai dazi supplementari che avevano colpito l’agroalimentare (o almeno parti di esso) di entrambe le sponde dell’Atlantico. Una buona notizia per il settore made in Italy, dal momento che l’export italiano nel settore agroalimentare vale circa 5 miliardi di euro (compreso il vino) e che l’appeal dei prodotti italiani e del cosiddetto “Italian style” è una leva di marketing di per sé naturale e abbraccia il lusso, la moda, il design e l’arte.
Positivi i commenti della politica. Il sottosegretario alle Politiche agricole, Francesco Battistoni, parla di «Un successo importante dell’Europa e del governo italiano, che sancisce il ritorno definitivo alla normalità commerciale per prodotti come, tra gli altri, Parmigiano reggiano, Grana padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, salami, mortadelle, agrumi, liquori, finiti ingiustamente nella black list americana. Ricordo che gli Usa sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari italiani per un valore che nel 2019, prima dell'ingresso dei dazi, si è attestato intorno ai 5 miliardi di euro.
In questa fase di ripresa economica mondiale, aver eliminato questa ingiusta tassazione, rappresenta un messaggio positivo per tutte le filiere interessate dai dazi Usa negli ultimi mesi».
Centinaio: un messaggio positivo a tutte le filiere
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sottosegretario Gian Marco Centinaio. «Bene l'intesa raggiunta da Ue e Usa sulla sospensione per cinque anni dei dazi legati alla vicenda Boeing e Airbus. Una notizia molto positiva per tutto il nostro agroalimentare che dà avvio a una nuova stagione – afferma Centinaio. L’auspicio è che ora si trovi un accordo definitivo sul lungo periodo così da poter chiudere definitivamente la questione. I dazi hanno penalizzato molti nostri prodotti. Gli Stati Uniti rappresentano per l’Italia il primo mercato extra-Ue. L’aver eliminato questa tassazione dà un messaggio positivo a tutte le filiere che ne sono state colpite, dal lattiero-caseario ai salumi fino ai liquori, ed è un ulteriore messaggio di fiducia in questa fase di ripresa economica post pandemia».
Prandini, Coldiretti: l’avvio di un dialogo costruttivo
Applausi anche dal mondo agricolo. L’intesa tra Usa e Ue arriva – sottolinea Coldiretti – a poco più di tre mesi dalla sospensione temporanea della tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione europea, entrata in vigore il 18 ottobre 2019 per iniziativa di Donald Trump. Una misura alla quale ha fatto successivamente seguito una escalation, che ha portato all’entrata in vigore il 10 novembre 2019 di tariffe aggiuntive della Ue sui prodotti Usa pari al 15% per gli aerei che arrivavano al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate insieme a trattori, consolle e video giochi alla quale gli Stati Uniti hanno replicato colpendo l’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.
«Con il presidente Usa Biden è importante l’avvio di un dialogo costruttivo per tornare a crescere insieme in un momento drammatico per gli effetti della pandemia», sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il quale ricorda che «gli Stati Uniti rappresentano nell’agroalimentare made in Italy il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record di 4,9 miliardi in cibi e bevande nel 2020 ma in calo del 2% nel primo trimestre del 2021 secondo elaborazioni su dati Istat».
Giansanti, Confagricoltura: nuove opportunità di crescita
«Con l’intesa raggiunta oggi, sono state poste le basi per mettere fine alla stagione dei dazi e delle misure di ritorsione, come metodo di soluzione delle dispute commerciali - sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. La ripresa del dialogo tra Ue e Stati Uniti consente anche di puntare sul rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi commerciali a livello globale, aprendo così nuove opportunità di crescita per le nostre esportazioni agroalimentari”.
Palazzo Della Valle guarda già alla possiiblità di un nuovo record per il made in Italy. «Già quest’anno – secondo il presidente di Confagricoltura – è possibile tagliare il traguardo storico di 50 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali».
Scanavino, Cia: più valore economico per le imprese agricole
In una fase storica segnata dal Covid e dalla Brexit, mette in risalto Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, «è urgente favorire accordi commerciali multilaterali e bilaterali tra Paesi. Trattative che possano trasformare il valore riconosciuto dal consumatore finale in valore economico per le imprese agricole e che includano, sempre e in modo inequivocabile, il rispetto del principio di reciprocità delle regole commerciali».
La voce del settore carni e salumi
Alla vigilia di un accordo tanto storico quanto atteso e che, di fatto, dà un altro colpo di spugna alla politica aggressiva del predecessore di Biden alla Casa Bianca, Donald Trump, Nicola Levoni, presidente della storica azienda di salumi di Castellucchio (Mantova), si era mostrato fiducioso e aveva tracciato una parabola all’insegna dell’ottimismo. «Quello che abbiamo perso potrà essere ripreso velocemente – aveva dichiarato Nicola Levoni - perché gli Stati Uniti sono un mercato enorme e incline al consumo di salumi, e la cancellazione dei dazi da parte di Biden per quattro mesi ci ha agevolato. E c'è ancora spazio per crescere».
Oggi, dopo l’intesa siglata a Bruxelles che concede una tregua di cinque anni, anche Thomas Ronconi, presidente Anas, guarda al grande sogno americano. «Rispetto al lattiero caseario e al vino siamo stati il comparto meno colpito dai dazi aggiuntivi, ma qualche impatto negativo lo abbiamo avuto anche noi. Con questa nuova fase ritengo che sia i macelli che i prosciuttifici troveranno spazi interessanti di crescita, visto che alcuni avevano rapporti consolidati con le grandi catene della distribuzione Usa, come il colosso Walmart».
Con un bilancio di autosufficienza delle carni suine che per gli Stati Uniti è superiore al 128%, secondo le elaborazioni di Teseo.Clal.it, gli Usa hanno esportato nel 2020 oltre 3,5 milioni di carni suine (+14,71%) e nei primi quattro mesi del 2021 oltre 1,28 milioni di tonnellate (+2,37% su base tendenziale, con un’accelerazione ad aprile del 7,78%), per un valore vicino a 3,1 miliardi di dollari (+0,73% rispetto al primo quadrimestre 2020 e con un incremento a valore del 14,94% solo nel mese di aprile su base tendenziale).
Relativamente alle importazioni di carni suine, gli Usa hanno ritirato nel primo quadrimestre del 2021 oltre 173.000 tonnellate (+29,17% su base tendenziale) per un valore di oltre 643.000 dollari.
L’Italia ha esportato negli Usa fra gennaio e aprile di quest’anno 1.229 tonnellate di “salsicce, salami e prodotti simili”, in crescita del 116,63% rispetto allo stesso periodo del 2020, 194 tonnellate di prosciutto cotto, 41 tonnellate di “altre preparazioni e conserve di carne”.
Complessivamente, l’export di carni suine nel mondo è stato pari a 101.446 tonnellate fra gennaio e marzo, in crescita dell’11,41% rispetto al primo trimestre 2020. Il valore dell’export ha superato nel primo trimestre 2020 i 485.000 euro (+ 3,5% su base tendenziale).