Biosicurezza, perché è importante l’autovalutazione

L’intervista a Loris Alborali dell’Izsler. «Compilando la checklist apposita presente in Classyfarm è possibile rilevare i punti critici della propria azienda e intervenire apportando miglioramenti»

Il 26 luglio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto ministeriale (Dm 28 giugno 2022) contenente i requisiti di biosicurezza per gli stabilimenti che detengono suini. Trattandosi di misure necessarie per fronteggiare l’emergenza legata alla peste suina africana, con l’entrata in vigore del decreto, anche la specifica checklist di autovalutazione presente in Classyfarm diventa sempre più importante per tutte le aziende.

Classyfarm è un sistema informativo mirato alla categorizzazione del rischio degli allevamenti, in funzione di biosicurezza, benessere animale, consumo di farmaci, antibiotico-resistenza e lesioni riscontrate al macello. I dati e le informazioni raccolti e rielaborati derivano dall’autocontrollo aziendale e dalle attività di controllo ufficiale eseguite dall’autorità competente e sono a disposizione degli allevatori.

Si tratta di un sistema applicabile all’intero territorio italiano che consente di uniformare i rilievi grazie all’impiego di parametri standard e di confrontare i risultati ottenuti tra le varie aziende, anche di regioni diverse. Quindi Classyfarm da un lato consente l’applicazione di un unico metodo di valutazione a livello nazionale e dall’altro permette di rispondere alle richieste dell’Unione europea, del Ministero della salute e del Ministero dell’agricoltura.

Per sottolineare l’importanza della compilazione delle checklist in autovalutazione e i vantaggi che ne derivano per l’allevatore, con particolare riferimento alla biosicurezza, abbiamo intervistato Loris Alborali, medico veterinario dirigente responsabile della sede territoriale di Brescia dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna (Izsler).

 

Le checklist presenti in Classyfarm

Sul portale Classyfarm è possibile trovare tutte le checklist inerenti alla biosicurezza, al benessere animale e alla farmacosorveglianza.

In particolare, analogamente a quanto previsto per la biosicurezza, anche per il benessere animale esiste una checklist di autovalutazione, la cui assenza è inclusa tra i criteri di rischio generali menzionati nel Piano nazionale di benessere animale, e una checklist per il controllo ufficiale da parte dell’autorità competente.

«Per il controllo sull’utilizzo dei farmaci, invece, il discorso è un po’ diverso», afferma il Dott. Alborali. Infatti, non esiste una checklist di autovalutazione, ma vi è solo quella per il controllo ufficiale. Tuttavia, l’allevatore, entrando nel sistema Classyfarm, può monitorare il consumo di farmaci in allevamento, quali molecole utilizza e come varia il loro impiego nel tempo. In merito al consumo di farmaci in allevamento, questo può essere valutato in termini di consumo globale della singola azienda, espresso in Ddda (Defined daily dose) che indica i giorni medi di trattamento a cui sono sottoposti gli animali in allevamento in un periodo specifico. Le Ddda possono essere correlate sia al consumo totale degli antibiotici oppure al consumo delle singole molecole.

 

Biocheck, per l’autovalutazione della biosicurezza in azienda

Come detto, tra le varie checklist presenti in Classyfarm vi è quella per l’autovalutazione della biosicurezza in allevamento, o Biocheck, che viene compilata dal veterinario aziendale.

Per l’allevatore quali sono i vantaggi derivanti dalla compilazione di questa checklist?

«Tramite la compilazione della Check list  Biocheck - spiega Alborali - l’allevatore riesce a evidenziare i punti deboli della propria azienda e può migliorarli in collaborazione con il veterinario aziendale, innalzando così il livello di biosicurezza e quindi il punteggio previsto dal sistema Classyfarm. È per questo che si tratta di uno strumento importante per valorizzare la propria attività e il prodotto suino offerto». L’applicazione di adeguate misure strutturali e gestionali, infatti, rappresenta uno dei principali strumenti per prevenire l’introduzione e la diffusione di malattie animali trasmissibili da e all’interno di una popolazione animale.

Incrementando la biosicurezza migliora anche lo stato sanitario dell’azienda, con conseguente riduzione delle perdite legate alla presenza di patogeni in allevamento e del consumo di farmaco.

Inoltre, il mancato inserimento della checklist di autovalutazione sulla biosicurezza comporta automaticamente la classificazione come “allevamento ad alto rischio” in quanto si tratta di aziende di cui non si hanno informazioni e non si conosce la situazione. E sono proprio gli allevamenti a maggior rischio ad essere controllati in via prioritaria dall’autorità competente.

Infine, l’autovalutazione sulla biosicurezza aziendale consente all’allevatore di mettersi nelle condizioni migliori per potersi adeguare alle misure più stringenti che verrebbero richieste qualora arrivasse la Peste suina africana nei territori non ancora coinvolti. Le aziende con un livello di biosicurezza maggiore, infatti, sono quelle che nelle zone soggette a restrizioni possono lavorare più liberamente. A fronte di una situazione epidemiologica in continua evoluzione, che già vede l’interessamento di diverse zone d’Italia con casi di positività alla Psa nel cinghiale, nonché il coinvolgimento di due suini in un allevamento nel Lazio, è necessario identificare i punti critici e adeguare la biosicurezza del proprio allevamento, intervenendo tempestivamente.

 

Biosicurezza, il controllo ufficiale

L’altra grande branca della valutazione della biosicurezza in Classyfarm riguarda in controllo ufficiale, attraverso il quale l’autorità competente verifica la corretta applicazione dei requisiti richiesti dalla normativa vigente. A tal proposito, il decreto del 28 giugno 2022 suddivide gli allevamenti commerciali di suini in 4 categorie, per ognuna delle quali è prevista una checklist specifica con relativo manuale in Classyfarm per il controllo del livello di biosicurezza nelle aziende. Viene dunque fatta una distinzione in allevamenti stabulati e semibradi, entrambi ulteriormente suddivisibili in base alla capacità massima dell’allevamento: ad elevata capacità se è superiore ai 300 capi e a bassa capacità se il numero massimo di suini che possono essere detenuti è inferiore a 300.

Inoltre, nel decreto vengono menzionati anche gli allevamenti familiari, nella cui definizione rientrano gli allevamenti da ingrasso a carattere non commerciale con un massimo di 4 suini destinati all’autoconsumo e che non movimentano verso altri allevamenti, per i quali sono indicati specifici requisiti di biosicurezza. Contrariamente alle tipologie di allevamento a carattere commerciale sopra descritte, per i familiari non è prevista una checklist apposita per il controllo ufficiale, in quanto le verifiche vengono espletate in occasione dei controlli veterinari ufficiali a campione o/e durante le macellazioni domiciliari.

Per far comprendere meglio in che modo l’autorità competente si avvale delle autovalutazioni aziendali sulla biosicurezza, Alborali spiega come il controllo ufficiale inizi proprio con l’analisi di queste e aggiunge: «il veterinario ufficiale, prima di effettuare il sopralluogo, valuta il piano aziendale di biosicurezza previsto dal decreto. Si tratta di un piano di cui deve dotarsi l’azienda che, alla luce delle criticità rilevate con l’autovalutazione, riporta le misure gestionali migliorative che l’allevatore ha intenzione di adottare e i miglioramenti già fatti rispetto agli anni precedenti. Nel piano di biosicurezza aziendale, infatti, devono essere indicati dettagliatamente tutti i requisiti gestionali e strutturali, compresa una mappa dello stabilimento». Uno dei motivi per cui l’allevatore può ricevere la prescrizione è proprio la mancanza del piano aziendale di biosicurezza.

Il veterinario ufficiale, quindi, entrando in Classyfarm può consultare le checklist di autovalutazione caricate dal veterinario aziendale di un determinato allevamento al fine di evidenziare le carenze dell’azienda e le eventuali azioni migliorative intraprese. Al momento del sopralluogo in azienda, il veterinario ufficiale verifica la correttezza delle informazioni riportate nella Biocheck e rileva l’eventuale presenza di carenze in materia di biosicurezza. In questo caso, all’allevatore vengono notificate delle prescrizioni in cui vengono specificati le tempistiche e gli interventi da eseguire per sopperire alle carenze riscontrate, salvo i casi sanzionabili.

«Diventa quindi un “gioco di squadra” che prevede una stretta collaborazione tra allevatore e veterinario aziendale da una parte che, tramite l’ausilio della checklist di autovalutazione sulla biosicurezza, cercano di migliorare le condizioni dell’allevamento - aggiunge Alborali - e dall’altra il veterinario ufficiale che valuta la necessità di ulteriori migliorie. In questo modo si instaura una collaborazione tra le parti mirata all’incremento della biosicurezza aziendale».

 

L’autovalutazione può essere controproducente per l’allevatore?

«L’autovalutazione della biosicurezza aziendale - afferma il Dott. Alborali - è un percorso che dura ormai da diversi anni ed è stato pensato proprio per consentire all’allevatore di apportare tutte le modifiche necessarie per adempiere alle richieste della normativa prima di inserire la checklist in Classyfarm».

In ogni caso, le eventuali carenze rilevate nel corso dell’autovalutazione, al momento del caricamento della checklist in Classyfarm, non comportano automaticamente la notifica di una prescrizione o di una sanzione. Queste ultime possono essere effettuate solo a seguito di controllo ufficiale in allevamento; infatti, il veterinario ufficiale notifica prescrizioni o sanzioni non sulla base di quanto riportato nell’autovalutazione ma dei rilievi effettuati in sede di sopralluogo.

Le misure di biosicurezza sono divise essenzialmente in 3 categorie: misure cogenti, stabilite dal decreto del 28 giugno 2022 e che ogni allevamento sul territorio nazionale deve rispettare, misure più stringenti indicate nel Regolamento di esecuzione (Ue) 2021/605 da applicare negli allevamenti che ricadono nelle zone soggette a restrizioni, istituite in seguito al riscontro di positività per Peste suina africana, e misure migliorative, che non sono obbligatorie ma consentono di ottenere una valutazione superiore relativamente alla biosicurezza.

Se al momento del sopralluogo in allevamento dovessero essere accertate delle non conformità relative alle misure cogenti, il veterinario ufficiale, ad eccezione di specifici provvedimenti sanzionatori, effettua delle prescrizioni esprimendo modalità e tempi per la risoluzione delle stesse. Se invece l’allevamento non è ubicato in zona di restrizione, i requisiti contenuti nel Regolamento di esecuzione (Ue) 2021/605 non sono vincolanti e quindi non assoggettabili a prescrizioni.

Biosicurezza, perché è importante l’autovalutazione - Ultima modifica: 2022-09-14T14:09:06+02:00 da Annalisa Scollo

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