Il comparto suinicolo veneto lancia un allarme per la situazione che sta vivendo a causa dell’emergenza coronavirus. Gli allevatori denunciano un ingiustificato calo dei prezzi a loro riconosciuti e l’aumento dei costi di produzione dovuti soprattutto all’alimentazione degli animali. La situazione è aggravata anche in relazione alla chiusura di bar e ristoranti e all’azzeramento del turismo: ciò comporta un netto calo delle vendite con forti ripercussioni sui prosciutti Dop anche se qualcosa sta cambiando sul fronte dell’export. La situazione è in costante cambiamento anche per quanto riguarda i prezzi dei suini e dei dei tagli freschi dovuti soprattutto alla richiesta da parte della grande distribuzione organizzata.
Milani, Confagricoltura: Dop in crisi
«A causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, le macellazioni sono a regime ridotto – spiega Rudy Milani, presidente degli allevatori di suini di Confagricoltura Veneto –, in quanto c’è stato un calo dei consumi dovuto alla chiusura di tutto il settore della ristorazione e delle mense scolastiche, che ha costretto anche a una riorganizzazione interna in base alle norme sulla sicurezza legate alla manodopera.
Il prezzo dei suini ha subito perciò un drastico calo dei prezzi, scivolando da 1,60 euro al chilo a 1,30 a metà aprile. A risentirne fortemente è stato il segmento dei prosciutti Dop, un settore che in Italia vale 8 miliardi: la riduzione delle vendite di prosciutto stagionato arriva a punte che vanno dal 60 al 70%. Il prosciutto era già in difficoltà prima e ora temiamo di perdere i periodi più favorevoli dell’anno per il mercato che sono primavera ed estate, quando i consumi delle Dop schizzano in alto e sono legati soprattutto alla ristorazione».
«Si sta aprendo un nuovo scenario in queste settimane per le cosce fresche destinate ai prosciutti Dop – aggiunge Milani – poiché le esportiamo in Spagna dato il prezzo più conveniente in Europa. E ciò consente di smaltire il mercato di cosce».
Prezzi instabili
Sul fronte dei prezzi il mercato cambia velocemente. Precisa Milani: «Se prima di Pasqua si è registrato un calo dei prezzi di tutti i tagli freschi, braciole di lombo e di coppa, con le festività c’è stato un aumento del prezzo delle costine di maiale che hanno iniziato a scarseggiare sui banchi della Gdo. È necessario vendere le costine con le braciole per cercare di aumentare le vendite ma sicuramente stiamo assistendo a un’operazione di forte speculazione su una filiera già in difficoltà, che ci riempie di rabbia e di sconforto. C’è il rischio che il prezzo dei suini vivi scenda ancora e tutto questo mentre intanto il costo delle materie prime aumenta».
Bernardi, Ava: «Inaccettabile coscia Dop 3,5 euro/kg»
Luca Bernardi, responsabile della sezione suini all’interno di Ava, Associazione veneta allevatori, evidenzia l’aumento del costo degli alimenti per gli animali, specie i cereali principali come mais, orzo e frumento con un’impennata per la soia, precisando: «Gran parte dei problemi legati ai prezzi dei cereali che importiamo per un 60-70% sono legati ai trasporti con difficoltà soprattutto all’inizio dell’emergenza in Italia da parte dei trasportatori a raggiungere il nostro Paese. Ci sono stati aumenti dei prezzi per il mais di 2-2,5 euro al quintale; di 3-4 euro per orzo frumenti, mentre i prezzi della soia hanno avuto un’impennata passando da 33,5 a 46,5 euro al quintale».
Per quanto riguarda i tagli freschi, Bernardi evidenzia che «Si verificano acquisti in crescita per i tagli come braciole, carne per spezzatino, ecc., mentre calano gli acquisti di hamburger».
Bernardi aggiunge: «Non è possibile che una coscia destinata a prosciutto Dop del peso di 13-18 chilogrammi valga 3,5 euro al chilogrammo. Sarebbe meglio farne almeno in parte carne da taglio che è ottima ma richiede costi di macellazione più sostenuti».
La raccolta fondi di Ava
Una raccolta fondi da destinare in parte alla Protezione Civile e in parte all’acquisto di prodotti alimentari destinati alla Comunità di Sant’Egidio di Padova per le famiglie in stato di bisogno. E’ questa l’iniziativa dell’Associazione Veneta Allevatori (Ava) in collaborazione con la Cooperativa Prodotti e Servizi per l’emergenza Covid 19 avviata per Pasqua quale segno concreto della vicinanza del sistema allevatoriale in questo difficile periodo.