Dopo alcuni controlli svolti, senza nessun coinvolgimento della controparte italiana, le autorità cinesi hanno dichiarato che alcuni container di carne suina congelata proveniente dall’Italia, così come quella proveniente da altri Paesi Ue, sarebbero a rischio per la diffusione di Covid-19. In particolare, le autorità cinesi hanno bloccato due container con 50 tonnellate di carne congelata lavorata e spedita da Opas, la società cooperativa carpigiana che gestisce il più grande macello suino in Italia.
“Assurdo, strumentale e legato solo a speculazioni commerciali a cui la Cina ci ha già abituato”, commenta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Una decisione che non ha alcuna valenza scientifica e che appare contraria alle chiare dichiarazioni dell’Oms”, commentano dalla fondazione.
"Il rischio non sussiste"
Fin dall’inizio dell’emergenza, infatti, l’Oms (così come l’Efsa ed altri organismi internazionali) ha escluso qualsiasi rischio di diffusione del virus con prodotti alimentari. “Dichiarazioni a cui i cinesi hanno l'obbligo di attenersi facendo parte del Wtc - prosegue Scordamaglia - ma che invece continuano a usare a senso unico”.
"Gli accordi devono essere rispettati, anche dalla Cina"
E prosegue il consigliere delegato “Inutile che l'Unione europea faccia accordi con la Cina - è di pochi giorni fa il il “Comprehensive Agreement on Investment” (Cai) - per stabilire regole di gioco a cui attenersi se poi alla prima occasione ne viola i principi più basilari”. E concludono da Filiera Italia “L’Unione europea batta un colpo su questa questione che non è solo italiana e intervenga a fianco del Governo italiano che con i ministeri degli Esteri, della Salute e della nostra Ambasciata a Pechino si è già attivato”.
