La Psa ancora più vicina a Parma: è allarme

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Mappa geografica dei casi di cinghiale positivo al virus della Peste suina africana. Nel cerchio, l’ultimo ritrovamento, decisamente più vicino a Parma rispetto ai precedenti | Mappa disponibile al sito: https://storymaps.arcgis.com/stories/7f16f51731654a4ea7ec54d6bc1f90d4
Ufficiale il ritrovamento di una carcassa infetta di cinghiale vicino a Parma, sempre più vicino al preziosissimo comparto di produzione del Prosciutto Dop italiano

Dopo i primi ritrovamenti di poche settimane fa in provincia di Parma, l’ultimo cinghiale rinvenuto positivo si trova a Varano de’ Melegari, nella medesima provincia ma stavolta molto più vicino al centro nevralgico che caratterizza la produzione e, soprattutto, la stagionatura nel nostro preziosissimo prosciutto Dop, ovvero Langhirano. E proprio il comune di Langhirano entra, dal 18 aprile, nella nuova zona di restrizione I, a seguito dell'uscita anticipata del nuovo Regolamento di esecuzione europeo. Stavolta, le conseguenze sull’export potrebbero essere più pesanti che nel vicino passato, perché coinvolgono il prodotto finito e non soltanto gli animali da macellazione.

Sebbene gli interventi sulla biosicurezza negli allevamenti abbiano premiato il settore suinicolo e nessun nuovo caso nel domestico sia stato registrato negli ultimi mesi, la preoccupazione sull’avvicinarsi dei cinghiali selvatici rimane ancora molto alta e, soprattutto, fondata. Il virus, infatti, si muove normalmente sul territorio insieme seguendo gli spostamenti dei cinghiali, difficilmente controllabili.

La preoccupazione è palpabile. «Lo diciamo da due anni, senza un intervento deciso la Peste Suina Africana sarebbe arrivata a Parma col rischio di quarantena» dice in una nota Elio Martinelli, presidente di Assosuini. «La politica non ci ha ascoltato. Il rischio è quello di veder prendere provvedimenti draconiani. Tra cui potrebbe essere il divieto di macellazione. Sarebbe l’inizio della fine. A questo punto – continua Martinelli - il Governo deve esercitare il massimo della pressione per salvare l’export. Dobbiamo distinguere nettamente tra selvatico infetto e allevamento: un allevamento controllato e senza casi non va chiuso. E senza allevamenti chiusi non devono scattare blocchi all’export. Ma soprattutto si deve intervenire con gli abbattimenti di massa dei cinghiali infetti. Il tempo delle mezze misure e dei favori all’ideologia ambientalista è finito».

Leggi l’articolo sulla Rivista di Suinicoltura 4/2024

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La Psa ancora più vicina a Parma: è allarme - Ultima modifica: 2024-04-23T12:25:42+02:00 da Annalisa Scollo

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