Indice Crefis di redditività in aumento anche ad aprile per la suinicoltura italiana: il ciclo chiuso, segna infatti +0,7% rispetto al mese precedente e +26,5% a livello tendenziale. Una situazione dovuta sostanzialmente alla flessione dei costi per l’alimentazione dei capi, e nonostante il calo della quotazione dei suini da macello pesanti destinati al circuito tutelato che, sempre ad aprile, è scesa a 2,077 euro/kg (-1% rispetto a marzo e -7% rispetto ad aprile 2023).
Anche la redditività del ciclo aperto, sempre ad aprile, segna un andamento favorevole: l’indice Crefis relativo alle scrofaie è salito del 2,7% a livello congiunturale e del 37,2% rispetto allo scorso anno, grazie all’aumento delle quotazioni dei suinetti da 7 Kg che hanno raggiunto il prezzo record di 81,583 euro/capo (+2,8% la variazione mensile e +15,8% il dato tendenziale) e al calo dei costi alimentari.
Positivo il trend della redditività per la fase di svezzamento che, sempre nel periodo preso in esame, fa registrare un indice Crefis in salita mensile del 5,3% ma la variazione rispetto al 2023 è negativa (-0,9%). A favorire questo andamento è stata la crescita dei prezzi dei suini da 40Kg che, ad aprile, hanno raggiunto i 3,975 euro/kg, segnando +4,4% rispetto a marzo e +2,4% rispetto allo scorso anno.
Pure la fase di ingrasso, ad aprile, mostra un incremento di redditività rispetto al mese precedente del 2,4% (+3,7% la variazione tendenziale).
Tab. 1 - Indici Crefis di redditività nelle diverse fasi della filiera in Italia: aprile 2024 |
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Indici Crefis | Variazioni % aprile 2024/ marzo 2024 |
Variazioni % aprile 2024/ aprile 2023 |
Redditività della scrofaia (Sito 1) | 2,7 | 37,2 |
Redditività dell'allevamento fase di svezzamento (Sito 2) |
5,3 | -0,9 |
Redditività dell'allevamento fase di ingrasso (Sito 3) |
2,4 | 3,7 |
Redditività dell'allevamento a ciclo chiuso | 0,7 | 26,5 |
Redditività della macellazione | 0,6 | 5,7 |
Redditività della stagionatura: prosciutto di Parma stagionato 12 mesi (9,5 kg e oltre) |
1,6 | -15,4 |
Redditività della stagionatura: prosciutto non tipico (>9 kg) |
0 | 0,7 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini e tagli di carne suina fresca |
Macellazione
Redditività in aumento anche per il comparto della macellazione suinicola che, sorretto dall’aumento dei prezzi delle cosce fresche per Dop, mostra un indice Crefis a +0,6% su base mensile e +5,7% rispetto al 2023. Come accennato, a sostenere la redditività della macellazione è stato l’aumento delle quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate al prodotto tutelato che sono cresciute, rispetto a marzo, dello 0,3% attestandosi a 6,005 euro/kg; la variazione tendenziale risulta però negativa e pari a -1,8%.
Risultano in calo invece le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate al prodotto generico che, ad aprile, hanno perso l’1,9% su base mensile, scendendo a 4,725 euro/kg; anche il dato su base annua è in calo e pari a -8,3%.
Negativo l’andamento dei prezzi dei lombi che sono diminuiti per entrambe le tipologie di prodotto: la quotazione del taglio Padova è scesa del 2,6% mese su mese attestandosi a 4,675 euro/kg (-3,6% la variazione tendenziale) mentre il prezzo del taglio Bologna si è fermato a 4,325 euro/kg, calando dell’8% rispetto allo scorso mese ma mantenendo una variazione tendenziale positiva (+ 0,6%).
Stagionatura
Il mercato dei prosciutti ad aprile risulta stazionario: il Parma Dop pesante stagionato 12 mesi ha fatto registrare una quotazione stabile a 10,500 euro/kg; la variazione tendenziale è negativa (-1,9%). Immutato anche il prezzo del prosciutto non tipico della tipologia pesante che in aprile risulta fermo a 8,600 euro/kg; il raffronto con i valori dello scorso anno è peraltro favorevole e pari a +4,2%.
Sul fronte della redditività, per i prosciutti Dop stagionati 12 mesi si registra una crescita congiunturale dell’1,6%, questo grazie alla favorevole situazione dei costi di acquisto delle cosce fresche a inizio stagionatura; la variazione tendenziale è però negativa (-15,4%). Resta stabile invece, rispetto allo scorso mese, la redditività del prodotto pesante non tutelato, che mostra una variazione tendenziale positiva (+0,7%). Il differenziale di redditività tra le due tipologie di prodotto rimane a favore dei prosciutti Dop ed è pari a +2,6%.
Fattori della produzione
Mais
Prezzi in aumento nel mese di aprile per il mais (sia nazionale che estero), la soia quotata a Milano e l’orzo scambiato sui mercati esteri, tutti cresciuti rispetto al mese precedente, mentre un calo ha interessato i prezzi della soia sul mercato Usa.
A Milano il prezzo del mais nazionale contratto 103 è salito a 212,8 euro/t, in aumento dell’1,9% rispetto al mese precedente, così come quello del prodotto nazionale con caratteristiche che si è fermato a 217,8 euro/t (+1,9%). In rialzo anche la quotazione del mais di provenienza comunitaria (+1,9%), scambiato a 219,3 euro/t, così come il prezzo del mais francese salito a 201,2 euro/t (+7,3%).
In aprile crescono anche i prezzi del mais USA, con una variazione del +4,1% rispetto al mese precedente, ed un valore di 158,9 euro/t. Gli attuali livelli di prezzo restano comunque abbondantemente al di sotto dei livelli di aprile 2023, con variazioni tra il -24% e -33%.
Soia
Sempre in aprile, sono cresciuti anche i prezzi della soia nazionale quotata a Milano, che ha raggiunto i 466,8 euro/t (+6,9% rispetto a marzo), così come quelli della soia estera che è stata scambiata a 471,9 euro/t (+4,3%). Cresce anche il prezzo della soia brasiliana che è stato fissato a 371,5 euro7t (+2,6%), mentre cali congiunturali hanno interessato la soia statunitense (-0,1%) e quella Cif Rotterdam (-0,8%) quotate rispettivamente a 382,5 euro/t e 444,9 euro/t. Negativo, anche in questo caso, il confronto con lo scorso anno, con variazioni dal -9% al -21%.
Orzo
Sul mercato nazionale, sempre nel periodo preso in esame, il prezzo dell’orzo di provenienza comunitaria scambiato a Milano è rimasto fermo a 214 euro/t, così come invariato è rimasto il prezzo del prodotto di provenienza nazionale ancora scambiato a 207 euro/t. In aumento, invece, la quotazione dell’orzo francese (+5,7% rispetto al mese precedente), che si è assestata a 194,9 euro/t, così come il prezzo dell’orzo del Mar Nero salito a 169,4 euro/t (+5,2%). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte negative con valori dal -17% al -24%.
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sulla Rivista di Suinicoltura 6/2024
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