È molto negativo, a dicembre, l'andamento del mercato dei suini da macello. I capi di peso 160-176 kg destinati al circuito tutelato hanno fatto registrare un prezzo medio mensile di 1,215 euro/kg; questo significa un calo del 9,9% nei confronti dello scorso novembre, mentre per quelli di peso 144-152 kg e 152-160 kg le quotazioni sono state pari rispettivamente a 1,125 euro/kg (-10,6%) e a 1,155 euro/kg (-10,3%). Per tutte le tipologie di peso considerate si registra inoltre una diminuzione del 33% su base tendenziale, cioè su dicembre 2019.
Non molto diversa la situazione che riguarda i prezzi dei suini da macello destinati a prodotto generico. Sempre nel periodo preso in considerazione, i capi della tipologia pesante hanno raggiunto una quotazione di 1,096 euro/kg, portando la variazione su base mensile a -10,7% mentre quelli di peso 90-115 kg hanno fatto registrare un valore di 0,946 euro/kg (-12,1%). Anche in questo caso, le variazioni tendenziali sono state negative per tutte le tipologie di peso considerate, con valori tra il -36% e il -39%.
E non va meglio anche per i suini da allevamento: la tipologia 30 kg (suinetti) a dicembre ha fatto registrare un prezzo di 1,996 euro/kg, in calo rispetto al mese precedente dell’8,2%. Anche la variazione nei confronti delle quotazioni del 2019 è molto negativa e pari a -31,1%.
Il mercato dei suini da macello in calo e il concomitante aumento del prezzo della soia sono la causa che determina a dicembre una flessione della redditività della suinicoltura italiana. Quadro ben delineato dall’indice Crefis che mostra una variazione congiunturale (ovvero rispetto al mese precedente) a -12,2% e una variazione tendenziale (e cioè rispetto allo stesso mese ma del 2019) a -38,2%.
I prezzi dei suini italiani a dicembre
Cun suini e suinetti | Medie mensili (€/Kg) | Variazioni % | |
dicembre 2020 | dic. 2020/ nov. 2020 | dic. 2020/ dic. 2019 | |
Suini da macello - circuito tutelato | |||
144-152 kg | 1,125 | -10,6 | -34,0 |
152-160 kg | 1,155 | -10,3 | -33,4 |
160-176 kg | 1,215 | -9,9 | -32,3 |
Suini da macello - circuito non tutelato | |||
90-115 kg | 0,946 | -12,1 | -39,2 |
144-152 kg | 1,006 | -11,5 | -37,7 |
152-160 kg | 1,036 | -11,2 | -37,0 |
160-176 kg | 1,096 | -10,7 | -35,7 |
Suinetti | |||
7 kg (euro/capo) | 39,900 | -1,0 | -24,0 |
30 kg | 1,996 | -8,2 | -31,1 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini da macello e da allevamento |
Macellazione: in positivo solo il prezzo dei lombi
Per ciò che riguarda la macellazione italiana il mercato dei principali tagli di carne suina fresca risulta in calo, salvo i lombi che però, come vedremo poi, hanno un ruolo importante sulla remuneratività del segmento.
Nel dettaglio, le quotazioni delle cosce fresche della tipologia pesante destinate al prodotto tipico sono scese del 4,1% rispetto a novembre, raggiungendo 3,798 euro/kg, facendo così registrare una flessione anche rispetto allo stesso periodo del 2019 (-13%). Molto simile l’andamento dei prezzi delle cosce pesanti destinate al prodotto generico che a dicembre sono arrivati a 3,134 euro/kg, generando una variazione mese su mese pari a -3,7%; un dato negativo che peggiora se il confronto è tra la quotazione del 2019: -18,2%.
Come accennato prima, l’unico dato positivo lo si trova riguardo i prezzi dei lombi e in particolare della variante "taglio Padova" che a dicembre ha fatto registrare un valore di 3,480 euro/kg, in crescita rispetto al mese precedente del 12,3%; rimane comunque negativa la variazione tendenziale (-14,8%).
Infine, uno sguardo alle quotazioni della coppa, della pancetta e del lardo. Tutte e tre le tipologie di prodotto subiscono cali rimarcabili di prezzo a dicembre. La coppa fresca refilata da 2,5 kg è diminuita rispetto al mese precedente del -2,8%, fermandosi a 3,840 euro/kg (dato più basso da febbraio del 2017), con un dato tendenziale anch’esso negativo e pari a -21,8%. Per quanto riguarda la pancetta fresca squadrata da 4/5 kg, è stata quotata 3,354 euro/kg, per una variazione rispetto alla quotazione dello stesso mese dell’anno scorso del -35,2%.
Infine, il lardo fresco vede scendere il proprio prezzo a 2,800 euro/kg per il prodotto di spessore 3 cm (-0,9% la variazione congiunturale) e a 3,600 per quello di spessore 4 cm (-0,7%). Negative anche in questo caso le variazioni tendenziali.
Sul fronte della redditività, come dicevamo, la situazione risulta confortante e ciò dovuto all’aumento contingente dei prezzi dei lombi nonostante i diffusi cali delle quotazioni degli altri tagli. Così l’indice Crefis segnala un dato congiunturale pari a +13,5% e una performance ancora maggiore su base tendenziale: +30%.
Stagionatura: situazione stabile
Passando al comparto della stagionatura notiamo come le quotazioni del prodotto stagionato, in dicembre, siano pressoché stabili rispetto al mese precedente. Il Parma Dop nella tipologia pesante mantiene il prezzo medio mensile a 7,850 euro/kg; la variazione tendenziale è però negativa e si attesta a -7,4%. Sempre a dicembre anche il prodotto generico della stessa tipologia di peso fa registrare un prezzo stabile rispetto al mese precedente (6,175 euro/kg); ma anche in questo caso, benché in modo meno pesante rispetto al Dop, la variazione tendenziale risulta in calo dell’1,5%.
La stabilità delle quotazioni dei prosciutti stagionati e il basso livello dei costi delle cosce fresche acquistate l’anno precedente, a dicembre, hanno inciso positivamente sulla redditività della stagionatura dei prosciutti Dop. Infatti, il dato congiunturale riguardante la stagionatura dei prodotti pesanti registrato dall’indice Crefis è pari a +1,1%. Ciò non migliora però la situazione a livello tendenziale, ovvero rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: il dato resta ampiamente negativo (- 10,8%). Prendendo in considerazione il prodotto pesante non tutelato, invece, si nota una situazione nettamente migliore: sempre a dicembre emerge una redditività a livello congiunturale a +6,8%, ovvero i livelli più alti dal novembre 2011. Anche il dato tendenziale (+19,2%) conferma il momento favorevole di questo prodotto, tanto che a dicembre il differenziale di redditività tra le produzioni pesanti Dop e quelle generiche è rimasto a favore di quest’ultime e pari a -21%.
I fattori della produzione
In crescita i prezzi della soia e dell’orzo a dicembre ma il mais perde quotazione a parte il prodotto statunitense.
Nel periodo preso in esame a Milano il prezzo del mais nazionale con caratteristiche è sceso del -0,1% rispetto a novembre, fermandosi a 192,0 euro/t, mentre il prodotto contratto 103 è stato scambiato a 189,0 euro/t (-0,1%). In calo anche la quotazione del mais comunitario (-0,8%), che ha raggiunto i 201,5 euro/t. Variazione congiunturale negativa è stata registrata anche sul mercato francese (-0,4%) dove il mais è stato scambiato a 201,7 euro/t. Il mercato statunitense rappresenta l’unico, invece, ad aver fatto segnare una variazione congiunturale positiva (+1,2%), con un prezzo che è salito a 144,3 euro/t. Le variazioni tendenziali sono risultate positive per tutti i prodotti considerati.
Sempre alla borsa merci di Milano, la soia nazionale ha raggiunto il valore più alto da giugno del 2014, toccando un valore medio mensile pari a 439,5 euro/t (+6,3% la variazione congiunturale), mentre il prezzo del prodotto estero è salito del 4,4%, per un dato di 446,5 euro/t che rappresenta il più alto da maggio del 2014. Un incremento (+1,8%) è stato registrato anche per la soia statunitense che ha raggiunto un valore medio mensile di 351,0 euro/t, nettamente superiore a quelli dei due anni precedenti. Dopo il forte incremento visto in novembre, nell’ultimo mese torna a calare il prezzo della soia brasiliana sceso a 388,6 euro/t (-9,1%). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte positive con valori compresi tra 22% e 28%.
Il prezzo dell’orzo nazionale, scambiato a Milano, nel mese di dicembre, è salito raggiungendo i 191,0 euro/t (+3,9% la variazione congiunturale), mentre il prodotto comunitario è cresciuto del 3,8%, fermandosi a 207,0 euro/t. Un calo congiunturale dell’1% è, invece, stato registrato sul mercato francese dove l’orzo è stato scambiato a 201,3 euro/t. Positive le variazioni tendenziali per tutti i mercati considerati.