I prosciutti di Parma, di Modena e di San Daniele dop potranno finalmente entrare nel mercato canadese con il loro nome. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti Emilia Romagna e del Consorzio del Prosciutto di San Daniele sugli effetti dell’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreementr) con il Canada sulle produzioni alimentari a indicazione geografica made in Italy.
L’adozione di questo trattato, ratificato mercoledì 15 febbraio e in applicazione provvisoria da aprile 2017, vedrà la protezione di oltre 140 indicazioni geografiche europee di cibi e bevande in vendita sul mercato canadese. Di tutti i marchi a tutela previsti dai negoziati e riconosciuti dal Canada, sono 41 le Indicazioni geografiche italiane che rappresentano il maggior valore dei prodotti tutelati riconosciuti nell’accordo.
I prodotti italiani dovranno coesistere con i marchi canadesi già registrati che avranno l’aggiunta dell’indicazione made in Canada. In altre parole sul mercato del paese nordamericano ci saranno i prosciutti di Parma, Modena e San Daniele “made in Canada” insieme con quelli italiani, mentre fino a ora, ad esempio, il prosciutto di Parma italiano poteva essere esportato solo con il nome di “Prosciutto originale”.
I canadesi potranno continuare a utilizzare il termine Parmesan, e anche continuare a produrre e vendere altri formaggi come Gorgonzola, Asiago e Fontina, con l’indicazione però obbligatoria dell’origine in etichetta “made in Canada”, senza però possibili evocazioni ingannatrici (quali bandiere o immagini di posti notoriamente riconosciuti). Nel caso di eventuali nuovi prodotti canadesi di imitazione, questi dovranno essere accompagnati dalle espressioni “tipo; stile o imitazione” (esempio “stile squacquerone di Romagna).
«Non c’è dubbio che per le indicazioni geografiche – sostiene Coldiretti - sia di fatto mantenuta e ratificata una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità. Ma è anche vero che l’accordo – precisa Coldiretti – interviene su una situazione fortemente compromessa in cui almeno il 90% per cento dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada sono in realtà di produzione locale, dal Pecorino Friulano al Romano cheese, dal Romanello al Crotonese, dalla Fontina alla scamorza fino al Parmesan. La situazione è anche peggiore per i salumi e in questo senso la storia del prosciutto di Parma dop è esemplare. La denominazione da diversi decenni è stata usurpata dalla società Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare canadese, che ha registrato il marchio “Parma” e quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza - conclude la Coldiretti - è che il vero prosciutto di Parma dop non può essere al momento venduto in Canada ma per essere comunque presente su quell’importante mercato, il prodotto italiano viene commercializzato con il nome “Prosciutto originale”, e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al “Parma” canadese, senza poter portare il suo vero nome.
«Si tratta di un accordo di buon valore per il Prosciutto di San Daniele dop perché la tutela del nostro prodotto permette di sostenere il settore e incentivare l’export - spiega Mario Cichetti, direttore del Consorzio del Prosciutto di San Daniele – Per noi si tratta di un importante passo avanti che apre nuove opportunità di crescita sul mercato canadese, grazie ai valori condivisi con l’ampia e radicata comunità di origine italiana che conta 140.612 residenti nel paese, pari quasi al 3% dei circa 9 milioni di italiani residenti all’estero».
Leggi l’articolo sulla Rivista di Suinicoltura n. 3/2017
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