Battaia, autocontrollo dell’uso dell’azoto

Realizzato nell’ambito del Psr 2014-2020, operazione 16.1.01, questo progetto vede la partnership di cinque allevamenti suinicoli della provincia di Modena e di tre centri di ricerca: Crpa, Crea e Fondazione Crpa studi ricerche

Per gli allevamenti suinicoli che necessitano di autorizzazione integrata ambientale (Aia) per operare, diverse sono le Bat (Best Available Tecniques), o migliori tecniche disponibili, proposte dall’Unione europea per contenere le emissioni di ammoniaca (NH3) e metano (CH4), ritenuti tra gli agenti responsabili dell’acidificazione del suolo e del riscaldamento del pianeta.
Tra queste c’è la razionale gestione dell’alimentazione degli animali, in particolare del titolo proteico della razione, utile a ridurre le escrezioni di azoto e quindi anche del potenziale emissivo in termini di ammoniaca, precursore dei PM10, e di protossido di azoto, uno dei principali gas a effetto serra.
«In realtà – spiega Maria Teresa Pacchioli del Crpa di Reggio Emilia – la Bat “alimentazione” è una tecnica matura ma poco utilizzata, perché c’è una difficoltà pratica a raccogliere e documentare, in modo efficace e a basso costo, la sua applicazione».
Per superare questo ostacolo, alcuni allevamenti situati in una delle zone italiane a più alta vocazione suinicola, hanno chiesto un supporto per sperimentare un sistema di autocontrollo dell’azoto nell’alimentazione dei suini. Allo scopo è stato realizzato il Gruppo operativo per l’innovazione Battaia - Strumenti di autocontrollo del bilancio dell’azoto per l’applicazione delle Bat in suinicoltura. Si tratta di una iniziativa realizzata nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 — Tipo di operazione 16.1.01 — Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: Produttività e sostenibilità dell’agricoltura — Focus Area 5D: Ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura, che vede la partnership di cinque allevamenti suinicoli di comuni della provincia di Modena (Cigognini Massimo) e Reggio Emilia (Quercia Rossa di Franceschini società agricola, azienda agricola Casoli Gianluca, Mazzacani Giorgio, società agricola Tarasconi Luca e Giorgia s.s.) - classificati in fascia rossa e arancio secondo il piano regionale per l’aria - e tre centri di ricerca: Crpa (capofila), Crea e Fondazione Crpa studi ricerche.

uso azoto
La novità di Battaia è che la richiesta viene dalle aziende, che diventano sede di sperimentazione della tecnica in scala reale. Ciò permetterà, a conclusione del progetto, di avere un sistema per l’autovalutazione dell’efficienza dell’uso dell’azoto, adottabile anche da altre imprese, che potrà essere condiviso con gli organismi competenti per il controllo sull’adozione delle Bat.
A questo scopo Crpa e Crea Sui hanno già avviato il confronto con i tecnici di Arpae Emilia-Romagna che si sono dimostrati molto interessati a valutare la proposta che scaturirà dal progetto, a fronte della dimostrazione della sua validità.

Le caratteristiche del progetto

Per rispondere a tutte le esigenze, il sistema verrà realizzato con le seguenti caratteristiche:
- essere adatto agli allevamenti commerciali;
- consentire la raccolta delle informazioni utili per documentare l’adozione della Bat alimentazione attraverso metodi di misura dell’escrezione dell’azoto;
- essere in grado di fornire dati di output resa dell’azoto e quantità di azoto escreto per gruppi definiti (lotti) di animali;
- essere efficace, a basso costo e adatto a un uso continuativo;
- rispondere ai requisiti richiesti dagli organi competenti ai fini dei controlli ufficiali per il mantenimento delle Aia, per ottenere il riconoscimento come sistema di autocontrollo aziendale;
- permettere una autovalutazione di efficienza in allevamento, anche con strumenti di benchmark che verranno realizzati nel piano, per un’analisi e un miglioramento continui delle proprie performance produttive e ambientali.

Minore escrezione di azoto e riduzione dei fabbisogni idrici

Oltre che sul piano ambientale, il progetto in corso contribuirà al miglioramento della sostenibilità e dell’accettabilità sociale degli allevamenti suini. L’ottimizzazione della gestione dell’azoto nell’alimentazione porta infatti a una minore escrezione di azoto per posto/capo e per anno oltre che a una riduzione dei fabbisogni idrici per i suini e quindi a una diminuzione dei volumi di deiezioni prodotte e delle emissioni dagli stoccaggi e durante lo spargimento degli effluenti.

uso azoto
Il piano prevede anche un’intensa attività di divulgazione, con azioni di comunicazione diretta (incontri tecnici, un convegno), la pubblicazione di articoli, video, opuscoli informativi e tutorial e la realizzazione di un sito web, allo scopo di avere un’ampia ricaduta dei risultati nelle aziende suinicole, potenziali utilizzatrici degli strumenti di autocontrollo e banchmarking realizzati, e raccogliere l’interesse degli stakeholder locali, nazionali ed europei.
«Il raggiungimento degli obiettivi del piano – conclude Pacchioli - potrà creare le condizioni per produrre suini in strutture già esistenti, che senza l’adozione della Bat alimentazione dovrebbero subire costose ristrutturazioni. Ciò sarebbe utile anche per siti produttivi collocati in aree a rischio di sforamento per la presenza in atmosfera di PM10 e NO2, così come in aree con corpi idrici vulnerabili ai nitrati».


“Riscossa", per un modello di allevamento sostenibile

Si chiama Riscossa - RISparmio e COnservazione dell’azoto nei SiStemi Agricoli suini - il Gruppo operativo per l’Innovazione al lavoro per sviluppare e diffondere un modello di allevamento sostenibile, dal punto di vista ambientale ed economico, in zone della provincia di Modena dove i corpi idrici sono in stato non buono e in quelle che ricadono in zona vulnerabile ai nitrati. Partner del progetto sono Fondazione Crpa Studi Ricerche (capofila), azienda agricola Spaggiari Daniela di Zocca (Mo), Crea e Crpa.

Due le azioni del progetto:
- massima riduzione dell’azoto immesso nell’ambiente con le deiezioni, cioè della frazione della proteina dietetica non trasformata in tessuti animali, attraverso l’introduzione di nuove tecniche di alimentazione;
- utilizzo dei reflui all’interno di rotazioni condotte in agricoltura conservativa e per la produzione di colture che possano essere impiegate in allevamento.

Le attività connesse all’allevamento prevedono:
- in allevamento commerciale (Spaggiari) la definizione e la verifica di un piano alimentare multifase per l’ingrasso dei suini (dai 30 kg alla macellazione) in linea con le raccomandazioni del Bref ai fini delle escrezioni dell’azoto. I risultati preliminari di due cicli di allevamento, il terzo è in conclusione, indicano il mantenimento delle performance produttive dei capi e della qualità della carne, a fronte di una riduzione dell’azoto ingerito quando la dieta viene bilanciata per gli amminoacidi limitanti;
- in condizioni controllate, l’individuazione dell’entità di riduzione estrema di proteina e lisina a cui si può giungere per il suino pesante.
In campo le attività riguardano la dimostrazione dei vantaggi agronomici ed ambientali (minori emissioni di azoto in atmosfera e ridotte percolazioni) dell’applicazione di tecniche di agricoltura conservativa (cover crop, semina su sodo) rispetto alla conduzione tradizionale e prove di ottimizzazione dell’utilizzo dei liquami per la produzione di mais da granella a ciclo breve e sorgo da granella per l’alimentazione dei suini.
Il progetto è realizzata nell’ambito del Psr Emilia-Romagna 2014-2020 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: Produttività e sostenibilità per l’agricoltura - Focus Area 4B – Progetto Riscossa.
Per approfondimenti http://riscossa.crpa.it
Per informazioni riscossa@crpa.it

 


"Ammonia washing machine", per migliorare la qualità dell’aria

Migliorare il benessere degli animali, la salute dei lavoratori e ridurre le emissioni in atmosfera lavando l’aria delle porcilaie da polveri sottili e ammoniaca è l’obiettivo del Goi Ammonia Washing Machine, che ha ideato un nuovo sistema di trattamento e sta realizzando un prototipo per renderlo operativo.
Partner del progetto sono Crpa (capofila), Asser e gli allevamenti società agricola S. Anna e società agricola Colombaro di Formigine (Mo), dove verrà testato l’innovativo sistema.
Formigine, con 85 superamenti l’anno del limite giornaliero per le PM10 e con 47 per il valore limite della media annuale di NO2 (biossido di azoto), si classifica al primo posto per criticità della qualità dell’aria in Emilia-Romagna. Proprio qui il prototipo dovrà prelevare l’aria dalle sale delle porcilaie, rimuovendo ammoniaca e polveri; in inverno l’aria trattata verrebbe reintrodotta nelle sale per non disperdere il calore, mentre nei mesi caldi verrebbe espulsa in atmosfera.
Il prototipo affronta anche il problema di migliorare la qualità dell’aria in tutte quelle fasi (svezzamento e magronaggio) ove i ricambi sono ridotti.
Inoltre, con il prototipo si mira al recupero dell’ammoniaca rimossa come sospensione di solfato d’ammonio, da valorizzare in miscela con la frazione solida del liquame per stabilizzarla, ridurne le emissioni allo stoccaggio, e per incrementarne il contenuto di azoto aumentandone le proprietà fertilizzanti.
A conclusione delle attività verranno valutati costi e benefici della nuova tecnologia, che potrebbe candidarsi a diventare una migliore tecnica disponibile (Bat) per gli allevamenti soggetti ad Aia.
Il progetto è realizzato nell’ambito del Psr Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: Produttività e sostenibilità per l’agricoltura - Focus Area 5D – Ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura – Progetto Ammonia Washing Machine “Prototipo per ridurre le emissioni di ammoniaca dai ricoveri suini con recupero a fini fertilizzanti”.
Per informazioni: Giuseppe Moscatelli – g.moscatelli@crpa.it


"Responsible Ham", per prodotti ad alto valore aggiunto

Migliorare la competitività della filiera emiliano romagnola delle carni suine stagionate producendo prosciutti e salumi ad alto valore aggiunto è l’obiettivo del Goi Responsible Ham, che in linea con le nuove tendenze di consumo propone l’adozione negli allevamenti dei più elevati standard di benessere animale.
Iniziato nel 2016, il progetto sta approfondendo la tematica in due allevamenti emiliani, Campo Bò e Quercia Rossa, promotori del Goi che vede partner la Fondazione Crpa Studi Ricerche di Reggio Emilia (capofila), il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e il Crpa, oltre a un prosciuttificio e un salumificio della provincia di Parma.
Allo scopo è stata definita una serie di interventi gestionali e strutturali migliorativi per le scrofe e le loro nidiate che prevede l’adozione di:
- sistemi di gestione dei gruppi in fase di gestazione con confinamento fino alla fecondazione o con confinamento solo al momento della fecondazione;
- sistemi che permettano alla scrofa di non essere più confinata al momento del parto con scrofa sempre libera o libera dopo il parto;
- superfici di stabulazione superiori ai minimi di legge;
- zone di riposo a pavimento pieno con lettiera oppure con idoneo arricchimento ambientale;
- un protocollo di anestesia/analgesia o di immunocastrazione;
- un piano sanitario con monitoraggio delle problematiche dell’allevamento per ridurne l’incidenza.
Ora sono in corso le verifiche delle performance, attraverso misurazioni sugli animali e sull’ambiente d’allevamento, al macello, e sui prodotti trasformati in salumificio/prosciuttificio.
Il progetto è realizzata nell’ambito del psr Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: Produttività e sostenibilità per l’agricoltura - Focus Area 2A – Progetto Responsible Ham.
Per approfondimenti http://responsibleham.crpa.it
Per informazioni responsibleham@crpa.it


 

Battaia, autocontrollo dell’uso dell’azoto - Ultima modifica: 2019-07-25T16:07:28+02:00 da Lucia Berti

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