Dopo aver parlato dei locali di stabulazione in termini generali e strutturali sulla Rivista di suinicoltura n. 5, vediamo ora come vengono approfonditi alcuni aspetti peculiari di questi locali dal documento “Valutazione del benessere animale nella specie suina: manuale esplicativo controllo ufficiale” pubblicato dal Ministero della salute nell’ambito del progetto Classyfarm, elaborato a favore dei veterinari preposti ai controlli di legge ma che contiene moltissime informazioni utili anche agli allevatori di suini.
Illuminazione dei locali di stabulazione
I locali di stabulazione devono avere un’adeguata illuminazione naturale che garantisca il soddisfacimento delle esigenze comportamentali e fisiologiche degli animali. Ciò significa, tra l’altro, assicurare, da parte dell’allevatore, che i capi allevati non siano costantemente al buio o esposti a illuminazione artificiale senza un adeguato periodo di riposo. Rimane che se l’illuminazione naturale dei locali risulta insufficiente è obbligatorio prevedere una appropriata illuminazione artificiale. Comunque, la condizione ritenuta adeguata è quella che garantisce “l’illuminazione richiesta per legge ovvero minimo 40 lux per un periodo non inferiore alle 8 ore al giorno”; è possibile verificare la corretta situazione con rilevazione attraverso luxometro.
Le pavimentazioni secondo Classyfarm
Sempre per quanto riguarda le prescrizioni contenute nel Manuale del MinSalute, i pavimenti dei locali di stabulazione non devono essere sdrucciolevoli e non devono presentare asperità. Devono quindi essere progettati e costruiti in modo “adeguato alle dimensioni e al peso degli animali e mantenuti in modo da non arrecare loro lesioni o sofferenze”. Se nel sistema di allevamento di una singola azienda non è prevista una lettiera, la pavimentazione deve essere costituita da una superficie “rigida, piana e stabile”. Inoltre dovrà essere garantita la rimozione regolare degli escrementi, dell’urina e dei foraggi non mangiati, o caduti, per ridurre al minimo la presenza di mosche o roditori. L’allevatore deve tener presente che qualora veda lesioni cutanee o zoppie nei suoi suini potrebbe trattarsi di conseguenze da anomalie nella condizione delle pavimentazioni.
Più in dettaglio, come specifica il Manuale Classyfarm, le normative in materia prevedono che il pavimento possa essere pieno, fessurato (in calcestruzzo), parzialmente fessurato (in calcestruzzo) e grigliato (metallico o materiale plastico).
La valutazione del tipo di pavimentazione è necessaria per la differenziazione della tipologia di box presenti. Inoltre i box devono poter essere puliti e disinfettati. In caso di pavimentazione fessurata o parzialmente fessurata in calcestruzzo è necessario verificare se travetto e fessura rispettino la normativa per la categoria di suino allevata in quel locale.
La verifica del rispetto di tale parametro va valutata misurando le fessure e i travetti in caso di pavimenti fessurati o parzialmente fessurati. La presenza di fessure che hanno una misura superiore, o travetti con misura inferiore a quella consentita, tenendo conto delle tolleranze, rappresenta un pericolo per il benessere, favorendo l’insorgenza appunto, di zoppie e bursiti.
La misurazione e controllo delle fessure e dei travetti si applicano solamente a pavimenti fessurati o parzialmente fessurati in calcestruzzo; al contrario, la presenza di altri materiali non richiede il rispetto delle misure. Tuttavia, è sempre importante verificare che tali pavimentazioni non arrechino danni agli animali.
Diverse tipologie di pavimento
Negli allevamenti di suini da riproduzione sono ritenute conformi diverse pavimentazioni; il Manuale le specifica a favore dei veterinari controllori, ma è l’allevatore che deve tenerne conto. E l’elenco prevede queste tipologie:
• pavimento pieno con lettiera, ovvero un pavimento totalmente pieno con solo una zona limitata di scarico di liquidi.
• per scrofe e scrofette, pavimento parzialmente fessurato con area fessurata delimitata (zona di defecazione) avente fessure fino a 25 mm e travetti minimo 80 mm e verificando che le aperture non eccedano il 15% del totale della superficie del box
• pavimento solido e continuo, in cui le aperture di drenaggio all’interno del pavimento possono essere parte di una serie ininterrotta o di “disegni” della pavimentazione tali da non superare il 15% della superficie della pavimentazione stessa. Fermo restando che le caratteristiche del fessurato devono rispettare i criteri sul benessere del piede dei suini.
• pavimento solido e continuo nel quale una parte è costituita da pavimento pieno o una parte è fessurata tale da non superare il 15% dell’intera superficie dedicata alle aperture di drenaggio. Anche in questo caso le caratteristiche della parte fessurata devono rispettare i criteri sul benessere del piede dei suini.
• pavimento con fessure di scarico diffuse, aventi fessure fino a 20 mm e travetti superiori agli 80 mm più la tolleranza prevista dallo standard EN 12737:2004
Spazio a disposizione dei verri
I recinti per i verri devono essere sistemati e costruiti in modo da permettere all’animale di girarsi e di avere il contatto uditivo, olfattivo e visivo con gli altri suini.
I verri, infatti, molto spesso sono allevati in recinti individuali per motivi di aggressività e quindi è necessario, per il benessere animale, che questi soggetti possano avere contatti con capi allevati della stessa specie attraverso, ad esempio, delle piccole aperture tra i box o delle grate divisorie. Il Manuale Classyfarm precisa inoltre che il verro adulto debba disporre di una superficie libera al suolo di almeno 6 mq. Qualora i recinti siano utilizzati per l’accoppiamento, il verro adulto deve disporre di una superficie al suolo di 10 mq e il recinto deve essere libero da ostacoli.
Ampiezza delle fessure in base alla tipologia di animale
Qualora si utilizzino pavimenti fessurati in calcestruzzo per suini allevati in gruppo, il manuale specifica le puntuali prescrizioni relative a ciascuna tipologia di animale.
L’ampiezza massima di conformità delle aperture deve essere di 11 mm per i lattonzoli; 14 mm per i suinetti; 18 mm per i suini all’ingrasso; 20 mm per le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe; mentre l’ampiezza minima dei travetti deve essere di 50 mm per i lattonzoli e i suinetti; 80 mm per i suini all’ingrasso, le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe.
Per quanto riguarda le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe gravide una parte della superficie, pari ad almeno 0,95 mq per scrofetta e ad almeno 1,3 mq per scrofa, deve essere costituita da pavimento pieno continuo e riservato per non oltre il 15% alle aperture di scarico.