Monitorare la Prrs con i campioni testicolari

Raccolta degli emosieri testicolari dei suini
Gli emosieri testicolari possono essere efficacemente utilizzati per il monitoraggio della circolazione di Prrs in allevamenti da riproduzione. Questo campionamento risulta infatti facile e attendibile.

Il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria suina (Prrsv) rappresenta ormai da decenni una criticità significativa nella maggior parte dei paesi produttori di suini; raggiungere e mantenere nel lungo periodo lo status di azienda stabile nei confronti di Prrs negli allevamenti da riproduzione, costituisce ancora oggi una delle più grandi sfide della suinicoltura.
Il monitoraggio continuo dell’escrezione di Prrsv è fondamentale per capire le dinamiche virali e per acquisire le informazioni necessarie per supportare le strategie di controllo della Prrs che devono essere caratterizzate da praticità, affidabilità ed essere facilmente accessibili per poter essere adottate a livello aziendale.

Quando un’azienda da riproduzione è considerata “stabile”?

Il controllo della Prrs, in particolare raggiungere la stabilità negli allevamenti da riproduzione, costituisce ancora oggi una delle più grandi sfide della suinicoltura.
Ancora oggi, una azienda da riproduzione viene considerata “stabile” nei confronti della Prrs se i campioni di siero di 30 suinetti in età di svezzamento testati in pool di 5 tramite indagini biomolecolari sono risultati negativi per quattro mesi consecutivi. Questo approccio si basa sui seguenti assunti teorici, secondo i quali:

  • i virus della Prrs non possano mantenersi in azienda ad una prevalenza inferiore al 10% per un periodo superiore ai 90 giorni;
  • la circolazione del virus nei riproduttori possa essere dimostrata evidenziando la presenza di Prrsv nei suinetti sottoscrofa poco prima dello svezzamento.

Limiti del campionamento di sangue

Questo approccio, seppur teoricamente adeguato, si è dimostrato non sempre efficace in quanto sono stati documentati casi di ricircolazione di Prrsv dopo aver raggiunto lo status di azienda stabile; sono inoltre stati segnalati casi in cui l’infezione da Prrsv si sia mantenuta a prevalenze inferiori al 10% evidenziando che la numerosità campionaria (30 campioni di siero analizzati in 6 pool da 5) non è sufficiente per dimostrare la presenza del virus a prevalenze inferiori al 10%, situazione nella quale è necessario fare ricorso ad un campionamento notevolmente più elevato, con conseguente aumento sia dei costi di analisi che del tempo da dedicare alla raccolta dei campioni.

Una valida alternativa: gli emosieri testicolari

Una valida alternativa ai campioni di sangue per il monitoraggio della circolazione di Prrsv nella fase sottoscrofa è rappresentata dagli emosieri testicolari, costituiti dal liquido sieroematico che percola dai tessuti raccolti durante le manualità di castrazione e taglio della coda nei suinetti sottoscrofa. Questo tipo di campione presenta due grossi vantaggi:

  1. il primo deriva dall’utilizzo di una matrice costituita da materiale di scarto di un’attività di routine (non è richiesto quindi particolare impegno di tempo da parte del personale e del veterinario),
  2. il secondo vantaggio è legato alla rappresentatività del campione costituito da porzioni di organi e tessuti di un numero elevato di suinetti.

Il confronto delle performance delle metodiche biomolecolari applicate a campioni aggregati di emosieri testicolari e a campioni di siero di sangue analizzati in pool da 5 ha mostrato, in studi di campo e su base aziendale, una sensibilità maggiore o comparabile per gli emosieri testicolari (Lopez et al., 2018 e 2021, Ustulin et al., 2019).

Quante nidiate devono essere incluse in un campione di testicoli e code?

Ci si domanda spesso quanti suinetti, o meglio quante nidiate, possono essere incluse in un campione aggregato di testicoli e code; se da una parte includere un maggior numero di soggetti aumenta la probabilità di identificare un soggetto positivo, dall’altra un’eccessiva diluizione del campione potrebbe essere causa di un risultato falso negativo. Non esiste purtroppo una sola risposta a questa domanda, è quindi necessario capire come vari fattori possano influenzare i risultati delle analisi; sono tuttavia disponibili diversi studi che hanno valutato come la diluizione possa influenzare il risultato analitico.

Uno studio del 2019 (Vilalta et al.) ha evidenziato che è sufficiente la presenza di organi (testicoli) e tessuti (coda) di un solo maschio positivo, con carica virale alta (Ct 22,1), in un campione composto da 50 nidiate per avere un risultato in real time Pcr positivo sul campione aggregato. In caso di un singolo maschio positivo, ma con carica virale bassa (Ct 33,6) il campione aggregato di 50 nidiate risulterà negativo, ma risulterà positivo un campione aggregato di 40 nidiate che includa tale soggetto. Lo stesso studio indica che il contributo dato dalle femmine, per le quali il prelievo si limita alla coda, è molto limitato in termini di “quantità di campione” rispetto ai maschi in quanto i tessuti muscolare e scheletrico di cui è composta la coda forniscono una quantità di emosiero nettamente inferiore alla coppia di testicoli. In presenza di una sola femmina debolmente positiva (Ct 34,3) come unico soggetto positivo del campione aggregato, le analisi in real time Pcr forniscono un risultato negativo anche includendo solo 10 nidiate.

Il numero di nidiate da considerare varia a seconda dello status di stabilità

Un altro aspetto da considerare è relativo alla consistenza dei campioni aggregati in base allo status dell’allevamento nei confronti della Prrs: in situazioni di stabilità o prossime alla stabilità, al fine di scongiurare la presenza di campioni falsi negativi dovuti alla presenza di soggetti debolmente positivi, il numero di nidiate incluse nel campione aggregato dovrebbe essere contenuto e comunque inferiore rispetto alla situazione iniziale (situazione di instabilità). A titolo di esempio si riportano i dati di un recente studio (Lopez et al., 2021) che ha dimostrato che vi è una probabilità dell’80% di identificare come positivo un campione aggregato costituito da 43 nidiate negative e una positiva, mentre la probabilità scende al 43% se le nidiate negative salgono a 69.

In situazione numeriche più simili alle tipologie di allevamento italiane, qualora il campione aggregato sia costituito da 28 nidiate negative e una positiva la probabilità di identificare come positivo il campione aggregato è del 95%. I dati di insieme disponibili nella letteratura scientifica suggeriscono che l’approccio al monitoraggio della Prrs tramite gli emosieri testicolari mantenga una buona sensibilità accorpando fino a 40 nidiate, con la necessità di modulare le dimensioni del campione aggregato in base alla prevalenza attesa.

Elevata attendibilità dei risultati dei campioni di emosieri testicolari

L’utilizzo degli emosieri testicolari nel monitoraggio della Prrs in allevamenti da riproduzione per verificare il raggiungimento e il mantenimento nel tempo della stabilità è stato valutato in uno studio di campo (Trevisan et al 2019) che ha coinvolto 28 allevamenti. Nello studio in questione la negatività alla Prrs da emosieri testicolari è stata verificata in campioni di sangue dei suini allo svezzamento e verificando l’assenza di sieroconversione nelle scrofette di nuova introduzione. I risultati dello studio hanno dimostrato l’elevata attendibilità dei risultati analitici dei campioni di emosieri testicolari utilizzati come indicatori della circolazione di Prrsv in quanto solamente in due allevamenti è stata evidenziata la positività al termine del periodo sottoscrofa dopo due campionamenti di emosieri testicolari risultati negativi a distanza di 4 settimane.

In base agli studi effettuati e al miglioramento delle conoscenze in merito all’utilizzo di campioni aggregati l’American Association of Swine Veterinarians sta rivedendo i criteri di classificazione degli allevamenti in base allo stato di circolazione della Prrs, e tra le modifiche che hanno trovato consenso, a supporto del prelievo di siero di 30 (nel caso di alta prevalenza attesa, >10%) o 60 (nel caso di bassa prevalenza attesa,<10%) suinetti al momento dello svezzamento, vi è l’introduzione dell’uso di campioni aggregati, tra cui gli emosieri testicolari (Holtkamp et al. 2021).

L’importanza del monitoraggio continuo della circolazione di Prrsv

Il tasso di escrezione di Prrsv è strettamente correlato con l'assunzione di mangime da parte delle scrofe, il numero di aborti, la mortalità neonatale e prima dello svezzamento e il numero di suini svezzati.

Il monitoraggio continuo della circolazione di Prrsv negli allevamenti da riproduzione consente, in maniera indiretta, di mettere in evidenza situazioni critiche alle quali è possibile porre rimedio con soluzioni di tipo gestionale (modificando per esempio il flusso dei suini) o modificando il piano vaccinale per migliorare lo status aziendale della Prrs massimizzando la salute e la produttività dell'intero allevamento.

Conoscere il livello di escrezione di Pprsv (alto, medio o basso) e se tale livello rimanga costante nel tempo o subisca variazioni è di fondamentale importanza per capire se vi sia bisogno di migliorare le misure di biosicurezza esterna per prevenire l’introduzione di virus o di migliorare le misure di biosicurezza interna (bio-management) per esempio migliorando il flusso degli animali e in particolar modo delle scrofette.


L’articolo è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura 8/2023

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Monitorare la Prrs con i campioni testicolari - Ultima modifica: 2023-09-22T09:39:50+02:00 da Annalisa Scollo

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