Un percorso di approfondimento sulla sorveglianza e la prevenzione della diffusione della Peste suina africana è stato proposto da Stefania Saccardi (vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana) e da Simone Bezzini (assessore al diritto alla salute della regione Toscana) in occasione di un incontro congiunto con le forze dell’ordine, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, i direttori della sanità animale delle Asl e i responsabili dei settori regionali competenti.
L’incontro, che si è svolto il 4 agosto scorso, nella sede della Regione, a Firenze, ha visto la partecipazione, tra le forze dell’ordine, dei Carabinieri forestali della Toscana, del Comando Legione Carabinieri Toscana, del Nas Carabinieri, della Polizia di Stato e delle Polizie provinciali.
L’attuale situazione epidemiologica della Peste suina africana nell’Est Europa e in Germania (a luglio 2021 la Germania ha notificato all’Ue i primi casi di Peste suina africana in un due allevamenti di suini nello stato orientale del Brandeburgo, all’interno della zona di restrizione in cui la malattia circola tra i cinghiali), dove la malattia ha coinvolto sia i suini domestici che i cinghiali, rappresenta motivo di forte preoccupazione per l’Italia.
Un percorso condiviso
Da qui la necessità da parte dei due assessori regionali di coinvolgere tutti i soggetti, che operano in questo ambito, in un percorso condiviso, che consenta a ognuno, secondo la propria competenza e professionalità, di rafforzare il proprio ruolo in una rete di prevenzione, controllo e di lotta contro questo pericoloso rischio sanitario.
“Lavoriamo tutti insieme, ognuno secondo le proprie competenze e responsabilità - ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - Siamo di fronte a un problema che non riguarda la caccia o l’eccesso di ungulati o i danni, che questi provocano agli agricoltori e che di per sé sono drammatici per l’economia toscana. Qua si parla di un problema ben più grave, che corre il rischio di riguardare tutta la zootecnia. Quando si parla di impossibilità di esportazione si parla di un danno economico devastante per tutto il settore. Per questo stiamo mettendo in piedi una misura del Psr, per dare una mano agli allevatori così da realizzare recinzioni doppie ed evitare il più possibile il contatto diretto tra i cinghiali eventuali trasmettitori della malattia e le razze, che devono vivere allo stato brado. Le risorse del Psr coprono solo il 40% della spesa complessiva, in condizioni particolari il 50%. Pertanto, siamo consapevoli che la misura grava sull’imprenditore agricolo e sull’allevatore per importi non indifferenti. Stiamo, inoltre, dando un impulso importante al controllo degli ungulati e dei cinghiali dal punto di vista venatorio, su cui chiediamo a tutti i soggetti di darci una mano, a partire dalle polizie provinciali, fondamentali su questo fronte, che deve essere prioritario nelle loro azioni di intervento. Le forze dell’ordine, poi, devono dare una mano sul tema dei controlli, tra queste i Nas svolgono un ruolo essenziale”.
Bezzini: coordinamento è indispensabile per affrontare la Peste suina africana
“Tramite questo incontro ci siamo posti l’obiettivo di proporre un percorso di approfondimento, calibrato secondo i rispettivi ruoli istituzionali e ambiti operativi - ha dichiarato l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - improntato su uno scambio reciproco di esperienze e competenze, diverse ma tutte necessarie e da integrare sempre di più. Nel breve periodo - ha aggiunto - daremo supporto normativo e attuativo al Piano nazionale di sorveglianza della peste suina africana con l’approvazione di un Piano regionale biennale. Contestualmente, andremo ad approvare nel medio termine anche il Piano regionale per la gestione delle emergenze epidemiche e non epidemiche, nel settore veterinario e in quello della sicurezza alimenti di origine animale. Questo strumento di coordinamento risulta indispensabile, per affrontare le situazioni di crisi sanitaria, che possono colpire il comparto zootecnico. Inoltre, recepiremo a breve l’Accordo Stato Regioni sulle linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica, producendo delle linee guida regionali. È una partita importante, che solo continuando a lavorare in sinergia, tutti insieme, possiamo affrontare al meglio”.