Per arrestare la diffusione sul territorio nazionale della Peste suina africana, lo scorso 18 febbraio è entrato in vigore, dopo approvazione del Consiglio dei ministri, il relativo decreto legge, su proposta dei ministri Patuanelli e Speranza. L’intervento mira all’eradicazione della Peste suina africana nei cinghiali presenti sul territorio nazionale e a prevenirne la diffusione tra i suini d’allevamento, per assicurare la salvaguardia della sanità animale, del patrimonio suinicolo nazionale e dell’Unione europea e, non ultimo, salvaguardare le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera.
Il provvedimento, che non avrà ricadute sulla finanza pubblica, prevede l’attuazione, entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore, dei Piani regionali di interventi urgenti (previo parere dell’Ispra e del Centro di referenza nazionale per la Peste suina, elaborati in conformità al Piano nazionale) per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Peste suina africana. Tra le misure primarie, la ricognizione della consistenza della specie all’interno del territorio di competenza suddiviso per provincia, l’indicazione dei metodi ecologici, le aree di intervento diretto, le modalità, i tempi e gli obiettivi annuali del prelievo, esclusivamente connessi ai fini del contenimento della Psa.
Le mansioni del Commissario straordinario
Al fine di assicurare il corretto e tempestivo svolgimento delle attività previste dai piani approvati, sono state definite le funzioni del Commissario straordinario, il cui incarico è svolto a titolo gratuito: egli si occuperà di coordinare e monitorare le azioni di prevenzione poste in essere. Il Commissario straordinario si avvarrà degli enti del servizio sanitario nazionale e dei competenti uffici di Ministeri, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Forze di polizia. È infine previsto l’obbligo, per chi rinviene esemplari di cinghiali feriti o deceduti nell’ambito delle attività di attuazione dei Piani regionali o nello svolgimento di attività venatoria o boschiva, di coltivazione di fondi agricoli o coinvolto in un sinistro con cinghiali, di segnalare il rinvenimento immediatamente al servizio veterinario della Asl competente per territorio. Sarà nuovamente compito del Commissario straordinario quello di verificare la regolarità dell’abbattimento e distruzione degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse di suini, nonché le procedure di disinfezione svolte sotto il controllo della Asl competente.
Comprensibile dunque il carattere di urgenza del Decreto legge n.9 del 17 febbraio scorso appena entrato in vigore, che stabilisce gli interventi prioritari per il contenimento del virus della Psa.
Salgono a 39 i casi nel cinghiale
Per fortuna, malgrado l’aumento dei casi di positività alla Peste suina africana, il virus rimane contenuto nei cinghiali selvatici, ma soprattutto resta all’interno della zona infetta. I positivi sono 39 (dato aggiornato al 20 febbraio), tre in più rispetto all’aggiornamento precedente: 20 per ritrovamenti in Piemonte, 19 in Liguria. Le nuove positività sono state rilevate tutte in Piemonte, nel territorio dei comuni di Arquata Scrivia e di Montaldeo, in provincia di Alessandria. Precedentemente, un primo ritrovamento anche nel comune di Campomorone (in provincia di Genova), fino al 16 febbraio scorso ancora senza casi, che si trova sempre all’interno dell’area infetta. Campomorone confina con Mignanego, dov’erano state rilevate quattro positività. Quattro le positività anche per il comune di Rossiglione dal 15 febbraio, sempre in provincia di Genova.
La comunicazione è divulgata dall’Osservatorio epidemiologico dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d’Aosta.
Per seguire gli aggiornamenti sulle positività alla Psa, clicca qui
Le prime iniziative delle Regioni
Regione Lombardia
Con pubblicazione sul Bollettino ufficiale regione Lombardia (Burl) di venerdì 14 gennaio 2022, è stata sospesa sull’intero territorio della provincia di Pavia l’attività venatoria vagante con l’ausilio del cane, l’attività venatoria collettiva al cinghiale (braccata e girata) e l’attività di controllo del cinghiale eseguita in modalità collettiva, ove prevista. La decisione è stata ritenuta necessaria al fine di prevenire la diffusione dell’infezione nell’intero territorio regionale, per salvaguardare l’importante filiera suinicola lombarda.
Regione Emilia-Romagna
Sull’Appennino modenese e bolognese sono stati utilizzati per la prima volta i droni per individuare eventuali cinghiali morti: una iniziativa di prevenzione come quelle già organizzate a Piacenza e a Parma e in procinto di partire anche a Reggio Emilia.
Nel frattempo, si prosegue con la mappatura precisa delle zone a rischio ma, finora, in Emilia-Romagna non sono stati rinvenuti cinghiali positivi al controllo per la Peste suina africana. Secondo disposizioni regionali, oltre alle restrizioni nel territorio dei 10 km confinanti con la zona infetta, nell’intero territorio regionale negli allevamenti semi-bradi devono essere presenti strutture che garantiscono l’effettiva separazione con i suini selvatici. Se ciò non è possibile, gli animali devono essere trasferiti e trattenuti all’interno di un edificio dell’azienda. In caso contrario, si provvede alla loro macellazione ed al divieto di ripopolamento. I suini detenuti negli allevamenti familiari sono invece già stati macellati entro il mese di gennaio, con conseguente divieto di ripopolamento fino alla revoca della zona infetta.
Regione Toscana
Con ordinanza della giunta regionale del 18 gennaio appena trascorso, la regione Toscana dispone nei Comuni della Provincia di Massa Carrara i seguenti provvedimenti:
- la sospensione dell’attività venatoria vagante con l’ausilio del cane e collettiva al cinghiale, e attività di controllo e contenimento della specie cinghiale eseguita in modalità collettiva;
- il rafforzamento della sorveglianza passiva attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale (prioritariamente nella Provincia di Massa Carrara ma non solo);
- incoraggiare ed accelerare la macellazione dei suini negli allevamenti familiari;
- intensificare e rafforzare la vigilanza sulle movimentazioni degli animali sensibili;
- intensificare e rafforzare la vigilanza e la verifica delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti.