I costi sanitari sommano le spese sostenute per la prevenzione (vaccini e sostanze utilizzate per la condotta di allevamento) e quelle per gli interventi curativi (antibiotici, antinfiammatori, altri prodotti con finalità terapeutica, ecc.).
Un’inchiesta condotta all’interno di 65 allevamenti francesi, situati in Bretagna, è andata a misurare le spese sanitarie complessive per l’anno 2013. Dai risultati, che sono riassunti in tabella 1, emergono due tendenze principali:
1) le spese sanitarie (espresse in €/100 kg di carcassa) sono in diminuzione;
2) del totale di queste spese, quelle rivolte alla prevenzione continuano ad aumentare (attualmente rappresentano il 67%).
Variabilità elevata
Se la media del campione intervistato è pari a 5,58 €/100 kg di carcassa, occorre dire anche che la variabilità tra le aziende è comunque importante e va da 1,49 a 9,65 €/100 kg di carcassa (Fig. 1). Quello che però interessa maggiormente allevatori e addetti ai lavori è la trasformazione del dato in €/scrofa presente che per il valore medio precedentemente indicato diventa pari a 110 €/scrofa e permette paragoni anche con la realtà nazionale.
Altro aspetto di sicuro interesse è l’analisi di come si suddividono le spese sanitarie in funzione della categoria di animali: 46% sono attribuibili ai suinetti, 46% alle scrofe, 6% ai suini grassi (Fig. 2).
Come ci si poteva attendere, le spese cosiddette preventive per le scrofe sono nettamente preponderanti e rappresentano l’84% del totale, mentre per i suinetti sono pari al 58% e soltanto il 9% per i suini grassi. Rispetto al 2008 le spese sanitarie per suinetti e suini grassi sono diminuite mentre sulle scrofe si è registrata una tendenza all’aumento soprattutto per il maggior ricorso ai vaccini.
Le vaccinazioni
Come già ricordato e logico aspettarsi, le spese legate alle vaccinazioni sono aumentate in modo importante nel periodo che va dal 2005 al 2013 quando sono passate dal 37 al 48% sul totale delle spese sanitarie dei cicli chiusi francesi.
Le scrofe costituiscono la categoria di animali in cui l’incidenza delle spese vaccinali è maggiore (1,38 €/100 kg di carcassa).
Nello specifico, cinque vaccinazioni sono diffuse su oltre il 70% delle aziende d’oltralpe, si tratta di:
1) Parvo + Mal Rosso 97%;
2) Mycoplasma 89%;
3) Coli 78%;
4) PRRS 72%;
5) Rinite atrofica 70%.
La vaccinazione contro il Circovirus è utilizzata nel 63% degli allevamenti. Le scrofe assorbono il 52% delle spese vaccinali complessive (1,38 €/100 kg di carcassa) e per la prima volta da quando questa inchiesta annuale è stata istituita, le spese per vaccinazioni sui riproduttori superano quelle analoghe sostenute per i suinetti che invece si presentano in calo (1,28 €/100 kg di car carcassa), mentre nessun vaccino è somministrato ai suini all’ingrasso. In tabella 2 si presenta nel dettaglio come si sono evoluti gli interventi vaccinali per tipologia, negli allevamenti che hanno partecipato alla medesima inchiesta nel 2008 e nel 2005.
Interventi curativi
Se le spese fatte in prevenzione sono aumentate soprattutto per effetto dei vaccini somministrati alle scrofe, si può dire che il trend delle spese “curative” è fortemente in ribasso e rispetto al 2008 sono calate del 31% con una diminuzione di 0,57 €/100 kg di carcassa per le medicazioni (siano esse nel mangime o nell’acqua da bere) e 0,25 €/100 kg di carcassa per gli iniettabili.
Ovviamente gli antibiotici la fanno da padrone sia nella categoria delle medicazioni (83% sul totale) e degli iniettabili (74% sul totale). In tabella 3 si presenta come si suddividono le spese curative tra antibiotici ed antinfiammatori.
Alcune considerazioni interessanti
Per poter approfondire l’analisi, gli allevamenti sono stati classificati sulla base delle spese sanitarie totali e successivamente si è paragonato il terzo degli allevamenti a minori spese con il terzo degli allevamenti in cui si registrano le spese più elevate.
La media delle spese sanitarie negli allevamenti del terzo più virtuoso è stata pari a 3,11 €/100 kg di carcassa contro 8,07 €/100 kg di carcassa per la categoria di allevamenti a costi maggiori. In tabella 4 si possono apprezzare nel dettaglio le differenze tra le due tipologie di allevamenti (a spese sanitarie basse vs spese sanitarie elevate).
Questa differenza di 4,96 €/100 kg di carcassa, rappresenta un’economia potenziale di 99 €/scrofa che in totale, su un allevamento di 500 scrofe, può significare un maggiore risparmio di quasi 50 mila € annui.
Come è logico attendersi le aziende che spendono di più per la sanità dei propri suini, hanno una forte incidenza di entrambe le voci di spesa (preventive e curative) quale che sia la categoria di animali analizzata. In generale negli allevamenti con spese sanitarie più elevate si riscontrano maggiori problematiche negli ingrassi legati a patologie respiratorie, inoltre gli allevatori dichiarano di non vuotare sistematicamente le fosse nei capannoni di ingrasso tra un ciclo e l’altro a differenza di coloro che hanno le spese inferiori e affermano di vuotare sempre le fosse tra un ciclo e l’altro.
I ricercatori francesi però commentano che il campione è troppo ristretto per evidenziare se effettivamente ci siano relazioni tra pratiche di allevamento e livello di spese sanitarie. Ciò che emerge dall’indagine, peraltro confermato da altri studi, è che non sembrano esserci relazioni tra spese per sanità e fattori quali dimensione dell’allevamento, una determinata condotta in bande, età allo svezzamento e performance di allevamento.
L’ultima considerazione è rivolta alle spese per vaccinazioni. Infatti, se da un lato le spese sanitarie si sono andate riducendo nel corso degli anni, oggi occorre monitorare i costi legati alle vaccinazioni, unica voce che per ovvi motivi è andata in controtendenza, ma per la quale è necessario mantenere comunque uno spirito critico valutando di volta in volta se il ricorso a una vaccinazione o l’altra sia effettivamente giustificato.
CLASSIFICAZIONE
Le spese preventive si compongono di vaccini e prodotti collegati alla condotta di allevamento come ad esempio ormoni, antiparassitari, prodotti sedativi, vitamine, ecc.
Le spese curative raggruppano le sostanze medicamentose che possono essere aggiunte al mangime e/o all’acqua di bevanda, gli antibiotici e gli antinfiammatori iniettabili.