È positivo l’andamento a settembre del mercato dei suini. Il prezzo medio mensile dei capi pesanti da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,582 euro/kg, per un +3% su agosto, ma con una variazione tendenziale fortemente negativa e pari a -10,5%.
Per quanto invece riguarda le quotazioni dei suini da macello destinati al circuito non tutelato, sempre a settembre si è arrivati a 1,449 euro/kg (prezzo a peso vivo); anche in questo caso la variazione congiunturale è positiva (+3,2%) mentre quella tendenziale è sfavorevole (-6,9%). Per i capi di peso 144-152 kg e 152-160 kg le variazioni su agosto sono state del +3%, con prezzi rispettivamente pari a 1,492 euro/kg e 1,522 euro/kg (sempre a peso vivo).
Calano ancora le quotazioni dei suini da allevamento, che toccano i valori medi mensili più bassi da dicembre del 2016. Per gli animali di peso 30 kg il dato di settembre è stato pari a 2,411 euro/kg (-9% rispetto al mese precedente), mentre per quelli di peso 7 kg il prezzo medio mensile si è fermato a 46,813 euro/capo (-8,7%). Rispetto allo scorso anno tali valori risultano inferiori rispettivamente del 22% e del 12,5%
La combinazione favorevole di costi alimentari in discesa e prezzi dei prodotti in aumento ha determinato, a settembre, un incremento della redditività della suinicoltura italiana. L’indice Crefis segna infatti +4,3% su agosto (dato congiunturale); ciò non toglie che rispetto al settembre 2017 (dunque il dato tendenziale, che elimina gli effetti stagionali) la variazione sia negativa (-7,8%).
L’andamento dei tagli freschi
A settembre i prezzi dei tagli freschi di carne suina hanno subito una flessione. A cominciare dal lombo taglio Padova, il cui prezzo è calato a 3,700 euro/kg per una variazione congiunturale del -7,7%. È invece salito, sempre a settembre, il prezzo della coscia fresca pesante per crudo tipico che ha quotato 4,658 euro/kg, che si traduce in +1,6% in termini congiunturali ma -15,2% in termini tendenziali.
Positivo anche l’andamento a settembre dei prezzi delle cosce fresche destinate a produzioni non tipiche che raggiungono valori che non si riscontravano da dicembre del 2017. La coscia pesante ha infatti quotato 3,890 euro/kg, e cioè l’1,7% in più su agosto; rimane però da evidenziare un -8,7% su settembre 2017.
Questa dinamica di mercato ha determinato un calo a settembre della redditività dell’industria di macellazione dei suini, con l’indice Crefis che scende del 5,1% su agosto, rimanendo tuttavia del 6,1% superiore al dato di settembre dell’anno scorso. Oltre al calo del prezzo dei prodotti freschi (lombi in primis) a gravare sulla perfomance economica della macellazione è stato l’incremento dei costi per l’approvvigionamento dei suini da macellare.
Prosciutto di Parma e di San Daniele
Risulta negativa, sempre a settembre, anche la fase economica della stagionatura dei prosciutti.
A incidere è soprattutto la quotazione del Prosciutto di Parma pesante che a settembre ha raggiunto 9,356 euro/kg (-0,5% la variazione congiunturale e -11,3% la variazione tendenziale); ma anche quella dei prosciutti generici pesanti i cui valori sono scesi a 6,500 euro/kg (-2,3% su agosto e -10,3% su settembre 2017).
Ne risente così la redditività dei dop pesanti stagionati che scende del 2,5% su agosto; una variazione che in termini tendenziali arriva a -17,3%. Non buoni anche i dati di redditività dei prosciutti non tipici: -1,7% a livello congiunturale e -1,6% su settembre 2017. Se la dinamica risulta negativa per entrambe le tipologie di prosciutto, l’intensità diversificata ha come conseguenza che, dopo molto tempo, il gap di redditività torna a svantaggio del prodotto tipico.
Prezzi suini italiani: settembre 2018 | |||
Cun suini e suinetti |
Medie mensili (€/kg) settembre 2018 |
Variazioni % |
|
set. 2018/ |
set. 2018/ |
||
Suini da macello - circuito tutelato | |||
144-152 kg |
1,492 |
+3,2 |
-11,1 |
152-160 kg |
1,522 |
+3,1 |
-10,9 |
160-176 kg |
1,582 |
+3,0 |
-10,5 |
Suini da macello - circuito non tutelato | |||
90-115 kg |
1,299 |
+3,5 |
-7,6 |
144-152 kg |
1,359 |
+3,4 |
-7,3 |
152-160 kg |
1,389 |
+3,3 |
-7,2 |
160-176 kg |
1,449 |
+3,2 |
-6,9 |
Suinetti | |||
7 kg (euro/capo) |
46,813 |
-8,7 |
-12,5 |
30 kg |
2,411 |
-9,0 |
-22,0 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini da macello e da allevamento |
I fattori della produzione
Sul mercato di Milano, il prezzo del mais nazionale è diminuito a settembre del 4,4% in termini congiunturali, mentre quello del mais comunitario del 3,8%, con valori medi mensili rispettivamente di 185,0 e 193,1 euro/t.
In calo anche il prezzo del cereale francese (-5,5%), che è stato scambiato a 179,3 euro/t, così come un trend al ribasso ha caratterizzato il mercato statunitense (-5,4%), dove il mais ha raggiunto i 133,1 euro/t. Le variazioni tendenziali sono risultate positive per tutte le piazze considerate.
Alla borsa merci di Milano, la soia nazionale non è stata quotata, mentre si è avuto un decremento per il prodotto estero (-5,7%), ora scambiato a 336,5 euro/t.
Variazioni congiunturali negative si sono registrate anche negli Stati Uniti (-8%) e in Brasile (-0,2%) con i dati rispettivamente pari a 264,4 e 307,8 euro/t. Le variazioni tendenziali sono risultate positive per il prodotto brasiliano, negative per gli altri paesi considerati.
A settembre, i prezzi dell’orzo scambiato a Milano sono cresciuti dell’1,7% in termini congiunturali per il prodotto nazionale, il cui prezzo medio è arrivato a 202,0 euro/t, mentre il prodotto comunitario è aumentato dell’1,6% con un prezzo medio di 219,9 euro/t.
In calo, invece, il mercato francese (-3,9%) dove il prezzo dell’orzo ha raggiunto i 203,8 euro/t e il cereale scambiato sul mercato statunitense che continua a scendere (-7,6%) e registra ora un prezzo di 102,4 euro/t. Positive le variazioni tendenziali per tutte le piazze considerate.
Cos’è l’indice di redditività Crefis
Gli indici Crefis sono finalizzati al calcolo e al monitoraggio della redditività delle principali fasi della filiera suinicola italiana.
Volutamente intuitivi e aggiornabili su base mensile, sono calcolati tramite rapportando il prezzo dei principali output di una determinata fase produttiva e quello dei principali input: tanto più è elevato il valore dell’indice, tanto maggiore è la redditività.
In particolare, l’Indice Crefis di redditività dell’allevamento viene calcolato attraverso il rapporto tra il prezzo del suino pesante (principale output) e una media ponderata dei prezzi dei principali input, in particolare mais e soia, impiegati nell’intero periodo di allevamento.
L’indice, quindi, esprime sinteticamente la redditività dei suini macellati nel mese per il quale l’indice è calcolato, e fornisce all’allevatore un’immediata percezione, ovviamente in termini di media, di quanto sta rendendo la sua attività quotidiana e di quale sia l’andamento rispetto ai mesi precedenti.
L'articolo completo di tabelle è pubblicato sulla Rivista di Suinicoltura n. 9/2018