La seconda edizione dell’ “Atlante delle razze autoctone” Bovini, equini, ovicaprini, suini allevati in Italia di Daniele Bigi e Alessio Zanon (2020) cavalca l’onda del grande successo della prima edizione pubblicata nel 2008. Un testo dedicato alla biodiversità zootecnica e che vuole contribuire a diffondere e accrescere la consapevolezza del ruolo insostituibile svolto dall’allevamento delle razze autoctone in Italia nel mantenimento della biodiversità agraria, degli equilibri ecologici, delle tradizioni, delle economie di nicchia basate sui prodotti tipici da esse derivati.
L’edizione 2020 mantiene gli stessi presupposti, portando però nuove informazioni, che riguardano in primo luogo nuove razze, una decina, che sono state individuate in questo ultimo periodo. Oltre a un completo aggiornamento delle consistenze numeriche delle diverse razze, il volume offre l’occasione per una valutazione sul loro stato attuale e sulla loro evoluzione nell’arco dell’ultimo decennio.
Daniele Bigi, coautore dell’opera, ci racconta tutte le novità che coinvolgono la specie suina.
Professor Bigi, qual è il motivo principale che vi ha spinti a scrivere la seconda edizione dell’Atlante delle razze Autoctone?
«Abbiamo deciso di pubblicare la seconda edizione di questo libro con l’obiettivo di aggiornare la situazione relativa alla biodiversità delle razze autoctone italiane che è in costante evoluzione. A distanza di dieci anni circa abbiamo ritenuto fondamentale fare il punto su quello che è cambiato.
Consistenza delle razze suine autoctone in Italia iscritte al Registro anagrafico, confronto tra il 2008 e il 2028 | ||
Razza | 2008 | 2018 |
Apulo-Calabrese | 499 | 4058 |
Casertana | 594 | 750 |
Cinta Senese | 2867 | 2191 |
Mora Romagnola | 1288 | 726 |
Nero Siciliano | 1233 | 5504 |
Sardo | 80 | 480 |
Questo ci ha permesso di considerare, per molte delle specie prese in considerazione, nuove razze che in passato non erano state descritte. Per quanto riguarda la specie suina, alle razze autoctone Romagnola, Cinta Senese, Casertana, Apulo-Calabrese, Nera Siciliana e Sarda, è stata aggiunta una scheda riguardante il Nero di Parma, che rappresenta un interessante esempio di ricostruzione di una razza, la Nera Parmigiana o Reggiana, ritenuta estinta. Il suino Nero di Parma, inizialmente iscritto da Anas al Registro degli ibridi, oggi è riconosciuto come razza ricostituita».
A proposito di consistenza degli allevamenti, ci sono novità rispetto al 2008?
«Parecchie. I dati delle consistenze riportati nella nuova edizione - datati 2018 - ci consentono di fare un confronto con la numerosità dei capi registrati nel 2008. A distanza di dieci anni - continua l’esperto - si osserva un significativo aumento del numero di capi iscritti al Registro anagrafico per quanto riguarda le razze Nera Siciliana, Apulo-Calabrese e Sarda. In particolare, l’Apulo-Calabrese nel 2008 contava 499 soggetti iscritti (tra giovani e adulti destinati alla riproduzione), nel 2018 ben 4058. La Nera Siciliana da 1233 a 5504 e la Sarda da 80 a 480 soggetti iscritti (vedi tabella in alto). Per quanto riguarda invece Cinta Senese, Mora Romagnola e Casertana, i dati si presentanto pressoché costanti.
Questo grande successo delle razze autoctone del sud – racconta Bigi - si spiega con la capacità, in quelle regioni, di valorizzare le razze con la produzione di tipicità e l’uso di marchi che offrono al consumatore la garanzia di comprare prodotti ad alto valore aggiunto. Il consumatore infatti è sempre più sensibile nei confronti del sistema di allevamento impiegato, e allevare razze autoctone – chiarisce Bigi – vuol dire spesso sistemi semibradi, ovvero, sistemi di allevamento rispettosi del benessere animale e che prevedono tecniche avanzate. Sono infatti previsti ricoveri, capannine, divisione in settori (maternità, svezzamento, ingrasso, ecc.), recinzioni, alimentazione razionale (con mangiatoie e abbeveratoi), spazi molto più ampi e vita all’aperto. Un sistema di allevamento moderno e razionale quindi, che consente di ottenere risultati zootecnici superiori rispetto ai tempi naturali di accrescimento degli animali (allevamento brado) ma maggiore benessere dell’animale rispetto agli allevamenti intensivi».
Professor Bigi, sono previsti premi pubblici che ripagano l’impegno degli allevatori di razze locali?
«Sì, esistono premi e aiuti per chi alleva razze autoctone, ma personalmente sono convinto che quello che premia questi allevatori sia il consumatore, disposto a spendere di più per un prodotto con determinate caratteristiche».
Come è strutturato il volume?
«L’opera si apre con una introduzione generale sui concetti di razza, di biodiversità e su quello che concretamente è stato fatto in Italia dagli anni 70 a oggi. Seguono introduzioni più specifiche per ogni specie animale descritta (bovini, equini, suini, ovini, caprini e bufalo) trattando nello specifico la loro domesticazione e il quadro storico della presenza di questi animali in Italia.
Si passa infine alla formazione delle razze, situazione presente e passata di ogni singola razza. In particolare – precisa l’esperto – all’interno della scheda di ogni singola razza si trovano informazioni relative a: diffusione e consistenza, aree geografiche, caratteristiche morfologiche, caratteristiche produttive e riproduttive, sistema di allevamento, un giudizio sulle prospettive future, box sulle produzioni tipiche legate ad alcune razze e, quando presenti, informazioni sulle associazioni e le organizzazioni che si prendono cura di queste razze»
A chi si rivolge il testo?
«L’Atlante delle razze autoctone si rivolge a un pubblico ampio, fatto di addetti ai lavori, di accademici, di studenti, ma anche alle aziende agrituristiche e alle fattorie didattiche. Per ogni razza si racconta la storia, le origini, ci sono foto e approfondimenti su prodotti tipici. Il libro quindi è adatto anche a chi questi argomenti li conosce solo marginalmente e ha il desiderio di approfondire. La prima edizione – aggiunge Bigi - ha avuto un grande successo e una risposta molto positiva, spero sia lo stesso anche per la seconda».
La presentazione del libro a Fieragricola Verona
La presentazione del libro avverrà presso l’Area Forum del padiglione 11, venerdì 31 gennaio alle ore 16.00.
Parteciperà il presidente dell’Associazione italiana allevatori, Aia, Roberto Nocentini.