Audit Ue positivo, ma senza abbassare la guardia

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Il webinar nazionale sulla peste suina africana ha evidenziato progressi in Lombardia ed Emilia-Romagna: nessun focolaio estivo, riduzione delle zone rosse e rafforzamento della biosicurezza

Il 1° ottobre, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ha riunito tecnici, allevatori e istituzioni nel webinar “Emergenza Psa: risultati dell’audit UE ed aggiornamenti in materia di zone di restrizione”.
Un appuntamento che condiviso, finalmente, segnali positivi: nessun focolaio estivo, riduzione delle zone rosse in Lombardia e progressi in Emilia-Romagna.

Incoraggianti anche i primi riscontri emersi dall’audit europeo di settembre, tuttavia il Commissario Straordinario alla Psa Giovanni Filippini ha più volte ribadito che “La Psa è in continua evoluzione, dobbiamo anticiparne le mosse. I progressi sono enormi, ma le criticità nei comportamenti quotidiani ci ricordano che non possiamo abbassare la guardia”.

L’audit Ue, promossi con riserva

Filippini ha ricordato come la missione europea abbia «certificato la solidità del sistema italiano sia sul domestico che sul selvatico». Un risultato che restituisce credibilità al comparto e mantiene aperti i mercati internazionali, ma che richiede continui aggiustamenti. «L’audit – ha proseguito - ha evidenziato progressi sulla biosicurezza, ma anche aspetti che faticano a entrare nella quotidianità degli allevamenti. Alcune criticità gestionali richiedono maggiore attenzione e consapevolezza, soprattutto nelle aree filtro tra zona pulita e sporca».

La Commissione europea ha chiesto relazioni preventive entro 60 giorni sui piani di mitigazione per le aree limitrofe, segno che la partita resta aperta.

Tra gli aspetti più rilevanti emersi dal webinar:

  • nessun focolaio estivo tra i suini allevati, nonostante la stagione più critica per la diffusione;
  • uso massiccio di cani molecolari per la ricerca di carcasse, che ha ridotto drasticamente i tempi di intervento;
  • riduzione media del 15-25% della densità suinicola nelle zone filtro, grazie al depopolamento controllato;
  • avvio del progetto della cosiddetta “linea gotica sanitaria”: una barriera strategica lungo la direttrice ferroviaria da Lucca a Bologna per contenere l’avanzata del virus dal centro Italia.

Dal confronto con i territori è emerso un quadro a due velocità.

Lombardia: un anno senza positività nei cinghiali

Mario Chiari sub commissario nazionale alla Psa ha presentato i risultati ottenuti in Lombardia: un anno senza nuovi casi nei cinghiali, grazie a depopolamento mirato, ricerca carcasse (anche con l’esercito) e chiusura dei sottopassi autostradali.
«Da dicembre 2024 - ha sottolineato - solo in regione Lombardia, sono stati perlustrati più di 800 km quadrati. Questi dati hanno permesso alla Regione di avanzare richiesta di riduzione delle zone di restrizione alla Commissione europea. Continuando a lavorare insieme, veterinari ufficiali, veterinari libero-professionisti, allevatori, polizie provinciali, enti parco, cacciatori, possiamo riuscire a ridurre ulteriormente le zone di restrizione – ha concluso - riducendo il rischio per gli allevamenti».

Elementi su cui si è basata la proposta di riclassificazione delle zone di restrizione in Lombardia
SUINI
Principali attività svolte Anno 2023 Anno 2024 Anno 2025 (al 1° ottobre)
Allevamenti campionati 1.362 748 490
Campioni eseguiti 17.150 16.207 11.234
Focolai gestiti 9 21 0
Deroghe gestite e visite cliniche 73 2.894 5.608
Controlli biosicurezza 821 1.015 1.007
CINGHIALI
Campioni eseguiti 1.726 2.284 1.367
Animali positivi 26 231 92
Fonte: presentazione di Mario Chiari
I dati aggiornati sono reperibili sul sito dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, nel collegamento dedicato alla sezione Psa_Attività di Sorveglianza

Emilia-Romagna, declassamenti nel Piacentino

A Cosimo Palladini, anch’egli sub commissario nazionale, il compito di presentare il focus sui dati della Regione Emilia-Romagna, più modesti rispetto a quelli della vicina Lombardia.
«Gli allevatori hanno subito misure pesanti, ma la sinergia di tutti ha portato benefici tangibili. La parola d’ordine resta non abbassare la guardia», ha dichiarato. Palladini ha ricordato i progressi ottenuti con il declassamento di comuni come Monticelli, Villanova, ora indenni, e il passaggio da Zona II a Zona I di Calendasco e di parte del comune di Piacenza.

La biosicurezza: cultura, non solo regole

Francesco Maraschi, dirigente dell’Unità organizzativa veterinaria della Regione Lombardia, ha ribadito che la biosicurezza non è un obbligo burocratico, «è lo strumento più importante che abbiamo, e va applicato ogni giorno, in ogni gesto dentro l’allevamento».

Stefano Benedetti, direttore dell’area sanità veterinaria e igiene degli alimenti della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato il ruolo centrale anche della filiera a valle, «dal mondo della trasformazione alle imprese che si sono adeguate alle nuove regole».

I numeri chiave del webinar

  • 0: focolai estivi in allevamento
  • +15-25%: riduzione densità suinicola nelle zone filtro
  • 60 giorni: termine chiesto dall’UE per relazioni preventive
  • 11,1 milioni €: fondi erogati dall’Emilia-Romagna per biosicurezza
  • 1 anno: senza positività nei cinghiali in Lombardia

«Modificheremo rapidamente l’ordinanza 4 – ha precisato Filippini -. Continueremo a proteggere gli allevamenti andando a togliere le carcasse. Abbiamo perlustrato attorno a tutti gli allevamenti con più di 500 suini con i cani molecolari per togliere tutte le carcasse. Questo non è l’unico elemento che ha portato al miglioramento della situazione, ma sicuramente è risultato essere uno degli aspetti che ci hanno aiutato. Abbiamo ottenuto risultati importanti, ma la strada è ancora lunga», ha concluso il commissario, annunciando la revisione dell’ultima ordinanza alla luce dell’evoluzione dell’epidemia e il progetto della cosiddetta “linea gotica” – una barriera strategica lungo la direttrice ferroviaria da Lucca a Bologna – per contenere l’avanzata del virus nel centro Italia.

Il webinar ha mostrato un’Italia che ha recuperato terreno, guadagnando fiducia a Bruxelles e nella filiera. L’impegno si gioca su più fronti:

  • sorveglianza negli allevamenti,
  • rimozione rapida delle carcasse con l’ausilio di cani molecolari,
  • depopolamento mirato dei cinghiali
  • e un maggiore coinvolgimento dei cacciatori.

Una sfida che non riguarda solo gli allevatori, ma l’intera filiera, dalle istituzioni ai trasformatori: perché la Psa resta una minaccia viva, capace di riaccendersi rapidamente e l’unico modo per fermarlo è riuscire a stare un passo avanti.

L’impegno della Regione Emilia-Romagna

Nel comunicato diffuso in concomitanza con il webinar, gli assessori Massimo Fabi e Alessio Mammi hanno parlato di «un risultato che testimonia l’impegno e la responsabilità diffusa lungo tutta la filiera», annunciando la volontà di continuare a lavorare con il commissario straordinario e con i territori “per proteggere gli allevamenti e salvaguardare un comparto che rappresenta un’eccellenza dell’agroalimentare nazionale”.
La Regione ha ricordato gli oltre 11 milioni di euro già investiti a sostegno delle aziende, l’estensione dei periodi di caccia al cinghiale e la creazione dei Gruppi Operativi Territoriali (GOT) come presidio costante sul territorio.


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Audit Ue positivo, ma senza abbassare la guardia - Ultima modifica: 2025-10-15T13:04:37+02:00 da Laura Della Giovampaola

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