Gli allevamenti suinicoli sono alla ricerca di soluzioni alternative e meno costose per la climatizzazione delle porcilaie. «Le tante piccole aziende che operano in Campania – spiega Ruggiero Rivellini, consulente del settore – ricorrono all’energia elettrica per riscaldare gli ambienti di allevamento. Si tratta di una soluzione costosa che incide in misura non irrilevante sui costi di produzione aziendali».
Il riscaldamento è particolarmente oneroso nella sala parto, dove è necessario garantire ai piccoli nati una temperatura di 28-30 °C. «Nell’ambiente è sufficiente avere valori termici di 22-23 °C – spiega Rivellini – ma i suinetti hanno bisogno di maggiore caldo. Solitamente per riscaldare gli ambienti si ricorre all’impiego di pompe di calore che immettono aria calda oppure a impianti ad acqua calda con tubature e termosifoni nei quali scorre il liquido riscaldato».
Per la sala parto, invece, è necessario un ulteriore impianto di riscaldamento. «Si possono impiegare lampade a raggi infrarossi oppure tappetini riscaldati mediante serpentine elettriche. In ogni caso l’energia impiegata è quella elettrica» conclude il consulente.
Biogas al sud
Gli allevatori sono alla ricerca di soluzioni meno onerose: nel caso di allevamenti di grande dimensione si inizia anche al sud a prendere in considerazione l’impiego del biogas.
«Il progetto del nostro nuovo allevamento – racconta Michelangelo Amodio, allevatore napoletano – prevede l’utilizzo dei liquami che saranno riconvertiti in biogas. Per questa soluzione, inoltre, sussistono gli incentivi previsti per l’impiego di energia alternativa. Non sembra conveniente, invece, l’adozione di sistemi riscaldamento che utilizzano biomasse poiché l’approvvigionamento risulta non sempre agevole e non poco oneroso. Diversamente, le piccole aziende stanno sperimentando sistemi di riscaldamento innovativi come, ad esempio, l’impiego di scambiatori di calore».
Si tratta di sistemi in cui lo scambio di calore avviene attraverso piastre di acciaio inox. «Il sistema – aggiunge Rivellini – dispone di un efficiente compressore a pistone o scroll (secondo il modello). È dotato di un controllo di gestione elettronico in grado di massimizzare il rendimento di tutti i componenti. Un fluido refrigerante circola all’interno del pannello termodinamico, raccoglie l’energia dell’ambiente circostante, anche di notte, cambiando di stato da fluido a gassoso».
Stress da caldo
L’altro aspetto che riguarda la climatizzazione delle porcilaie è il controllo delle alte temperature del periodo estivo. Quello dello stress da caldoè un fenomeno che si manifesta nella stagione estiva e che induce gli animali ad abbassare la propria temperatura corporea. «Gli eccessi termici si riflettono anche sui comportamenti alimentari che sono interessati e alterati in seguito allo stress – continua l’allevatore campano –. Gli animali ingeriscono meno cibo per diminuire la quantità di calorie e questo provoca un dimagrimento nei suini da ingrasso e una minore produzione di latte per le scrofe. Naturalmente questo squilibrio si riflette sui piccoli, più deboli e soggetti ad ammalarsi».
La temperatura all’interno dell’ambiente non dovrebbe superare i 27-28 °C, ciò si verifica solitamente in Campania a partire da aprile – maggio.
«Il sistema migliore e più economico per contenere gli elevati livelli termici – spiega Lauro De Gennaro, proprietario di un allevamento di suini a Bacoli, in provincia di Napoli – è rappresentato dal cooling system. L’impiego di questo sistema, che si basa sulla ventilazione forzata di aria umida, consente di ridurre la temperatura in funzione dei valori di umidità relativa presenti nell’allevamento. Alla presenza di valori bassi è possibile ridurre i valori termici anche di 10 °C, sottraendo calore tramite la ventilazione forzata di aria umida».
Nel caso si utilizzi il cooling system, è, comunque, consigliato pulire il sistema facendo passare all’interno dei pannelli acido cloridrico o solforico oppure perossido d’idrogeno (acqua ossigenata). «Non va trascurata – conclude Rivellini – la movimentazione dell’aria all’interno di locali. Infatti, il ristagno causa l’accumulo di anidride carbonica che può causare seri disturbi della respirazione agli animali».
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