Suini all’aperto: biosicurezza e fabbisogni d’innovazione

Gli allevamenti suinicoli bradi e semibradi sono sempre più diffusi in Italia: come ottimizzarne il management e l’efficienza produttiva? Per capirlo, il Crpa (Re) ha recentemente svolto un’indagine in Emilia-Romagna

L’allevamento all’aperto di suini si è diffuso in Italia, soprattutto per valorizzare razze autoctone e sfruttare terreni marginali, boschi cedui, prati e pascoli per la produzione di carni e salumi di alta qualità. Gli allevatori di suini all’aperto hanno visto aumentare le opportunità di commercializzazione dei loro prodotti di nicchia perché rispondono alla crescente preoccupazione dei consumatori per il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare. Tuttavia, la recente emergenza sanitaria dovuta ai casi di Peste suina africana riscontrati nei cinghiali a partire da gennaio 2020 in Piemonte, Liguria e Lazio, sta mettendo a repentaglio la gestione degli allevamenti suinicoli bradi e semibradi a causa del loro maggior rischio di contrarre la Psa attraverso il contatto con i selvatici. Nel 2019 si stimava la presenza in Emilia-Romagna di circa 200 allevamenti suinicoli allo stato semi-brado. La recente Determinazione n. 1190 del 25/01/2022 della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha previsto l’adozione di misure specifiche di prevenzione e controllo della Psa su tutto il territorio regionale e di misure più restrittive nell’area di 10 km della regione Emilia-Romagna confinante con la zona infetta. Quelle relative all’intero territorio regionale riguardano i criteri di biosicurezza, tra cui quelli di cui alla Delibera di Giunta regionale n. 1248/2008: “Linee guida per la gestione ed il controllo sanitario dell’allevamento di suini all’aperto. Criteri di biosicurezza”, all’Allegato II del Regolamento di esecuzione (Ue) 2021/605 e alle checklist nel sistema Classyfarm.it.

In materia di allevamento all’aperto, ha avuto inizio in marzo 2021 il Gruppo operativo per l’innovazione “Salcasa - Filiera corta sostenibile dei salumi e delle carni derivanti da suini all’aperto” (misura 16 Focus area 3A). Finanziato dal Psr dell’Emilia-Romagna, il progetto, che ha una durata di due anni, è coordinato da Crpa e vede la partecipazione di 3 allevamenti suinicoli semibradi, 2 aziende di trasformazione delle carni e di Dinamica scarl che ha in programma, dal 10 al 14 ottobre 2022, un viaggio di studio in Andalusia per visitare e incontrare allevatori, trasformatori, e rappresentati del Consorzio di tutela della Dop Los Pedroches, in collaborazione con l’Università di Cordoba; le iscrizioni sono aperte ai suinicoltori dell’Emilia-Romagna.

Obiettivi del progetto

Gli obiettivi del Goi Salcasa sono:

  • il miglioramento della sostenibilità della produzione suinicola dal punto di vista etico (benessere e salute animale), sociale (accettazione e inclusione sociali), ambientale ed economico, attraverso l’applicazione del nuovo protocollo di valutazione sviluppato nell’ambito del progetto europeo “SusPigSys”;
  • la riduzione dell’uso di antibiotici nella produzione suinicola attraverso il miglioramento delle condizioni di biosicurezza, per promuovere un utilizzo responsabile e mirato del farmaco;
  • il miglioramento della tracciabilità dei suini e dei prodotti che ne derivano, per monitorare e ottimizzare i processi di allevamento e di trasformazione e per veicolare al consumatore informazioni relative al processo produttivo e alle caratteristiche del prodotto.

Il Goi contempla un’azione preliminare per indagare i fabbisogni di innovazione per l’ottimizzazione della gestione zootecnica e dell’alimentazione dei suini, finalizzata al miglioramento dell’efficienza produttiva, e le soluzioni tecnologiche esistenti sul mercato per il riconoscimento individuale dei suini durante la fase di allevamento e per il tracciamento dei loro prodotti durante le fasi di trasformazione, lavorazione, stoccaggio, conservazione, confezionamento e commercializzazione.

Ulteriori azioni del Goi riguardano la sostenibilità della filiera delle carni suine da allevamenti suinicoli all’aperto, la gestione sanitaria e l’uso responsabile dell’antibiotico, l’ottimizzazione della gestione zootecnica e dell’alimentazione, la tracciabilità e la qualità delle carni e la commercializzazione dei prodotti e il gradimento del consumatore.

L’indagine preliminare

Per l’indagine rivolta agli allevamenti suinicoli all’aperto esistenti in Emilia-Romagna, sui fabbisogni d’innovazione per l’ottimizzazione del management e dell’alimentazione dei suini finalizzata al miglioramento dell’efficienza produttiva è stato sviluppato un questionario semi-strutturato con domande a risposta chiusa e aperta, riguardanti la percezione degli allevatori in merito ai loro fabbisogni d’innovazione zootecnica e al loro accesso alle conoscenze, alle tecnologie e ai servizi di consulenza tecnica. Il questionario è stato diffuso ad allevatori emiliano-romagnoli di suini all’aperto e a consulenti, veterinari aziendali e autorità competente, inviandolo per posta elettronica in formato Google Form. Oltre a informazioni di carattere generale è stato richiesto ai partecipanti di esprimere la loro opinione sotto forma di punteggio su scala “Likert” da 1 a 5, in merito alla necessità di introdurre innovazioni relative a 4 tematiche:

a) strutture d’allevamento e relativa gestione;
b) gestione igienico-sanitaria;
c) alimentazione dei suini;
d) genetica.

L’indagine è stata condotta dal 17 novembre 2021 al 17 febbraio 2022.

In tutto, 20 persone hanno partecipato al sondaggio, di cui 8 allevatori, 5 Veterinari dell’Autorità Competente, 5 tecnici consulenti (es. mangimisti) e 2 veterinari aziendali.

Caratteristiche aziendali

4 allevatori su 8 hanno allevamenti situati in fascia montana (oltre 700 m slm), 3 in fascia collinare (fra 301 e 700 m slm) ed uno solo si colloca in pianura (sotto 300 m slm).

Per quanto riguarda la tipologia di allevamento, 5 di essi sono a ciclo chiuso e 3 effettuano solo l’ingrasso. 6 allevatori su 8 allevano meno di 50 capi; 1 allevatore tra 50 e 200 suini e un altro più di 200 capi.

Per quanto riguarda il tipo di genetica utilizzata, 5 allevatori su 8 allevano suini di pura razza autoctona, 3 allevatori allevano suini di razze non autoctone ed un allevatore i relativi incroci.

Si riporta, a tal riguardo, che alla domanda “Ai fini dell’efficienza produttiva, quali razze ritieni che sia preferibile utilizzare?” tutti gli allevatori (8 su 8) hanno risposto “razze autoctone”.

Alla domanda relativa alle unità lavorative a tempo pieno (Ul) o frazioni di esse impiegate nel solo allevamento dei suini all’aperto, senza contare altre attività agricole e non agricole, 5 allevatori su 8 hanno risposto che utilizzano 1 Ul o frazione di essa, 2 allevatori che utilizzano più di 1 Ul e un allevatore non sa quanto lavoro viene impiegato per l’allevamento.

Per quanto riguarda la destinazione delle carni ottenute dall’allevamento all’aperto, 3 allevatori su 8 hanno dichiarato che le carni da loro prodotte vengono (almeno in parte) trasformate e commercializzate dall’azienda stessa, 2 allevatori che le loro carni vengono commercializzate da loro stessi previa trasformazione da parte di terzi e 3 allevatori che i loro suini vengono venduti senza alcun coinvolgimento dell’azienda nelle fasi di trasformazione e commercializzazione.

Strutture d’allevamento e relativa gestione

Ai fini dell’efficienza produttiva, gli intervistati hanno evidenziato una maggior priorità d’innovazione per i sistemi di distribuzione del mangime e dell’acqua di bevanda, per i quali 17 intervistati su 20 hanno attribuito il punteggio 4 (molto importante) o 5 (fondamentale).

Leggermente meno importanti, ma comunque prioritari, sono stati considerati i fabbisogni d’innovazione per: strutture di ricovero fisse con accesso all’aperto, strutture e attrezzature fisse o mobili per la cattura e il trattamento individuale dei suini (es. vaccinazione), sistemi di lotta allo stress da caldo (es. ombreggiamento, pozze, aspersione d’acqua) e la pianificazione dei tempi di permanenza/rotazione dei gruppi di animali nei diversi recinti. Il punteggio medio più basso è stato attribuito al fabbisogno d’innovazione per strutture di ricovero mobili (es. capannine); ciò evidenzierebbe un maggior interesse nei confronti di strutture fisse con accesso agli spazi all’aperto regolabile dall’allevatore in base alle condizioni climatiche, rispetto alle strutture mobili con accesso continuo all’aperto indipendentemente dalle condizioni climatiche.

Gestione igienico-sanitaria

A tutti gli aspetti di gestione igienico-sanitaria proposti sono stati attribuiti punteggi molto alti. Fra tutti, spiccano i sistemi e le procedure di biosicurezza e l’uso corretto dei farmaci antiparassitari. Si precisa che per la biosicurezza è stato espresso il punteggio massimo da parte di 15 intervistati su 20, a riprova della comune consapevolezza che essa sia fondamentale.

Alimentazione

I punteggi più elevati sono stati espressi per il fabbisogno d’innovazione nell’approvvigionamento e stoccaggio dei mangimi e nella formulazione di razioni specifiche per categoria produttiva. Minore importanza è stata espressa, invece, per il monitoraggio dell’accrescimento medio giornaliero e dell’indice di conversione alimentare (resa del mangime).

Genetica

La maggior parte degli intervistati (13 su 20) ritiene che siano da prediligere le razze autoctone per l’allevamento dei suini all’aperto; in 4 su 20 suggeriscono incroci specifici e solo 3 preferiscono l’utilizzo di razze non autoctone. Da notare che tutti gli 8 allevatori intervistati ritengono che le razze autoctone garantiscano maggiore efficienza produttiva nell’allevamento all’aperto, indipendentemente dalla genetica da loro utilizzata.

Le principali motivazioni di coloro che hanno suggerito le razze autoctone sono: la maggiore adattabilità, la tutela della biodiversità, la qualità delle carni e dei prodotti derivati, la richiesta del mercato e il maggiore valore aggiunto/marginalità.

Invece, le motivazioni degli intervistati che hanno suggerito le razze non autoctone sono state: la migliore redditività, la maggiore reperibilità sul mercato, il migliore indice di conversione alimentare e la possibilità di rientrare nel circuito Dop.

Infine, l’uso di incroci è stato suggerito per coniugare rusticità e redditività, ridurre i problemi di consanguineità e migliorare l’indice di convezione alimentare.

Altri fabbisogni

Fra i 20 intervistati, 15 ritengono che l’elenco delle innovazioni proposte sia esaustivo, mentre gli altri 5 hanno indicato come importanti per l’efficienza produttiva anche le seguenti tematiche d’innovazione:

  • il controllo numerico degli ungulati selvatici;
  • sistemi di identificazione degli animali ai fini della tracciabilità di carni e prodotti;
  • sistemi di certificazione dei prodotti derivati da animali allevati con tecniche “all’aperto”;
  • fare studi di approfondimento sulle caratteristiche e la qualità delle carni trasformate in funzione della tipologia di allevamento;
  • sistemi automatici per la distribuzione di paglia nei box;
  • particolare attenzione alla doppia recinzione per evitare contatti con animali esterni (selvatici e non).

In conclusione, l’indagine ha evidenziato che l’allevamento suinicolo all’aperto in Emilia-Romagna interessa realtà di piccole dimensioni, ubicate prevalentemente nell’area montana. Nella maggior parte dei casi, l’attività di allevamento risulta connessa a quella di commercializzazione dei prodotti trasformati in azienda o da terzi, a conferma del fatto che, al momento, esso sembra intercettare una specifica richiesta di mercato, che possiamo definire come “nicchia” o segmento commerciale e riferirla ad una certa tipologia di consumatore, che ricerca prodotti con un valore aggiunto di tipo “etico” e qualitativo. I principali fabbisogni d’innovazione per gli allevatori emiliano romagnoli di suini all’aperto non possono che riguardare innanzitutto l’attuazione di misure di biosicurezza in grado di contrastare la diffusione della Psa e senza le quali l’intero patrimonio salumiero e suinicolo regionale è attualmente in serio pericolo.

Suini all’aperto: biosicurezza e fabbisogni d’innovazione - Ultima modifica: 2022-06-20T16:50:26+02:00 da K4

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