Uso prudente degli antibiotici, l’aggiornamento

La revisione 2022 delle Linee guida e la nuova normativa europea introducono importanti novità sui trattamenti di massa, in particolare quelli con antibiotici, che non possono più essere effettuati a scopo profilattico

L’Area Sanità Veterinaria e Igiene degli Alimenti della Regione Emilia-Romagna ha emanato di recente una nota nella quale viene presentata ai veterinari pubblici e privati, agli allevatori e alle loro Associazioni, ai Consorzi, alle principali società scientifiche e a tutti gli altri operatori del settore la revisione delle Linee Guida per l’uso prudente degli antibiotici nell’allevamento suino. La prima versione di questo documento era stata condivisa con le altre regioni e diffusa nel 2018, insieme alle Linee guida per l’uso razionale e consapevole degli antibiotici nei bovini da latte e negli animali da compagnia; le linee guida costituiscono il risultato dell’attività di gruppi di lavoro multidisciplinari, composti da tecnici degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle Aziende Usl, dell’Università e da Veterinari Liberi Professionisti, sotto la supervisione del Centro Nazionale di Referenza per l’antibiotico resistenza (Crab). Anche la revisione 2022 delle linee guida è stata curata da un gruppo di lavoro specialistico, composto da veterinari del servizio pubblico (Regione, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Aziende Usl), da veterinari privati (liberi professionisti o dipendenti da filiere) e da docenti universitari ed è stata resa necessaria in seguito all’entrata in vigore, nel gennaio dell’anno corrente, di due nuovi importanti regolamenti europei, che limitano notevolmente l’utilizzo dei medicinali e dei mangimi medicati, soprattutto nei trattamenti di massa.

Cosa sono le linee guida

Le linee guida, in generale, sono documenti che hanno lo scopo di chiarire le migliori modalità di comportamento in determinati settori; possono richiamare diverse normative, ma non hanno carattere cosiddetto “cogente”, vale a dire che non sono previsti provvedimenti nei confronti di chi non segue le loro indicazioni. Nel caso specifico, hanno l’obiettivo di chiarire quali sono le migliori pratiche che allevatori e veterinari devono mettere in atto, con la finalità di ridurre il consumo di antibiotici e soprattutto di ottimizzare il loro utilizzo, per minimizzare l’insorgenza di un grave problema di tipo sanitario ed economico, quello dell’antibiotico resistenza.

Cosa si intende per antibiotico resistenza

L’antibiotico resistenza è la capacità di un batterio di resistere all’attività di un antibiotico; nella pratica, un’infezione batterica persiste anche se viene somministrato il farmaco. Anche se alcuni batteri possono essere resistenti in maniera naturale a determinati antibiotici grazie a meccanismi di difesa intrinseci, la resistenza diventa “acquisita” quando batteri, inizialmente sensibili, subiscono una modificazione che riduce la loro sensibilità o li rende insensibili al farmaco. Un uso eccessivo e improprio degli antibiotici favorisce l’insorgenza di questo fenomeno e, successivamente, a causa della loro velocità di replicazione, i batteri divenuti resistenti si moltiplicano e si diffondono rapidamente. Gli ambienti a maggior rischio di selezione sono quelli in cui si usa molto antibiotico (ad esempio gli ospedali, le residenze per anziani e gli allevamenti intensivi) ma, fortunatamente, è dimostrato che riducendo l’uso degli antibiotici è possibile ottenere una riconversione dei batteri, a causa della perdita dei geni di resistenza precedentemente acquisiti. Un’attività molto efficace di contrasto al grave problema dell’antibiotico resistenza consiste, quindi, semplicemente nella riduzione dell’utilizzo di antibiotici. Nel nostro Paese, nonostante ci sia stata una notevole diminuzione dell’utilizzo degli antibiotici nell’ultimo decennio, i consumi si mantengono ancora troppo elevati, sia in medicina umana che in veterinaria (vedi figura 2 e 3).

Cosa si intende per uso prudente

Utilizzare gli antibiotici secondo un uso prudente significa adottare delle modalità corrette di gestione, che tendano a diminuire, per quanto possibile, lo sviluppo di resistenze e a ottimizzare l’effetto terapeutico.
Le linee guida riportano una serie di principi basilari, ai quali veterinario, allevatore e tecnico aziendale si devono attenere, per garantire un uso razionale e consapevole degli antibiotici:
- intervenire solo quando la terapia antimicrobica è realmente necessaria, basando la scelta dell’antibiotico sull’efficacia terapeutica attesa: il principio attivo utilizzato deve essere efficace sul batterio in causa e deve essere in grado di raggiungere il luogo dell’infezione; per questo motivo nella somministrazione è fondamentale seguire scrupolosamente le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo (dose, frequenza, durata del trattamento, limitazione d’uso e tempo di sospensione);
- utilizzare l’antibiotico in modo mirato, sulla base di una diagnosi clinica effettuata dal veterinario e ricorrendo inoltre il più possibile ad indagini di laboratorio, che prevedano l’isolamento del batterio a partire da animali malati, carcasse, organi, tamponi, liquidi organici, ecc., con successivo test di sensibilità (antibiogramma); tenere conto, nella scelta dell’antibiotico da utilizzare, soprattutto se non sono immediatamente disponibili i risultati del laboratorio, dei risultati di precedenti indagini diagnostiche;
- utilizzare di preferenza molecole a spettro più limitato, cioè attive su un minor numero di microrganismi, per limitare lo sviluppo di resistenze nei confronti di batteri definiti “non bersaglio” e preferire, se possibile, la somministrazione locale rispetto a quella sistemica e la via iniettiva rispetto a quella orale;
- non utilizzare l’antibiotico in maniera sistematica, ad esempio in determinate fasi dell’allevamento, o per compensare condizioni di scarsa igiene o pratiche di allevamento non adeguate; osservare scrupolosamente le norme di biosicurezza per evitare l’introduzione o la diffusione in allevamento degli agenti patogeni; eseguire sistematicamente le vaccinazioni nei confronti delle forme patologiche che possono predisporre o indurre l’insorgenza di infezioni.


Cosa si intende per antibiotici di importanza critica in terapia umana (CIAs)
Alcuni antibiotici sono più critici di altri, in relazione alla loro importanza nella terapia delle infezioni dell’uomo e alla loro capacità di indurre antibiotico resistenza e per questo vanno preservati: mentre gli antibiotici meno critici possono essere utilizzati anche in seguito a diagnosi clinica sintomatologica, per quella che viene definita “terapia empirica”, in attesa di eventuali test di laboratorio (antibiotici di prima scelta), quelli considerati a maggior rischio (e soprattutto i cosiddetti “antibiotici di importanza critica per l’uomo”) devono essere utilizzati soltanto in situazioni di reale necessità, in caso di mancata efficacia dei primi e in presenza di diagnosi di laboratorio, comprensiva di test di sensibilità (antibiotici di seconda o terza scelta).

Cosa è cambiato nella normativa europea

Il 28 gennaio del 2022 sono diventati applicabili sul territorio nazionale due importanti Regolamenti europei, relativi ai medicinali veterinari e ai mangimi medicati, che introducono profonde innovazioni in relazione ai trattamenti di massa con antimicrobici in generale e con antibiotici in particolare e la cui applicazione andrà ad incidere in maniera notevole soprattutto negli allevamenti suini, nei quali questo approccio terapeutico è particolarmente diffuso. A partire dal 25 giugno 2022 è stato vietato, inoltre, l’utilizzo di medicinali per uso veterinario contenenti «ossido di zinco», da somministrare per via orale a specie da produzione alimentare”, mentre l’uso dell’antibiotico colistina in associazione con altri agenti antibiotici per somministrazione orale” era già proibito, com’è noto, dal 2016.
Gli antibiotici possono essere utilizzati a scopo profilattico (cioè per prima che si manifestino i segni clinici negli animali, al fine di prevenire l’insorgenza di una malattia o di un’infezione) solo in casi eccezionali, sul singolo animale, quando il rischio di infezione o di malattia infettiva è molto elevato e le conseguenze possono essere gravi. Ne deriva che i trattamenti di massa e tra questi in particolare quelli con mangimi medicati contenenti antibiotici, non possono più essere effettuati a scopo profilattico. L’utilizzo degli antibiotici a scopo metafilattico riguarda, invece, la somministrazione ad un gruppo di animali già malati (e che mostrano i segni clinici della malattia) e contemporaneamente ad animali a stretto contatto con quelli malati e a rischio di contrarre la malattia, che potrebbero essere già infetti a livello subclinico (non mostrando cioè, ancora, i sintomi clinici). Nell’allevamento intensivo del suino una simile situazione si può verificare di frequente, dal momento che la malattia non si diffonde nello stesso momento in tutti i box o settori e che esistono fasi dell’allevamento particolarmente rischiose dal punto di vista sanitario (es. svezzamento).
In questi casi, se il rischio di diffusione della malattia è realmente elevato e non sono disponibili alternative adeguate, a condizione che la prescrizione del veterinario sia motivata e si basi su una diagnosi di malattia batterica, associata alla comprensione del reale rischio di diffusione all’interno del gruppo, è consentito effettuare trattamenti di massa con antibiotici.
La linea di demarcazione tra trattamento profilattico di massa con antibiotici – non consentito – e trattamento metafilattico di massa – consentito a determinate condizioni – è quindi definita da alcuni passaggi fondamentali, nella cui definizione diventa centrale la figura del medico veterinario che segue l’allevamento: la diagnosi, la valutazione dei fattori di rischio, la definizione di gruppo a stretto contatto.
È quindi attualmente in corso la revisione della normativa nazionale di settore, allo scopo di armonizzarla con quella europea. A questo proposito, anche l’attuale modifica delle linee guida sull’uso prudente nei suini verrà sottoposta ad ulteriore revisione, per tenere conto dei nuovi obblighi normativi stabiliti dal Ministero e dei relativi provvedimenti; l’attuale versione deve essere pertanto considerata come un primo momento di confronto tra i Servizi Pubblici e il mondo dei veterinari e degli allevatori del settore suinicolo, indispensabile per aprire il dibattito e individuare proposte costruttive, in attesa di una normativa nazionale, di prossima emanazione, che dovrà necessariamente definire in maniera chiara ciò che attualmente “non si può più fare”, mentre in precedenza “si consigliava di non fare”. Il passaggio è di notevole importanza, perché verranno definiti come vietati, passibili di sanzioni, comportamenti che in precedenza erano tollerati, sebbene giudicati all’unanimità non corretti, in mancanza di una normativa specifica.

Le indicazioni delle linee guida

Le linee guida prendono in considerazione, in primo luogo, i trattamenti profilattici con antibiotici effettuati in occasione di pratiche mutilatorie (es. castrazione, taglio della coda) su animali sani, attraverso somministrazioni parenterali ai singoli suinetti, al fine di prevenire l’insorgenza di infezioni. Nella consapevolezza dell’impossibilità di abbandonare improvvisamente questa pratica, soprattutto in condizioni di elevato rischio di contaminazione batterica ambientale, viene proposta l’adozione di maggiori e migliori pratiche igieniche, in grado di intervenire sui fattori di rischio e minimizzare l’utilizzo di antibiotici, utilizzando prodotti registrati per trattamenti di profilassi e rispettando le indicazioni riportate sui foglietti illustrativi, relativamente alla corretta posologia. Viene inoltre fatta presente l’opportunità di evitare trattamenti non giustificati da reale rischio di infezione (es. taglio della coda, in deroga alla normativa sul benessere, non associato a castrazione, nelle femmine).

Relativamente invece ai trattamenti di massa con antibiotici, viene sottolineata l’importanza della messa in evidenza, da parte del veterinario aziendale, del percorso diagnostico (clinico, anatomo-patologico o di laboratorio) che ha portato alla decisione di intraprendere una terapia antibiotica e di documentare per quale motivo si sia eventualmente deciso di estendere il trattamento antibiotico anche agli animali ancora non malati, ma ritenuti a rischio di contrarre l’infezione, applicando quindi il concetto di “metafilassi”. Viene ribadita, inoltre, l’importanza della diagnosi di laboratorio (esami sierologici, test di isolamento e antibiogrammi), che deve fare seguito, ogni volta in cui sia possibile, alla diagnosi clinica e anatomo-patologica, e dell’applicazione di criteri progressivi di scelta degli antibiotici da impiegare.

Come adeguarsi alle nuove richieste della normativa europea e nazionale

L’approccio ai nuovi regolamenti europei, non solo nel settore del farmaco veterinario e dell’antibiotico resistenza, ma anche in quelli del benessere, della sanità animale e della biosicurezza, prevede un cambiamento profondo di mentalità, che coinvolge veterinari pubblici, privati e allevatori: la nuova “parola d’ordine” è collaborazione, in vista di obiettivi comuni, rappresentati dalla tutela della salute pubblica e dal miglioramento delle condizioni generali di salute e di benessere negli allevamenti, al fine di rispondere alle richieste di un consumatore più esigente rispetto al passato e maggiormente sensibile ai temi di sostenibilità delle produzioni animali e dell’ambiente. Le indicazioni contenute nelle linee guida rappresentano quindi lo strumento per mettere in atto, sotto la guida costante dei veterinari pubblici e privati, le modifiche graduali ma progressive, indispensabili per l’adeguamento alla nuova normativa.


Dove è possibile consultare le linee guida

La revisione delle linee guida sull’uso prudente degli antibiotici nell’allevamento suino è disponibile a questo link , sul sito “Alimenti e Salute” della Regione Emilia-Romagna, all’interno di una sezione dedicata in maniera specifica al tema dell’antibiotico resistenza e all’approccio integrato tra salute umana e animale (cosiddetto “One Health”). Il sito viene periodicamente aggiornato, alla luce delle nuove conoscenze e delle ricerche sul settore, in continua evoluzione.

Uso prudente degli antibiotici, l’aggiornamento - Ultima modifica: 2022-12-12T09:24:28+01:00 da Lucia Berti

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