Speck Alto Adige Igp, -4,4% la produzione nel 2020

speck alto adige
I dati emersi in occasione dell'assemblea annuale dei produttori associati registrano un trend negativo, in linea con gli effetti che la pandemia ha avuto nel settore agroalimentare. In occasione dell'evento, inoltre, David Recla è stato eletto nuovo presidente del consorzio Tutela Speck Alto Adige Igp

Il 2020 si conferma un anno difficile per lo Speck Alto Adige Igp che registra un calo della produzione complessiva (baffe marchiate Igp e non) del 4,4%. Tuttavia si mantiene positiva la quota di baffe Igp rispetto a quella delle non Igp. Nello specifico, nel 2020 sono state contrassegnate con il marchio di qualità Speck Alto Adige Igp 2.802.310 baffe. Questo corrisponde a 41,2% della produzione complessiva di speck dei produttori del Consorzio di Tutela, evidenziando una lieve crescita del 0,1% rispetto al 2019 (si tratta della percentuale più elevata nella storia dello Speck Alto Adige Igp).

speck Alto Adige

Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso dell’assemblea annuale, tenutasi il 20 febbraio scorso in forma virtuale, alla quale hanno preso parte produttori associati. Appuntamento durante il quale è stato eletto anche il nuovo presidente del consorzio tutela Speck Alto Adige Igp David Recla.

L'emergenza sanitaria ha condizionato l'andamento della produzione

David Recla, presidente del consorzio di tutela Speck Alto Adige Igp

«Il 2020 è stato un anno fortemente influenzato dall’emergenza sanitaria, che ha messo a dura prova i produttori, eppure, è proprio lo scorso anno che la quota Igp è rimasta stabile, dimostrando come anche in tempi difficili, la qualità, la sicurezza e la certezza sulla provenienza della materia prima viene sempre riconosciuta. Lo Speck Alto Adige Igp è un prodotto unico nel suo genere che incarna i valori del nostro territorio e i numeri ci dicono che i consumatori finali premiamo sempre più scelte di questo tipo», ha commentato il neopresidente del Consorzio Tutela Speck Alto Adige Igp David Recla. «Siamo consapevoli che c’è stato un calo della produzione e sappiamo che anche lo scenario attuale ha fortemente influito su questo, ma siamo comunque molto fiduciosi per il futuro», conclude David Recla.

I mercati e i canali di vendita dello Speck Alto Adige Igp

Nel 2020 si conferma il mercato italiano come principale sbocco commerciale per lo Speck Alto Adige Igp (66,5% con un aumento di 2 punti percentuali sul 2019), soprattutto nelle regioni del Nord e all’interno del territorio altoatesino, anche se cresce sempre di più la domanda da parte del Sud Italia e dei paesi oltre i confini nazionali. Il mercato estero rappresenta il 33,5% della restante quota di commercializzazione e sono soprattutto la Germania (che aumenta la quota percentuale al 28% dal 26% dello scorso anno) e gli Usa (1,7%) a registrare un aumento della popolarità dello Speck Alto Adige Igp, inserendolo tra i prodotti della salumeria italiana più esportati. Seguono Francia (1,4%), Austria (0,9%) e Svizzera (0,7%)

Anche nel 2020, il canale di vendita principale in Italia resta la grande distribuzione (Gdo) con il 68,5%. Seguono i discount con il 17%, i grossisti con il 5,4%, la vendita al dettaglio con il 4,3% e la gastronomia con il 2,2%. La vendita al dettaglio è particolarmente diffusa soprattutto all’interno dei confini altoatesini (41%).

Lo speck preaffettato resta comunque la prima scelta per i consumatori: nel 2020 sono stati prodotti 44.783.524 milioni di confezioni di speck preaffettato – un incremento del 16,6% rispetto al 2019 che conferma come il trend vada nella direzione del risparmio di tempo e di una maggiore richiesta di praticità e comodità.

La confezione da 100 g è ancora la più venduta ma crescono anche quelle da 50 g, 60 g e 70 g designando un quadro chiaro di come siano cambiate le abitudini di consumo nell’ultimo anno. In totale, è stata prodotta una confezione di Speck Alto Adige Igp per il 75% degli italiani.

Il direttore Martin Knoll, il presidente David Recla e il vicepresidente Günther Windegger

Qualità al primo posto

La produzione dei 28 consorziati viene sottoposta costantemente a rigidi controlli effettuati dall’Istituto Indipendente Ifcq Certificazioni (Istituto Friulano Controllo Qualità) che si occupa di verificare l’intera filiera produttiva, con un’attenzione specifica sulla tracciabilità e sulla trasparenza, dalla materia prima fino al prodotto ultimo.

Per questo, anche nel 2020, l’Istituto ha proseguito i controlli di qualità, anche telematicamente quando necessario per via dell’emergenza sanitaria. Nel corso dell’anno, sono stati controllati 7 fornitori della materia prima e sono stati in particolare verificati gli standard della carne. In totale, sono 673 le visite ispettive del 2020 e più di 179.411 le baffe controllate. I controlli hanno coinvolto il 50% del territorio altoatesino: il 30% del Nord Italia e il 20% la Germania.

Vigilanza di mercato sulla denominazione Igp

Il marchio Igp, che contrassegna lo Speck Alto Adige prodotto dai 28 consorziati, è un riconoscimento che attesta non solo la tracciabilità della materia prima e la qualità del prodotto ma anche il rispetto di una tradizione generazionale che sottende al settore del salume altoatesino. «Ecco perché da alcuni anni collaboriamo anche con Massimo Malnerich – ispettore del Ministero delle Politiche Agricole», commenta David Recla. «Il nostro obiettivo come Consorzio è quello di verificare il corretto utilizzo della denominazione Igp e accresce la percezione positiva del marchio stesso».  Complessivamente nel 2020 sono state effettuate visite ispettive in 1053 punti vendita in Italia, mentre nel mercato estero (Germania e Austria in particolare) sono 99 i controlli. Nel 92,3% dei casi non sono state riscontrate non-conformità sul prodotto o sul cartellino del prezzo.

Speck Alto Adige Igp, -4,4% la produzione nel 2020 - Ultima modifica: 2021-02-25T15:30:37+01:00 da Mary Mattiaccio

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