Positivo a settembre l’andamento del mercato dei capi pesanti da macello destinati al circuito tutelato che ha fatto registrare un prezzo di 1,661 euro/kg, il che significa +5,3% su agosto e +5% su settembre 2018.
Anche il mercato dei capi da macello leggeri, sempre riguardanti il circuito Dop, ha mostrato un trend positivo facendo segnare prezzi di 1,571 euro/kg (+5,6% su base congiunturale) e 1,601 euro/kg (+5,5%), rispettivamente per animali di peso 144-152 kg e 152-160 kg.
La dinamica è simile anche per i suini pesanti da macello indirizzati a prosciutti generici, che a settembre sono stati quotati 1,569 €, mostrando una variazione pari a +5,3% a livello congiunturale e a +8,3% a livello tendenziale, mentre per gli animali di peso 90-115 kg il valore è stato di 1,419 euro/kg (+5,8%). Anche in questo caso, le variazioni tendenziali sono state positive per tutte le tipologie di peso considerate.
Ulteriormente in calo a settembre, invece, le quotazioni dei suini da allevamento (capi da 30 kg), che scendono a 2,615 euro/kg (-6% su agosto); la variazione tendenziale rimane tuttavia positiva (+8,5%).
Oltre al mercato, la fase favorevole che sta vivendo l’allevamento suinicolo è segnalata anche dall’indice Crefis di redditività, che mostra un +5,5% su base congiunturale (ovvero rispetto ad agosto) e +9,7% su base tendenziale (cioè nei confronti di settembre dell’anno scorso). Come segnala il Crefis, per trovare un dato più elevato bisogna risalire al mese di settembre del 2015. A questo risultato, oltre al buon momento del mercato dei suini da macello, hanno contribuito i cali di prezzo subìto dalle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali (in particolare il mais).
Condizioni negative per l’industria di macellazione
A settembre, il calo dei prezzi dei lombi freschi e l’aumento dei costi per l’acquisto dei suini vivi ha creato condizioni negative per l’industria di macellazione.
In particolare, la quotazione a settembre dei lombi – uno dei prodotti più rilevanti dell’attività di macellazione – è scesa del 13% (“taglio Padova”) su base congiunturale e dell’1% su base tendenziale, arrivando a 3,663 euro/kg. Meglio, invece, il mercato delle cosce: infatti si registrano in salita i prezzi delle cosce fresche pesanti, sia di quelle riservate a prosciutti Dop, che hanno quotato 4,231 euro/kg (+5,7% rispetto ad agosto), sia di quelle destinate a prosciutti non tipici, che hanno quotato 3,705 euro/Kg, (+6% su agosto). Questo quadro positivo però non deve nascondere il fatto che si tratta di quotazioni non elevate, e lo testimoniano le variazioni tendenziali negative: -9,2% per le cosce fresche indirizzate a prodotto Dop e -4,8% per quelle a prodotto generico.
Prezzi suini italiani: settembre 2019 | |||
Cun suini e suinetti | Medie mensili (€/kg) settembre 2019 | Variazioni % | |
set. 2019/ ago. 2019 | set. 2019/ set. 2018 | ||
Suini da macello - circuito tutelato | |||
144-152 kg | 1,571 | 5,6 | 5,3 |
152-160 kg | 1,601 | 5,5 | 5,2 |
160-176 kg | 1,661 | 5,3 | 5,0 |
Suini da macello - circuito non tutelato | |||
90-115 kg | 1,419 | 5,8 | 9,3 |
144-152 kg | 1,479 | 5,6 | 8,9 |
152-160 kg | 1,509 | 5,5 | 8,7 |
160-176 kg | 1,569 | 5,3 | 8,3 |
Suinetti | |||
7 kg (euro/capo) | 45,950 | -0,3 | -1,8 |
30 kg | 2,615 | -6,0 | 8,5 |
Fonte: elaborazioni Crefis su dati Cun suini da macello e da allevamento |
Sempre a settembre si nota in calo il prezzo della coppa fresca refilata da 2,5 kg (1,9% rispetto ad agosto), il cui valore si è fermato a 5,120 euro/kg, mentre la quotazione della pancetta fresca squadrata da 4/5 kg è salita, nuovamente, toccando il dato più elevato di sempre, pari a 4,013 euro/kg (+9,2%). Rispetto allo scorso anno l’attuale prezzo della coppa è risultato superiore del +10,9%, mentre quello della pancetta del +15,6%.
In salita, sempre nel periodo considerato, le quotazioni del lardo fresco che hanno raggiunto valori mai riscontrati in precedenza. I dati medi mensili di settembre sono risultati pari a 2,750 euro/kg per il prodotto di spessore 3 cm (+5,4%), ed a 3,550 euro/kg per quello di spessore 4 cm (3,550 euro/kg). Positive anche le variazioni tendenziali.
Da un punto di vista reddituale, però, questo periodo risulta negativo per la macellazione italiana: l’indice Crefis segna infatti -7,2% rispetto ad agosto, ma soprattutto -8,2% rispetto a settembre dell’anno scorso.
Si allarga a -9,3% il gap di redditività tra dop e non
A settembre il prezzo del Prosciutto di Parma pesante è salito a 8,00 euro/kg, facendo registrare una variazione congiunturale positiva (pari a +0,4%) ma tendenziale decisamente negativa (-14,5%). Mentre sono risultati stabili a 6,00 euro/Kg le quotazioni dei prosciutti generici; che peraltro segnano, anch’essi, una variazione tendenziale negativa (-7,7%).
Per quanto riguarda la perfomance economica di settore, si registrano andamenti discordi per la redditività della stagionatura dei prosciutti Dop e generici. Per il Prosciutto di Parma pesante la variazione dell’indice Crefis è risultata negativa a livello congiunturale (-1,1%), anche se lievemente positiva rispetto a settembre 2018 (+0,8%); mentre per i prosciutti generici l’indice segna +0,9% sul mese precedente e +10,9% sull’anno precedente.
Queste dinamiche hanno allargato a -9,3% il gap negativo di redditività tra le due tipologie di prosciutto.
Fattori della produzione
I prezzi di mais e orzo, a settembre, sono stati ulteriormente in discesa nelle rispettive quotazioni e, rispetto al periodo precedente, raggiungono i valori più bassi dell’anno; mentre la soia fa registrare una lieve ripresa delle quotazioni.
A Milano, i prezzi del mais sono diminuiti dell’1,5% per il prodotto nazionale (176,5 euro/t) e del 2,8% per quello comunitario (180,0 euro/t). In diminuzione anche il prezzo del cereale statunitense (-4,5%), che è stato scambiato a 142,3 euro/t, cosi come quello francese il cui dato medio mensile è stato pari a 164,9 euro/t (-4,4%). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte negative ad eccezione del mercato statunitense (+7,0%).
Alla borsa merci di Milano, il prezzo medio mensile della soia nazionale è rimasto fermo a 340,0 euro/t, mentre il prodotto estero è salito a 346,3 euro/t (+0,2%). Variazione congiunturale positiva (+0,9%) si è registrata anche in Brasile dove la soia è stata scambiata a 300,1 euro/t, mentre il dato medio mensile della soia statunitense è salito a 295,8 euro/t (+0,9% rispetto ad agosto). Le variazioni tendenziali sono risultate tutte positive ad eccezione del Brasile (-4%).
Nell’ultimo mese i prezzi dell’orzo scambiato a Milano sono scesi a 182,0 euro/t per il prodotto comunitario (-1,9% la variazione congiunturale), mentre la quotazione del prodotto nazionale è rimasta ancora ferma a 172,5 euro/t. In flessione anche i prezzi sul mercato francese (-1,6%), che ha raggiunto i 155,5 euro/t, e sul mercato statunitense dove il prezzo si è fermato a 104,3 euro/t (-15,3%). Negative le variazioni tendenziali ad eccezione dell’orzo statunitense (+1,8%).
Cos’è l’indice di redditività Crefis
Gli indici Crefis sono finalizzati al calcolo e al monitoraggio della redditività delle principali fasi della filiera suinicola italiana.
Volutamente intuitivi e aggiornabili su base mensile, sono calcolati tramite rapportando il prezzo dei principali output di una determinata fase produttiva e quello dei principali input: tanto più è elevato il valore dell’indice, tanto maggiore è la redditività.
In particolare, l’Indice Crefis di redditività dell’allevamento viene calcolato attraverso il rapporto tra il prezzo del suino pesante (principale output) e una media ponderata dei prezzi dei principali input, in particolare mais e soia, impiegati nell’intero periodo di allevamento.
L’indice, quindi, esprime sinteticamente la redditività dei suini macellati nel mese per il quale l’indice è calcolato, e fornisce all’allevatore un’immediata percezione, ovviamente in termini di media, di quanto sta rendendo la sua attività quotidiana e di quale sia l’andamento rispetto ai mesi precedenti.